John McCook: "Mio figlio è schizofrenico"

John McCook: “Mio figlio è schizofrenico, all’inizio non lo capivo e mi arrabbiavo con lui”

Germana Bevilacqua

John McCook: “Mio figlio è schizofrenico, all’inizio non lo capivo e mi arrabbiavo con lui”

| 14/05/2024
John McCook: “Mio figlio è schizofrenico, all’inizio non lo capivo e mi arrabbiavo con lui”

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John McCook interpreta da 37 anni il ruolo di Eric Forrester in una delle soap opera più longeve della tv, “Beautiful”. Può essere definito come il patriarca di una delle famiglie più conosciute della televisione. L’attore in realtà ha una vita fuori dal set ben diversa da quella del suo personaggio. In un’intervista al “Corriere della Sera”, ha raccontato un po’ di sé e della sua vita. L’attore, che a giugno compirà 80 anni, vive un dramma familiare: il figlio 43enne Jake soffre di schizofrenia, una malattia che gli è stata diagnosticata molto tardi. Ora Jake insieme alla moglie Laurette ha pubblicato un libro, “The Cliffs of Schizophrenia: A Mother and Son Perspective”, in cui ripercorre il suo calvario.

“Un progetto di Jake e di sua madre, io ne sono rimasto fuori, l’ho rispettato – racconta John McCook -. Era qualcosa che volevano fare assieme. Quando mi hanno spiegato cosa volevano fare ho detto: bene, ne sono fiero. Ma resta il loro progetto. Io, adesso, posso solo aiutare a farlo conoscere, anche se loro due sono una forza, non hanno certo bisogno di me”.

“All’inizio è stato difficile capire tutto per me. Ho dovuto costruire la mia comprensione”

L’attore parla di come ha vissuto la malattia del figlio: “Credo sia interessante analizzare la cosa, considerare il punto di vista di un padre che ha un figlio che soffre di schizofrenia. Prima che davvero riuscissi a capire di cosa si trattasse è dovuto passare un po’ di tempo, lo ammetto. Un padre, molte volte, non capisce subito come stanno le cose. Io piuttosto, di fronte a certi comportamenti di mio figlio, iniziavo a dire: perché fai questo? Perché fai quello? Comportati così, cosa c’è che non va in te. Insomma, un padre deve essere educato per poter imparare che molte delle cose che vede sono sintomi. O, almeno, questo è successo a me. In un primo momento si reagisce in modo inappropriato, ci si arrabbia, perfino con il proprio figlio. Non so se avrei fatto lo stesso anche con mia figlia, me lo sono chiesto e non lo so. Ma con mio figlio si, ho avuto questa reazione molto primitiva all’inizio”.  

“Ho dovuto imparare a comportarmi – spiega – comprendere come relazionarmi con qualcosa di completamente nuovo, mai messo in conto. E alla fine l’ho fatto, grazie a Dio. Non sono più arrabbiato con Jake, non lo sono affatto. Ma all’inizio è stato difficile capire tutto per me. Ho dovuto costruire la mia comprensione, ecco perchè penso che sarebbe giusto essere affiancati da gruppi di supporto, da qualcuno che ti insegni, semplicemente, cosa vuol dire una malattia come questa”.
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John McCook (Foto Instagram)

“Sulla schizofrenia resta lo stigma: è sempre raccontata come qualcosa di spaventoso, violento”

L’attore ha deciso di parlarne per accendere un faro sul problema, troppe volte vissuto nel privato e in solitudine. “È venuto spontaneo farlo una volta che è uscito il libro – racconta –  per accompagnarlo. È importante alzare il velo e tenere aperta una discussione su certi temi, anche per far sentire meno sole altre persone che stanno attraversando tutto questo. Ed è il motivo per cui questo libro è tanto importante (come importante è anche il profilo social di Jake, che su Instagram si chiama artbyjakemc). Ma scriverlo è stato l’elemento fondamentale”. Riguardo al suo personaggio dice: “Affrontare i problemi di Eric Forrester è divertente per me, è il mio lavoro, recito, mi soddisfa. Però tornare a casa è sempre stata una cosa differente, anche se lì avevo a che fare con questi problemi. Mia moglie, i miei figli, sono tutte persone amorevoli, ecco perché per me casa mia resta il posto dove mi sento meglio, più felice in assolto. Con tutto quello che lì accade, che sia difficile o bellissimo, resta sempre casa mia e io sono sempre felice di esserci”.

Poter parlare di problemi sociali come le malattie mentali anche a “Beautiful”, per l’attore “sarebbe una bellissima idea e una grande sfida al tempo stesso. Rappresentare al cinema o in televisione le difficoltà di chi ha problemi mentali in un modo corretto sarebbe molto utile, ma per ora lo si fa sempre e solo attraverso cliché, punti di vista stereotipati. Sulla schizofrenia resta lo stigma: è sempre raccontata come qualcosa di spaventoso, violento… cosa che a volte è, ma solo a volte. Si tratta di una parte dello spettro di questa malattia. Ecco perché una narrazione diversa avrebbe un valore educativo importante”.

John McCook con gli attori di Beautiful (Foto Instagram)

“E’ un bene tenere la propria vita privata tale. Io sono questo, io sono la mia famiglia, non la mia immagine”

“Sento l’affetto delle persone – aggiunge John McCook -. La gente è abituata a vederti per pochi minuti al giorno, oppure in due ore di film, pensando di sapere chi sei, ovviamente non è così. Di conseguenza quando si viene a conoscenza di alcuni aspetti della vita privata degli attori, o dei cantanti, c’è chi resta sorpreso, a volte anche turbato. È il motivo per cui di solito è un bene tenere la propria vita privata tale. Noi ora, come famiglia, abbiamo deciso di raccontare la nostra storia al mondo perché volevamo fare la differenza, aiutare gli altri. Io sono questo, io sono la mia famiglia, non la mia immagine”. Con alcuni colleghi c’è una conoscenza che dura da circa 40 anni. “Ci conosciamo tutti ma non sappiamo tutto di tutti. Con alcuni ho condiviso alcune cose, come Thorsten Kaye (che nella soap è Ridge), che è un mio caro amico. Ma lo vedo solo al lavoro, non vive nemmeno a Los Angeles”.

“L’ho fatto anche con Katherine Kelly Lang… ma abbiamo tutti delle vite che vanno al di là di ‘Beautiful’, oltre a quella che condividiamo sul set – racconta ancora -. In casi come questi, quando si lavora da tanto tempo assieme, si è soliti dire che il lavoro è come una famiglia. Ed è vero, ma la parola ‘come’ fa la differenza. La mia famiglia c’è ed è un’altra. Sul set ci vogliamo bene, ma è una cosa diversa”.

John McCook con la moglie Laurette (Foto Instagram)

“Conoscere mia moglie è la cosa migliore che sia mai successa nella mia vita, da sempre e per sempre”

John McCook  è sposato con Laurette dal 1980. “Conoscerla è la cosa migliore che sia mai successa nella mia vita – rivela – da sempre e per sempre. È eccezionale, un riferimento per me e per tutti noi. Così forte e coraggiosa ma anche straordinariamente amorevole. Sono fortunato”. “Sono orgoglioso del fatto che mio figlio prima abbia voluto e poi sia stato in grado di scrivere questo libro – aggiunge l’attore -. In generale sono orgoglioso quando ha un giorno buono, quando è dolce e affettuoso con le altre persone. Lui non è mai un attaccabrighe, una persona conflittuale. Non lo è nemmeno nei giorni che non sono buoni, quando si sente insicuro, sopraffatto e i suoi sentimenti sono tristi. Lui resta calmo, non è mai aggressivo, non vuole litigare. Mi rende orgoglioso come sta cercando di gestire quello che gli è successo, i suoi pensieri e i suoi sentimenti, da uomo adulto. Lo sta facendo molto bene e sono molto fiero di lui”.

“Cosa mi auguro per il futuro? Io, mia moglie e mio figlio dobbiamo guardare al futuro. Dobbiamo farlo per noi stessi e per lui. per questo l’augurio è che sia sempre più indipendente e sperare che riesca in questo obiettivo, per lui e per noi”, conclude.

Pubblicato il 14/05/2024 16:02

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