Massimo Gramellini, il suo saluto sembra un addio alla Rai

Massimo Gramellini, il suo saluto sembra un addio alla Rai: “Canone finanzia libertà”

Daniela Vitello

Massimo Gramellini, il suo saluto sembra un addio alla Rai: “Canone finanzia libertà”

| 28/05/2023
Massimo Gramellini, il suo saluto sembra un addio alla Rai: “Canone finanzia libertà”

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Sabato 27 maggio, su Rai3, è andata in onda l’ultima puntata de “Le parole”, programma che racconta i fatti della settimana attraverso parole utili a stimolare una riflessione. Il giornalista e scrittore ha chiuso la settima stagione senza dare appuntamento al prossimo autunno, come accaduto lo scorso anno. Massimo Gramellini ha chiesto ad ogni componente del cast di portare una parola per l’estate. Se Roberto Vecchioni ha scelto “sogno”, Saverio Raimondo “vecchie” e Giovanna Botteri “tenacia”, il padrone di casa ha scelto “pubblico” e il suo monologo finale pieno di frecciatine è sembrato un addio.

Roberto Vecchioni (Foto da video)

“Quest’anno abbiamo avvertito l’esistenza di una connessione sentimentale”

“La mia parola, la mia ultima parola, è ‘pubblico’ – ha detto – In sette anni siete diventati davvero tanti, ma mai come quest’anno abbiamo avvertito l’esistenza di una connessione sentimentale. Me ne accorgo quando per strada incontro qualcuno di voi. Questo programma lo sentite come una piccola parte della vostra vita. Credetemi, per noi che lo facciamo non potrebbe esistere un complimento più bello. Ma ‘pubblico’ significa anche servizio pubblico. Consentitemi di ringraziare la tanto bistrattata Rai. Al di là e al di sopra dei giochi e degli appetiti di potere dei quali è oggetto dal giorno ormai lontano della sua nascita, questa azienda è piena di lavoratori, tecnici, dirigenti straordinari. Ho avuto la fortuna di lavorare con molti di loro”.
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I saluti finali di Massimo Gramellini (Foto da video)

“Ogni spettatore, pagando il canone, finanzia la propria libertà di scelta e quella degli altri”

“Un grande dirigente della Rai del passato una volta mi disse che servizio pubblico non consiste nell’avere tutti i racconti della realtà dentro lo stesso programma, ma la possibilità di scegliere tra più programmi che raccontino la realtà in modo diverso – ha aggiunto – Ogni spettatore, pagando il canone, finanzia non solo la propria libertà di scelta, ma anche quella degli altri. Paga l’edicola in cui poi ciascuno di noi va a leggersi il giornale che vuole. Noi abbiamo l’ambizione di essere uno di quei giornali. Le Parole non sono un’arena dove ci si scontra all’ultimo sangue. Assomigliamo di più ad un gruppo di amici che si ritrovano il sabato sera per raccontarsi la settimana, scambiarsi delle opinioni, farsi quattro risate e, se capita, un pianto. Prima di farne uno anche adesso salutiamoci con un sorriso. Buona estate e fate bei sogni”.


Pubblicato il 28/05/2023 16:03

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