Natalia Aspesi fa a pezzi il Festival: "Ce ne fosse uno normale, non travestito da uccello"

Natalia Aspesi fa a pezzi il Festival: “Ce ne fosse uno normale, non travestito da uccello”

Daniela Vitello

Natalia Aspesi fa a pezzi il Festival: “Ce ne fosse uno normale, non travestito da uccello”

| 04/03/2021
Natalia Aspesi fa a pezzi il Festival: “Ce ne fosse uno normale, non travestito da uccello”

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Natalia Aspesi, tra le penne più autorevoli ed effervescenti del giornalismo nostrano, massacra il 71esimo “Festival di Sanremo” dalle pagine del quotidiano “La Repubblica”.

“Il trio del PrimaFestival? Impresentabile”

La vulcanica giornalista e scrittrice svela di essersi messa d’impegno per seguire la prima serata ma di essere stata “respinta da un impresentabile trio prefestival”. La Aspesi si riferisce a Giovanna Civitillo (moglie di Amadeus, ndr.), Giovanni Vernia e Valeria Graci, scelti per condurre il “PrimaFestival”. L’inedito trio, racconta, “mi ha costretto a pensare: ma in un Paese come il nostro dove abbondano geniali creativi e qualche spiritosa intelligente, cosa è successo? Perché si ha più fiducia, pensando al popolo che gli piacciano di più le stupidate e gli stupidini?”.

“Ce ne fosse uno normale, non travestito da uccello”

Per quanto riguarda il Festival, invece, la giornalista invoca “uno normale, non truccato, non travestito né da uccello né da appunto, travestito, uno con il nome anagrafico, che canti bene una bella canzone. Che abbia meno di 70 anni e, forse si chiede troppo, che sia bello, spiritoso e parli italiano come la De Angelis, che chi l’ha vista nuda nella serie Undoing, l’ha spogliata col pensiero malgrado l’abito Prada”.

“Otto milioni di spettatori mi sembrano comunque troppi”

“A me però fa impressione che più di 8 milioni di persone siano state lì a vedere il Festival, e mi sembrano comunque troppe, però auguro ai responsabili che siano sempre di più ogni sera – aggiunge – in modo così di consentire coi soldi ricavati di concedere ai pochi derelitti, ogni tanto, una trasmissione che abbia bisogno di meno popolo, per esempio un’opera lirica dai grandi teatri – la prima della Scala il 7 dicembre raccolse 2 milioni e mezzo di spettatori – anche se poi la piccola folla cui è destinata si esibisce in aspre critiche dall’ alto.

“Perché l’Italia non guarda Sanremo?”

“Immagino che pensatori di bell’aspetto e quindi televisibili, se no cartacei stiano studiano il fenomeno anche di una sola sera, prima che diventi apocalittico – conclude la penna de “La Repubblica” – Tutti o quasi tutti chiusi in casa, impossibilitati a trastulli carnali se non deviati, tamponati e no, qualche bisnonno vaccinato e quindi conscio della sua superiorità, come mai tutta Italia non guarda Sanremo, o almeno 40 milioni di italiani annoiati, preoccupati, disperati, per rasserenarsi, distrarsi, incaz*arsi? Si attendono i pareri di centinaia di virologi da Festival per capire”.

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Pubblicato il 04/03/2021 20:45

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