Al Bano Carrisi sarebbe disposto ad ospitare la cosiddetta “famiglia nel bosco” nella sua tenuta a San Cellino San Marco. Nelle scorse ore, il cantante pugliese ha manifestato più volte questa intenzione. L’artista ritiene che la storia di Catherine Birmingham, Nathan Trevallion e dei loro figli abbia delle assonanze con la sua. “Quanto capisco la famiglia che vive nel bosco – afferma in un’intervista rilasciata al “Corriere della Sera” – avevo fatto la stessa scelta per me, Romina e i nostri figli. Ora metto loro a disposizione una casa. E, se mi contatteranno, anche un lavoro perché non si voltano le spalle all’umanità”.
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“Non volevo che i miei figli vivessero nel caos e nell’inquinamento”
“Ho vissuto anch’io in una casa vicino al bosco, lontana dal centro abitato e prova di comodità – spiega meglio Carrisi – E, quando ho sentito la loro storia, sono rimasto impressionato. La mia è stata una scelta. Non volevo che i miei figli vivessero nel caos e nell’inquinamento. Mi sposai con Romina il 26 luglio del 1970; cominciai a far costruire la nostra casa a settembre. Alla fine dell’anno successivo, ci vivevamo. Sempre compatibilmente con il mio lavoro che mi ha sempre portato a viaggiare. L’acqua la sto ancora aspettando. Usiamo quella che proviene dai pozzi artesiani. Per avere l’elettricità, nel 1970, dovetti pagare 20 milioni di vecchie lire all’Enel (…) I miei figli frequentavano la scuola americana. Ma, ripeto, erano al di fuori di ogni tipo di contaminazione”.
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Al Bano offre un lavoro alla “famiglia nel bosco”: “Li aspetto”
Il cantante pugliese motiva la sua scelta di offrire ai Trevallion una casa: “Nella mia tenuta ci sono parecchi appartamenti. Sono vicino al bosco, ci sono gli animali. Invito loro a venire e vedere. Gli offro casa a titolo gratuito e senza limiti di tempo. Loro sanno quello che stanno facendo e io pure. Mi stanno cercando gli autori di tanti programmi televisivi, ma io non voglio dire altro perché c’è chi potrebbe pensare che voglia farmi pubblicità. Seguo solo il mio istinto. Sono convinto che quei genitori siano brave persone e che siano stati maltrattati per una scelta di vita controcorrente, alla Robinson Crusoe. E poi, abbiamo visto tutti le immagini dei loro bambini felici (…) Dal punto di vista umano, mi sembra un’esagerazione aver disposto l’allontanamento dei figli”. Al Bano sarebbe anche disposto ad offrire un lavoro a Nathan e Catherine: “Me lo dicano loro. Le loro facce mi ispirano fiducia. E li capisco in pieno. Li aspetto”.