Il regista catanese Sebastiano Riso è rimasto vittima di una grave aggressione omofoba. E’ accaduto ieri, nella Capitale. Il cineasta […]
Il regista catanese Sebastiano Riso è rimasto vittima di una grave aggressione omofoba. E’ accaduto ieri, nella Capitale. Il cineasta 34enne, la cui seconda opera “Una famiglia” è approdata lo scorso weekend nelle sale cinematografiche, è stato sorpreso e malmenato da due uomini nell’androne di casa. Trasportato al pronto soccorso dell’Ospedale Fatebenefratelli, i medici hanno riscontrato una contusione della parete toracica addominale e un trauma della regione zigomatica con edema alla cornea. La prognosi è di 10 giorni.
“Sul viso, nello stomaco e all’altezza dello sterno. Ieri sono stato colpito tre volte, e tre volte mi sento attaccato: come omosessuale, come regista e come persona – ha raccontato – Come omosessuale perché, mentre mi colpivano, mi rivolgevano insulti omofobi. Come regista e come persona perché quegli insulti facevano riferimento a tematiche affrontate nel mio ultimo film, come la possibilità per le coppie gay di formare una propria famiglia, e perché la violenza è stata esercitata contro la mia inclinazione a esprimere me stesso anche e soprattutto attraverso il mio lavoro. Nonostante la paura e la rabbia, che ancora provo a distanza di qualche ora, sono sicuro che continuerò a farlo, come e più di prima”.
Riso ha esordito al cinema con “Più buio di mezzanotte”, una pellicola ambientata nella sua Catania e presentata a Cannes nel 2014. “Una famiglia”, presentata in concorso alla Mostra del cinema di Venezia, affronta invece il tema dell’utero in affitto e della vendita clandestina di bambini partoriti da una donna (Micaela Ramazzotti) tanto a coppie etero quanto a una coppia gay.