Ancora grane per Nunzia De Girolamo. Dopo la chiusura anticipata del suo programma in prima serata su Rai3, a causa degli ascolti troppo bassi, adesso arriva un richiamo da parte dell’Agcom. L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, infatti, nella seduta del 6 febbraio, ha disposto a maggioranza un richiamo nei confronti della Rai per il programma “Avanti Popolo”. Il richiamo si riferisce in particolare alla puntata andata in onda su Rai3 il 31 ottobre 2023. Puntata in cui è stata trasmessa un’intervista di Nunzia De Girolamo alla ragazza vittima di uno stupro di gruppo avvenuto a Palermo nel mese di luglio 2023. Le motivazioni sono esposte in una nota ufficiale dall’Autorità: “Si è rilevato che il programma ha violato le disposizioni in materia di tutela degli utenti e i principi richiamati dalla Raccomandazione sulla corretta rappresentazione dell’immagine della donna nei programmi di informazione e intrattenimento di cui alla delibera n. 442/17/CONS”.
Sempre secondo quanto scritto sul richiamo dell’Agcom, “il programma ha fornito una rappresentazione stereotipata e degradante della vittima. Minimizzando la gravità dei fatti e attribuendo responsabilità alla stessa per il comportamento del suo aggressore”.
“Mandati in onda una serie di messaggi oltraggiosi e insultanti ricevuti sui social dalla vittima”
Alla luce dei fatti, l’Autorità ha quindi “invitato la Rai a rispettare le norme e i principi vigenti in materia di tutela degli utenti e di pari opportunità tra uomini e donne. Nonché a garantire una maggiore attenzione e sensibilità nella trattazione dei temi legati alla violenza di genere”. L’Autorità contesta alcuni passaggi come il fatto che nel corso del servizio introduttivo siano state intervistate molte persone di Palermo. Giovani e meno giovani sostenevano che la 19enne “vestiva in modo provocante” e “postava su Tiktok video osè”. All’indomani dell’intervista, le Commissioni Pari Opportunità Rai e l’Usigrai avevano messo in risalto il fatto che fossero stati mandati in onda una serie di messaggi oltraggiosi e offensivi ricevuti sui social e in alcune interviste qualcuno sosteneva che la vittima “ci stava”, “le piaceva bere” e “se l’è cercata”.
CLICCA E SEGUICI SU FACEBOOK
“La modalità di intervista incalzante rappresentano un esempio inaccettabile di p0rnografia del dolore”
Oltre trecento i firmatari di una lettera aperta inviata dopo la puntata incriminata e indirizzata alla presidente della Rai Marinella Soldi e ai vertici della tv di Stato e per conoscenza al presidente Agcom. Nella missiva si leggeva che “la modalità di intervista incalzante nei confronti della sopravvissuta e la conduzione adottate da De Girolamo rappresentano un esempio inaccettabile di p0rnografia del dolore”. Nunzia De Girolamo dopo lo scandalo aveva risposto alle accuse via social scrivendo: “Avete sbagliato bersaglio: siamo tutte dalla stessa parte. Ho incontrato A. qualche giorno prima della nostra intervista. Ore ed ore a cuore aperto, tra emozioni e dolore, sorrisi e paure. È così che mi ha raccontato la sua difficile vita. Gli abusi, le mancanze, le sfortune, le violenze, la fragilità, ma anche la forza di non arrendersi. Molte cose sono rimaste in quella stanza. Ed anche se lei me lo avesse chiesto, non le avrei mai rese pubbliche”.