Rudy Guede è di nuovo nei guai. Dopo aver scontato 13 anni di carcere per maltrattamenti, lesioni e violenza sessuale nel processo sull’omicidio di Meredith Kercher è tornato in libertà, ma la sua ultima fidanzata ha sporto denuncia nei suoi confronti accusandolo di avere avuto atteggiamenti violenti. Il gip di Viterbo ha quindi imposto il divieto di avvicinamento dell’ivoriano alla 23enne, che ha accettato di raccontare la loro storia durata due anni al “Corriere della Sera”. “Sono stata ingenua – ha esordito – ma non mi sarei mai innamorata di un mostro. Rudy Guede è un manipolatore narcisista. Certi aspetti della sua personalità sono emersi dopo e io ci ho messo tempo a capirli”. La loro storia è iniziata quando l’uomo era già in semilibertà: “Io frequentavo la biblioteca dove lavorava – ha spiegato – lo vedevo solo lì, non lo conoscevo come il ‘Rudy del caso Meredith’, non sapevo che la sera rientrasse in carcere. Nel 2008 avevo 8 anni…”.
“Lo vedevo come una persona buona che aveva cancellato quel passato”
Poi la giovane è venuta a conoscenza del passato di Rudy Guede: “All’inizio ci mandavamo qualche messaggio e basta perché studiavo fuori Viterbo. Mi aveva solo raccontato di essere finito in una brutta storia passata, senza spiegare oltre. Poi abbiamo preso a frequentarci e degli amici mi hanno spiegato tutto”. Nonostante tutto tra i due è iniziata una storia: “Ero già innamorata di lui e forse non ci ho voluto credere fino in fondo. Mi sono fidata. Lo vedevo come una persona buona, che aveva cancellato quel passato”. Poi ha ricordato: “Quella stessa sera lui si confidò. Forse aveva capito, forse era stato avvisato, forse era il momento. Mi ha spiegato in modo generico i fatti e io non ho approfondito. Era la mia prima storia d’amore, valeva il beneficio del dubbio”. “Mi sono spiegata certi suoi comportamenti – ha raccontato ancora la giovane – Il rientro presto la sera, ad esempio, che mi lasciava sorpresa. Sul piano emotivo ci ho fatto i conti, è la sua vita e non vorrei parlarne qui”.
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“Non ho denunciato percosse ma ci sono stati spintoni, cose simili”
L’atteggiamento di Rudy Guede è cambiato. “Io non so se aveva calcolato tutto dall’inizio o se davvero è fatto così – ha spiegato – il vero cambiamento lo ha avuto quando ha finito di scontare la sua pena. Certi atteggiamenti con me… Eravamo assieme da poche settimane”. Poi precisa: “Non ho denunciato percosse ma ci sono stati spintoni, cose simili. Ha cominciato con piccoli gesti per i quali poi chiedeva scusa e che io gli perdonavo. Ripensandoci ora, lui sapeva di sbagliare ma sapeva anche che sarebbe stato perdonato. Non so più se quelle scuse fossero sincere”. La giovane ha parlato di due volti: “Tutti lo vedevano come quello che in pubblico, al lavoro, era irreprensibile. Con me, invece, era sempre più violento”. “Gli ho consigliato di andare da uno psicologo – ha svelato – mi sono offerta di andarci insieme, ma non ha mai preso in considerazione questa possibilità”.
“Mi scriveva, mi chiamava, tre volte è venuto senza dirmelo, ha le chiavi di casa”
Rudy Guede nel corso dell’interrogatorio ha negato tutto. “Sono allibita – ha dichiarato la ragazza – non pensavo potesse arrivare a tanto. Ci sono le foto, le chat. Era meglio se fosse rimasto in silenzio”. Non è stato facile decidere di denunciarlo: “È stato un percorso doloroso, sofferto. Lo amavo e mi sono dovuta mettere in discussione. Ci eravamo già lasciati da qualche mese, ero tornata a vivere da sola a Grosseto e ho capito che non si sarebbe fermato. Mi scriveva, mi chiamava, tre volte è venuto senza dirmelo, ha le chiavi di casa a Viterbo… Una avvocatessa mi sconsigliò di denunciarlo: ‘Non ti crederanno, ti faranno a pezzi anche i giornali, non hai prove sufficienti’. Anche le amiche mi dicevano di aspettare ma io non avevo più una vita e non mi sarei perdonata se avesse fatto ad altri le cose cattive che ha fatto a me. Sono tornata da mia mamma, che è sconvolta: neanche lei aveva capito. Esco il meno possibile e sto attenta”.
“Dopo 13 anni di carcere possibile che non sia obbligatorio un percorso psicologico?”
“Rudy ha il braccialetto – confidato la giovane – ma io non ho il corrispettivo che segnala quando si avvicina a me. Mi hanno detto che ci sarebbero voluti due giorni, è passata una settimana”. E sui fatti di Perugia ha detto: “Non parlo di Perugia, non è giusto. Mi ha detto delle cose poco chiare che non ho poi trovato negli atti ma la mia è una storia diversa e non ha nulla a che fare con Meredith. Rudy ha della rabbia, della frustrazione, della cattiveria che non ti aspetti da chi è uscito da 13 anni di carcere come detenuto modello. Possibile che non sia obbligatorio un percorso psicologico?”.