#MeToo in Rai? Paola Ferrari: "Quanti tentativi respinti con perdite"

#MeToo in Rai? Paola Ferrari: “Quanti tentativi respinti con perdite”

Daniela Vitello

#MeToo in Rai? Paola Ferrari: “Quanti tentativi respinti con perdite”

| 07/09/2021
#MeToo in Rai? Paola Ferrari: “Quanti tentativi respinti con perdite”

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La giornalista sull’addio alla tv: “Credo che non tornerò indietro”

  • Ecco cosa farà dopo: l’impegno con la Lucisano e l’idea di un allevamento di cani
  • Il dolore per le parole di Giampiero Galeazzi che ha fatto sapere che non sentirà la sua mancanza
  • Poi il “siluro”: “Tante giornaliste donne puntano sul vestito succinto e sull’ammiccamento”

Nel 2022 Paola Ferrari accompagnerà la Nazionale di calcio italiana in Qatar per i Mondiali e subito dopo dirà addio a “mamma Rai” dopo 25 anni di onorata carriera.

“Ecco cosa farò dopo”

“Credo che non tornerò indietro – spiega in un’intervista al quotidiano “La Repubblica” – Bisogna sapersi reinventare, nella vita, e non farlo troppo tardi, voglio fare tante altre cose, soprattutto con la Lucisano Media Group, di cui faccio parte. Scriviamo format per la tv, giriamo documentari. Se ne potrebbero fare anche sul calcio, che ora va raccontato così vista l’overdose di partite. Puntare sulle storie, penso a Messias, in tre anni dalla D al Milan. Ma vorrei anche mettere in piedi un allevamento di cani bovari bernesi. Di idee ne ho, dormo 5 ore a notte”.

Luca Toni e Paola Ferrari (Foto Instagram)

Il dolore per le parole di Galeazzi

La giornalista sportiva ammette di essere stata ferita dalle parole di Giampiero Galeazzi che ha detto che non sentirà la sua mancanza dandole anche della invadente e della prevaricatrice. “A me invece Giampiero manca, anche se il rapporto non è stato facile – confida – Però sì, sono stata un po’ invadente e prevaricatrice, e lo rivendico. Perché è il solo modo delle donne di potersi fare avanti nel giornalismo sportivo, dove spesso siamo considerate solo ornamento, solo bellezza e mai competenza. E tante giornaliste donne, evito i nomi, ci sguazzano, puntano sul vestito succinto, sull’ammiccamento, e di calcio non sanno nulla, facendo del male a tutta la categoria. Un errore che fa parte di quello più generale: pensare che il calcio non sia cose da donne. È un caso se non c’è mai stata una donna a dirigere un giornale sportivo o Raisport? Vice, al massimo, ma direttrici mai. Non mi candido, eh? Io sono fuori, ormai”.

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Paola Ferrari (Foto Instagram)

Le avances sessuali

“Mai avuto problemi di #MeToo in Rai?”, chiede il giornalista. “Non sa quanti! Tutti tentativi, sia chiaro, tutti respinti con perdite – confessa – La prima volta ero a Portobello, il mio debutto tv, nel 1977. Enzo Tortora, signore come pochi, mi difese a spada tratta. Chi nega che certe cose in Rai esistano è un ipocrita”.

Il debutto a “Portobello”

A proposito di “Portobello”, ricorda così l’esperienza vissuta quando aveva appena 16-17 anni: “Ero una delle centraliniste. Facevamo 28 milioni di ascolti, Italia-Inghilterra ne ha fatti 20. Tortora era straordinario. E aveva un senso etico: non ci fece mai mettere la scollatura. Ed era sempre prodigo di consigli. Mi disse di tenere la schiena dritta e la testa alta e guardare sempre la gente negli occhi, in senso fisico e metaforico. Mai dimenticato”.

Paola Ferrari con il marito Marco De Benedetti (Foto da video)

“La Domenica Sportiva? Tornerei a presentarla con Amadeus”

Paola Ferrari ammette di non aver alcun rimpianto professionale. A mancarle di più è “La Domenica Sportiva”. “L’ho condotta nove anni ed era il mio sogno da bambina quando guardavo Alfredo Pigna, Sandro Ciotti, Gianni Minà, e c’era la straordinaria Maria Teresa Ruta. Arrivarci è stato davvero realizzarmi professionalmente”, racconta. La giornalista tornerebbe a condurla solo a una condizione: “Presentarla assieme ad Amadeus”.

Pubblicato il 07/09/2021 14:44

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