Droga, sesso e tradimenti nell'autobiografia di Francesco Sarcina

Droga, sesso e tradimenti nell’autobiografia di Francesco Sarcina

Daniela Vitello

Droga, sesso e tradimenti nell’autobiografia di Francesco Sarcina

| 15/02/2021
Droga, sesso e tradimenti nell’autobiografia di Francesco Sarcina

7' DI LETTURA

“Nel mezzo”, l’autobiografia di Francesco Sarcina in libreria da domani 16 febbraio, è un volume crudo, un vero pugno nello stomaco. La sfogli e, come sottolinea Candida Morvillo nell’intervista al cantante uscita oggi sul “Corriere della Sera”, entri in “un’epopea nera fra droga, sesso compulsivo, risse, alcol e rock ‘n roll”.

“A pagina 2 della sua autobiografia – racconta la giornalista – Francesco Sarcina si sta già facendo una striscia di coca nel bagno di un locale notturno. Glielo fai notare e lui: ‘Se è per questo, nella stessa pagina, e nello stesso bagno, sto anche già facendo sesso con una donna mai vista prima. Credo di aver passato più notti così che nel mio letto’”.

Nel libro c’è tutta la vita del leader de Le Vibrazioni, in bilico tra cadute e risalite. C’è la dipendenza dalle sostanze stupefacenti, la disintossicazione per la quale deve dire grazie a J-Ax, la fine del suo matrimonio con Clizia Incorvaia finita in pasto al gossip, l’adolescenza segnata dall’abbandono della madre, il padre depresso in sedia a rotelle, le risse, il sesso sfrenato.

Clizia Incorvaia e Francesco Sarcina (Foto da video)

La fine del matrimonio con Clizia Incorvaia: “In tv un salottino di basso profilo”

Francesco Sarcina esordisce ricordando “il giorno in cui finirono un sacco di cose: un amore, un matrimonio, un’amicizia”. Proprio in un’intervista rilasciata al “Corsera” nel luglio 2019, il cantante accusò la moglie di averlo tradito con Riccardo Scamarcio, suo migliore e amico e testimone di nozze. Di far pace con l’attore, confessa, non gliene importa nulla. Con Clizia Incorvaia, invece, oggi i rapporti sono più distesi per amore della figlia Nina, frutto del loro amore.

 “Quando io e mia moglie ci siamo lasciati – ricorda Sarcina – in tv, si è scatenato un salottino di basso profilo. Tutti parlavano di me come se fossi solo la fine di quella relazione e non 25 anni di musica, di palchi sudati. Come se la mia vita non sia, invece, più intensa, drammatica, ricca di soddisfazioni e cadute. Mi ha fatto profondamente male perché sono il papà di due figli a cui devo qualcosa. Nina ha 5 anni e mezzo e temo il momento in cui avrà l’età per leggere su Internet certe cose sul padre. Tobia ne ha 14, l’ho visto soffrire. Gli ho voluto spiegare chi sono e che sono nato in ambienti dove c’erano violenza, droga e dovevi sopravvivere, sapendo picchiare e giostrartela. Gli ho detto: te lo racconto perché il silenzio è pericoloso. Mi ha detto che l’ho sconvolto nel senso buono. Dopo, ho pensato: quasi quasi, scrivo un libro”.

Francesco Sarcina (Foto Instagram)

La droga

Il leader de Le Vibrazioni confida come la droga è entrata nella sua vita: “I quartieri in cui sono cresciuto erano di un tale piattume che noi ragazzini guardavamo i più grandi con la voglia di stare dove accadeva qualcosa e lì c’erano solo droga e spaccare auto. Per strada, giocavamo a pallone, ma c’era sempre qualcosa da portare di qua o prendere di là. Quando fai il primo tiro di canna, pur di averne ancora, spacci e non solo. La coca, però, arriva molto dopo, quando già suonavo nelle cantine e il circolo di amici si è ingrandito e sa da chi arrivava? Non dai pezzenti come noi, ma dai figli di papà, quelli con la chitarra più bella, gli amplificatori più moderni”.

L’abbandono della madre

Il cantante ricorda così il giorno in cui la madre se ne andò di casa: “Sono tornato a casa e ho visto il vuoto, il buio. Fin lì, i miei litigavano, non c’erano soldi, papà si faceva i cavoli suoi, era sempre via, mamma aveva perso il figlio che aspettava ed era rimasta scioccata, ma comunque erano i miei genitori, erano le fondamenta della nostra casa modesta. Invece, quel giorno, loro crollano ed è come se si fosse aperta una voragine in cui sprofondava tutto. Il tempo si è fermato (…) Entrare in casa era come entrare in un buco nero dove tutto si distorce. Per cui, stavo sempre fuori. E più stavo in giro, più tutto peggiorava”. Anni dopo, Sarcina si è riappacificato con la madre: “Mi ha chiamato dalla Puglia: voleva tornare a Milano. Sono andato a prenderla in macchina. Oggi che sono genitore anch’ io, so che ha avuto un esaurimento nervoso, capisco come deve essersi sentita”.

Francesco Sarcina e Clizia Incorvaia (Foto Instagram)

Il padre malato e invalido

“È finito in ospedale una settimana prima che Dedicato a te uscisse e facesse il botto – racconta a proposito del padre – La rabbia sa quale è? Che mi aveva sempre dato del pirla e io non potevo fargli vedere che ce l’avevo fatta e dirgli: il pirla sei tu. La rabbia, per dieci anni, è stata che finalmente avevo successo ma, ogni volta che salivo su un palco, mi sentivo in colpa perché non ero accanto a mio padre invalido”.

“Ero arrabbiato con la vita e con le donne”

“Ero arrabbiato con la vita e con le donne – aggiunge – Anche il sesso era cattivo, rabbioso. Preso il diploma, facevo il manovale, mi spaccavo la schiena, poi andavo in giro a suonare, rimorchiare e ammazzarmi di canne. Col tempo, alcol e coca hanno preso il sopravvento. L’alcol è la droga peggiore, la più subdola. Però non sono mai stato un tossico depresso, da paranoia. Forse, perché, avevo la musica: per me, scrivere canzoni è una medicina, una seduta di psicanalisi, mi mette a posto (…) Non sono mai salito sul palco fatto, però sempre con gli strascichi dei giorni precedenti”.

 “Fino a sei anni fa, prima di sposarmi, ero conciato così – dice – Poi è arrivato l’amore (Clizia Incorvaia, ndr.) , uscivo meno con gli amici e stavo più attento, ma tutto è tornato compulsivo quando le cose sono andate male con mia moglie, quando la sua gelosia mi ha risvegliato il demone. Era un continuo di ‘chi è quella?’ e di ‘sei stato con lei?’. Quando mi sono separato, ho ripreso la vita di prima. Io le donne le dovevo uccidere, masticare, sputare. Ora, non è più così. Ci metto delicatezza, attenzione, poi magari mi innamorerò, accadrà. Mia figlia Nina mi ha fatto rinnamorare della femmina”.

Francesco Sarcina e Clizia Incorvaia (Foto Facebook)

La disintossicazione

Francesco Sarcina rivela come è uscito dal tunnel della droga: “Mi sono chiuso in casa per cinque mesi. Mi sono legato al letto. J-Ax mi ha suggerito di fare tutti gli abbonamenti a Netflix e simili. L’ho deciso mentre mi stavo separando, il giorno in cui mi hanno detto che forse avevo un tumore: ho sentito dentro così tanta violenza e cattiveria che non ho dormito. Quella notte, non ho visto la mia vita, ma quella dei miei figli. Mi sono detto: di questo passo non avranno un padre o, se lo avranno, starà su una sedia a rotelle per dieci anni, come è successo al mio. Allora, ho deciso di prendermi cura di me. E per fortuna, non avevo un tumore, ma solo un problema alla tiroide”.

“Com’è adesso essere sobri? Sento le voci, parlo con le piante e vedo gli spiriti: ho capito che la realtà si percepisce solo nella naturalezza di quello che sei. Ho capito che mi buttavo negli eccessi per staccarmi dalle sofferenze – spiega – E che poi mi dicevo che avevo bisogno delle sofferenze perché sulle sofferenze scrivo canzoni. Questo libro mi ha permesso di guardarmi a fondo come non avevo mai fatto”.

La fuga in Messico

Il cantante confessa di essere scappato all’estero dopo aver scoperto che sarebbe diventato padre del suo primogenito: “Di sua madre Diana ero innamorato, ma era un tira e molla, non mi sentivo pronto. Non presi nemmeno la valigia. Andai a Tulum, dove avevo un terreno. Buttai il telefono, sono stato due settimane su una palafitta. Venne a recuperarmi una mia ex messicana. Amo prendermi cura degli altri, ma avendo visto la mia famiglia crollare, ho avuto il terrore di costruire qualcosa che poi finisse”.

Infine, Francesco Sarcina confida di avere “la violenza nel dna”: “Un bisnonno era stato in carcere per omicidio per una storia di fascismo; il nonno materno, che si era preso una pallottola in pancia dal fratello, ha menato durissimo fino a 80 anni. Ho tenuto a bada la violenza come potevo, ma non sempre. A un concerto, ho picchiato uno spettatore che faceva gestacci: ero stanco, spremuto da manager senza ritegno. Una volta, ho pestato uno che molestava la fidanzata del mio batterista, l’ho rincorso, gli ho sbattuto la faccia per terra, gli ho tirato calci in faccia, mi è partita una furia del diavolo”.

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Francesco Sarcina (Foto Instagram)

Pubblicato il 15/02/2021 19:25

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