A “Forum”, Manuela porta in causa il suo ex compagno Antonio e chiede un risarcimento dei danni per essere stata ingannata. “Sono qui perché lui è un bugiardo! La sincerità per me è un valore fondamentale”, esordisce la donna perdendo subito le staffe. “Passerotto, stai calma. Ti vedi isterica. Io ti amo”, asserisce l’uomo.
“E io ti odio – urla Manuela – Il passerotto è morto e l’ho mangiato. Sono isterica da quando ho scoperto quello che ha fatto. Antonio l’ho conosciuto su una chat dove lui non aveva la foto del profilo. Io neanche avevo la foto. Iniziamo a chattare. Lui mi dice di avere 50 anni, io ci credo…perché non avrei dovuto? Era molto romantico, mi scriveva poesie. Ho cominciato a sentire dei sentimenti per lui. Dopo sei mesi, sono andata a Napoli col treno per incontrarlo. Quando l’ho visto, pensavo fosse il padre. Lì ho scoperto che aveva 72 anni”. “Ok, ti ho mentito – ammette Antonio – però quando ti ho visto anch’io non pensavo che tu fossi così cicciottella”.
“Gli ho dato la mia verginità e lui mi ha mentito”
“Antonio, qualche chilo di troppo non sono così tanti anni di differenza. Non fare paragoni assurdi – sentenzia Manuela – Sono rimasta lo stesso a Napoli, mi voleva portare a casa sua ma io sono andata in un albergo senza di lui. Sono rimasta una settimana, ho fatto su e giù diverse volte e il sentimento è cresciuto. Io per 35 anni ho mantenuto la mia verginità, l’ho data a te e tu mi hai mentito! Siccome ero categorica sulla questione della verginità, mi ha chiesto di sposarlo. Ci sposiamo e andiamo a vivere nella sua casa di Napoli. Ovviamente la prima notte di nozze mi aspetto cose gigantesche e lui si è addormentato”.
“Non è vero – nega l’uomo – avevo mal di schiena. Io sono un vulcano”. “La seconda notte, signor giudice, non le dico quanto è durata la cosa. Molto poco, è stato molto triste. Col tempo ho accettato anche questo”, aggiunge Manuela. “Sono stati due minuti fantastici”, fa sapere Antonio.
“La polizia lo cercava perché era bigamo”
“35 anni…due minuti – rileva Manuela in preda alla disperazione – Signor giudice, lei si rende conto della mia difficoltà? Siamo rimasti comunque insieme. Dopo un mese, l’apice del disastro. Bussano alla porta, io apro e chi ci sta? La polizia! Cercavano lui perché era bigamo. Non aveva mai divorziato da sua moglie, erano solo separati. Mi ha sposato quando aveva già una moglie. Sei una persona spregevole. Non ti rendi conto del male che mi hai fatto? Ti ho dato il dono più grande…35 anni per due minuti…e tu sei anche bigamo!”.
“Non sono bigamo! – si difende Antonio – Sono stato sposato 35 anni con Lucia, la mia ex. Per 35 anni siamo andati d’accordo, abbiamo fatto due figli e dei nipotini fantastici. Poi io sono andato in pensione dalla banca e ho iniziato a fare una vita sedentaria, a casa, sul divano. Una vita a cui non ero assolutamente abituato. I rapporti con mia moglie si sono un po’ raffreddati, non c’era più sentimento”. “Chissà come mai…due minuti”, ironizza Manuela.
La difesa di Antonio
“Fammi parlare! – prosegue Antonio – Un giorno ho detto a mia moglie ‘prendiamoci un anno di pausa, tu fai la tua vita e io faccio la mia’. Non era mia intenzione separarmi, volevo un po’ di libertà. Mia moglie però mi ha portato in tribunale per chiedere la separazione. Abbiamo fatto la nostra causa, ci siamo separati. Io ero convinto che la discussione tra me e mia moglie fosse conclusa e che mi potevo risposare. Ero in buonafede”.
“L’hai fatto solo per rubare la mia verginità”, asserisce Manuela. “Non ti ho mentito – insiste Antonio – L’unica bugia che ti ho detto è che avevo 50 anni”.
La sentenza
Il giudice Simona Napolitani legge la sentenza: “Non vi è alcun dubbio sulla responsabilità di Antonio il quale ha tenuto per irrilevante ignoranza un comportamento vietato dalla legge. Ma è innegabile che anche Manuela ha concorso con un comportamento omissivo all’accertamento dello stato civile di Antonio a determinare la nullità del matrimonio. Non è senza significato, infatti, che il reato di bigamia è attribuito anche a chi non essendo coniugato contrae matrimonio con persona legata da matrimonio avente effetti civili. Sotto il profilo penale viene imputato di bigamia non solo il coniuge già sposato ma anche l’altro. Nell’ipotesi di concorso di fatto colposo del danneggiato, il risarcimento è diminuito secondo la gravità della colpa e l’entità delle conseguenze che ne sono derivate. Questo giudice ritiene dunque che entrambi i coniugi sono ugualmente responsabili della nullità del loro matrimonio conoscendo o dovendo conoscere il vizio che lo inficiava. Per tali motivi, questo giudice rigetta la domanda di Manuela”.