Trentaquattro anni fa, Sandra Milo – morta lunedì 29 gennaio all’età di 90 anni – entrò nella storia della tv italiana per un perfido scherzo organizzato ai suoi danni. Era l’8 gennaio 1990. Sandrocchia, come l’aveva ribattezzata Federico Fellini, conduceva il programma pomeridiano di Rai2 “L’amore è una cosa meravigliosa” quando ricevette una telefonata anonima in diretta. “Sandra, ma che fai lì? Ma non sai che tuo figlio è stato ricoverato ed è gravissimo? Ha avuto un incidente. È grave”, disse una voce femminile non meglio identificata. L’attrice non riuscì a trattenere le lacrime e lasciò lo studio in fretta e furia. “Oddio, chi parla? Oddio, chi è? Chi? Ciro? Dove?”, gridò. Il programma fu immediatamente sospeso. La notizia risultò poi falsa ma il video di Sandra Milo che scappa via urlando “Ciro, Ciro” diventò un cult e fu ripreso da trasmissioni quali “Blob”, “Striscia La Notizia” e “Target”. L’attrice tornò in video solo alcuni giorni dopo. Ebbe bisogno di una pausa per riprendersi dallo choc.
“Non sono mai riuscita ad odiare quella donna”
La responsabile non fu mai scoperta. “Uno scherzo di cattivo gusto fatto da una delle 25 dipendenti degli uffici di un famoso bar di via del Corso a Roma, chiuso ormai da anni – dichiarò Sandra Milo anni dopo – e nessuna di loro confessò mai né chiese scusa ma la telefonata (rintracciata dai centralini) partì da lì. Non voglio più parlarne, grazie”. “Ho pensato che quello scherzo fu fatto da una donna che viveva all’oscuro, che mai è riuscita ad affacciarsi alle luci della ribalta e per una volta ha pensato di sentirsi potente, di scombinare l’ordine delle cose – aggiunse nel 2019 durante un intervento al programma radiofonico “I Lunatici” – Non sono mai riuscita ad odiarla, ho cercato di capire la sua voglia di essere protagonista per una volta”.
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“Quel galantuomo di Cossiga venne a chiedermi scusa a nome di tutti gli italiani”
“All’inizio ebbi una solidarietà straordinaria, persino esagerata – confidò Sandra Milo a Malcom Pagani che la intervistò per il “Fatto Quotidiano” – Quel galantuomo di Cossiga venne addirittura a chiedermi scusa a nome di tutti gli italiani. Poi il vento cambiò, dissero che avevo orchestrato tutto per farmi pubblicità e piovvero insulti e derisione. Che le posso dire? Tra ‘Blob’ e i programmi di Gregorio Paolini, almeno, è diventato un pezzo di storia della tv”.
