Giusy Buscemi, 31 anni, si avvia a diventare una sorta di Montalbano al femminile grazie alla fiction “Vanina – Un vicequestore a Catania” che l’ha vista protagonista insieme a Giorgio Marchesi. Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando nel 2012 vinse il concorso di “Miss Italia” che, come svela in un’intervista al “Corriere della Sera”, “arrivò per gioco”. A proporglielo fu “un’amica di famiglia, Fioretta Mari, la grande attrice poi insegnante di ‘Amici’ per Maria De Filippi”. “Frequentavo lo Scientifico, a Menfi, la mia città, la città del vino – racconta l’ex reginetta di bellezza – Mi disse: ‘Tu a Miss Italia non vincerai mai, ma qualcuno ti noterà’”. Fioretta Mari le suggerì di fare un corso di dizione. “Fu categorica – ricorda Giusy Buscemi – col suo accento fiorentino: ‘Non ti si può sentire’. In effetti, quelle doppie ‘T’ rafforzate dell’agrigentino… Non finirò mai di ringraziare i miei genitori. Una volta alla settimana, per dieci volte, a lezione da Menfi a Catania”.
“Io e mio marito siamo cristiani praticanti. A Messa ogni domenica”
L’attrice siciliana non immaginava di certo di vincere “Miss Italia” – Non ci credeva nessuno. Era solo una parentesi prima dell’iscrizione a Medicina. Poi, l’occasione ha completamente ribaltato i piani”. Dopo “Il Paradiso della Signore” arrivano “Don Matteo”, “Il Giovane Montalbano”, Un Passo dal Cielo”, “Doc” e “Vanina – Un vicequestore a “Catania”. Sul set incontra Jan Michelini, il regista che il 13 maggio 2017 è diventato suo marito e da cui ha avuto tre figli: Caterina Maria (2018), Pietro Maria (2019) ed Elia Maria (2022). Tutti e tre i suoi bambini hanno il doppio nome e il secondo è Maria. “Come mio marito, all’anagrafe. Pure lui. Sperando sempre nella protezione della Madonna – spiega – Siamo cristiani praticanti. A Messa ogni domenica”.
“Che fatica laurearsi con tre figli ma dovevo chiudere un cerchio”
Giusy Buscemi non è riuscita a iscriversi a Medicina perché la vita aveva in serbo per lei un percorso diverso. Ma l’anno scorso, dopo tre figli, si è laureata in Lettere e filosofia. “Con una tesi sui dialetti, sulla bellezza e l’importanza di una lingua come il siciliano, ‘T’ comprese – racconta al “Corsera” – Una sfida grande. Una fatica immane tra famiglia e set, ma io dovevo chiudere un cerchio. Nella vita bisogna sempre cercare di chiudere il cerchio. L’ho fatto per poterlo raccontare ai miei figli”. Giusy Buscemi svela di aver conosciuto Jan Michelini, regista di alcune serie tv tra cui “Don Matteo”, “Che Dio ci aiuti”, “I Medici” e la prima stagione di “Doc – Nelle tue mani”, ad una cena di beneficenza. “Nulla per un anno e mezzo – confida – Poi lo ritrovo sul set di Don Matteo per un piccolissimo ruolo, la figlia di Frassica. Una sorpresa, per entrambi. La più grande della nostra vita”.
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“Ho il patentino Iap. Da gennaio sono ‘Imprenditrice agricola professionale'”
La conversazione si sposta su Menfi, dove è cresciuta e dove si rifugia appena può. “Amo tanto la terra da avere pensato alla mia seconda vita. L’imprenditrice agricola – confessa – Mio padre è agricoltore. Ho studiato per un anno. Esame fatto a gennaio. Sul set di Vanina la sera studiavo. Come per la laurea. Che fatica. Promossa. Ho già il patentino Iap. Da gennaio sono ‘Imprenditrice agricola professionale’. Jan ama la Sicilia e la campagna più di me. Sa di mio nonno soprannominato con i nomignoli di un tempo ‘Nino ‘u seminzeri’. Quello che semina. Adesso piantiamo avocado e ulivi”. L’ex Miss Italia torna indietro con la memoria a quando era bambina, raccoglieva asparagi e meloni e pigiava “l’uva con i piedi nella terra di Diego Planeta”. “Fu il mio primo talent scout, a Menfi – rivela – Per la sua laurea honoris causa, mi chiese di interpretare un passo della tesi sulla storia del vino. Prima recitazione, primi applausi, a 17 anni”.
“Fino a 19 anni papà e mamma mi hanno tenuta sotto una cappa di vetro”
Infine, Giusy Buscemi afferma di non essere mai stata vittima di molestie o avances: “Sono molto fortunata. Protetta forse da un angelo custode. Ma fino a 19 anni papà e mamma mi hanno tenuta sotto una cappa di vetro. Sempre seguita. E li criticavo. Adesso capisco che era la cosa migliore da fare. Ma lo capisco da mamma di una bimba di 6 anni”.
