Giuseppe Tornatore: "Non ho mai ricevuto la prima comunione"

Giuseppe Tornatore: “L’Oscar fu come la prima comunione che non ho mai ricevuto”

Germana Bevilacqua

Giuseppe Tornatore: “L’Oscar fu come la prima comunione che non ho mai ricevuto”

| 23/07/2023
Giuseppe Tornatore: “L’Oscar fu come la prima comunione che non ho mai ricevuto”

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Al registra siciliano Giuseppe Tornatore è stata dedicata una retrospettiva alla recente “Mostra del cinema di Pesaro” che nel 2024 sarà Capitale della Cultura. Da “Nuovo Cinema Paradiso” al ritratto di una Bagheria a metà del Novecento fino alle lettere di un uomo assente ne “La corrispondenza”. Storia e vita si mescolano con tratti autobiografici. In un’intervista a “Il Giornale”, il cineasta bagherese si mette a nudo e svela: “Guardandomi indietro mi sorprendo e scopro una dimensione bellissima. Mi accorgo che tanti miei film, sentiti l’uno come il tradimento dell’altro ne siano invece l’evoluzione. Ero convinto di aver camminato a zig zag e i critici mi mostrano che c’è stata coerenza. Stupendo”. “Ho sempre avuto il complesso dell’opera prima. E ultima – continua – Negli anni dei miei esordi ricordo molti film di colleghi al debutto che, per mancanza di riscontro di pubblico, non avevano un seguito. E l’opera prima restava anche l’ultima. Ho sconfitto il ‘complesso’ provando a diversificare i generi e fare opere differenti l’una dall’altra. Così che fosse sempre un nuovo inizio. Penso che il timore di affrontare una novità sia il miglior compagno di viaggio. Certezza e sicurezza non lo sono altrettanto. Invece eccomi qui a scoprire la continuità che non credevo di avere”.

Giuseppe Tornatore (Foto da video)

“Il mio discorso fu il più sintetico della storia degli Oscar”

Giuseppe Tornatore parla del suo capolavoro, “Nuovo Cinema Paradiso”, e svela: “Pensavo di farlo come quarto o quinto, per avere più esperienza. È stato un azzardo. Era il film personale che volevo rinviare. All’inizio non fu applaudito. Lo giudicarono lungo e prolisso. Ho deciso di tagliarlo di una decina di minuti ma abbiamo dovuto aspettare il passaggio a Cannes perché fosse capito”. E poi aggiunge: “In realtà non avevo mai pensato di fare qualcosa di grande. Era importante per me perché era la mia vita”. La pellicola racconta il passato di proiezionista del regista al cinema di Bagheria. “E ci tenevo talmente tanto che rinunciai perfino a tutti i miei compensi – ricorda – Mi bastava farlo. Se questo non è stato un tradimento dei miei propositi. Franco Cristaldi, mio produttore di allora, rimase sbigottito e nel contratto dispose una piccola partecipazione ad eventuali utili per me. Il film fu un successo e recuperai ciò cui avevo rinunciato”. Il film conquistò l’Oscar e della premiazione il regista siciliano racconta: “Quella sera strappai la statuetta di mano proprio a Cristaldi. Mi avvertirono che lui andava famoso per anticipare la consegna. Così a me sarebbe toccata la copia. Invece, quella sera, salii per primo sul palco e la copia andò a lui. Il record mondiale fu il mio discorso. È rimasto il più sintetico nella storia degli Oscar. Il conduttore sbagliò a leggere il vincitore e ci fu un attimo di disorientamento. Poi si corresse e io ebbi solo il tempo di dire Thank you. Il trionfo finì lì”.

Giuseppe Tornatore (Foto da video)

“Sposai mia moglie a patto che non ci fosse nessuno a parte i testimoni”

Della notte degli Oscar Giuseppe Tornatore dice: “Fu come fare la prima comunione che non ho mai ricevuto. Niente sacramenti per me, non fu una scelta ideologica. Mio padre era un anticlericale che militava nel Pci, mia madre e mia nonna erano molto religiose. Io feci catechismo per prepararmi alla comunione ma mi annoiava così tanto quell’ora di religione che rinviai la cerimonia e poi non l’ho più fatta. Poi però curiosamente sia a scuola che altrove ho avuto un bellissimo rapporto con tanti preti che oggi sono miei grandi amici”. La prima comunione non l’ha più fatta: “Un prete mi aveva quasi convinto ma poi mi dissi che forse a sessant’anni era un po’ tardi. Neanche per il matrimonio, io e mia moglie convivevamo già da tempo, lei mi convinse e io posi una sola condizione: che non ci fosse nessuno a parte i testimoni, ovviamente, due soli, Ennio Morricone e gentile signora”. Riguardo al documentario dedicato all’amico fraterno Ennio Morricone racconta: “Eravamo molto intimi e ci frequentavamo con le famiglie. Un rapporto bello e forte nato però da motivi professionali. Del documentario vide solo la prima imbastitura di un’ora con i buchi neri per gli inserti. E rimase toccato dalle immagini del suo maestro. Mi disse ‘Hai fatto bene a metterle’. Poi si commosse. L’unico rimpianto è non essere riuscito a farglielo vedere finito. Ne ha visti tanti, tranne quello che lo riguardava direttamente”.

Giuseppe Tornatore (Foto facebook)

“Del mio film ‘Il Camorrista’ c’è anche una serie che verrà trasmessa”

Giuseppe Tornatore esordisce con il film “Il Camorrista” e ricorda: “La notte precedente al primo ciak non chiusi occhio. All’epoca girai pure una serie tv che non andò mai in onda. Aveva lo stesso cast e i medesimi protagonisti. Non fu mai trasmessa perché il film ebbe disavventure giudiziarie e i produttori decisero di non voler correre altri rischi. Ora è riemersa dai cassetti e presto apparirà ma non so ancora bene dove. Ero in anticipo sui tempi”. “Il Camorrista” fu tra i primi film di Reteitalia, società di produzione di un giovane  Silvio Berlusconi: “Non ci siamo mai conosciuti di persona. Ma tengo a dire che è stato corretto e non ha mai fatto pressioni o critiche. Nemmeno quando Medusa produsse Baaria”. Poi racconta: “In Baaria avevo ricostruito il mio quartiere settant’anni dopo, in modo pignolo e puntiglioso un po’ come in ‘Nuovo Cinema Paradiso’ di quella vita sono ancora profondamente innamorato. Facendo il proiezionista ho imparato che un film orrendo ha lo stesso diritto di un capolavoro e una riproduzione tecnicamente perfetta. È la vera democrazia del cinema”. Giuseppe Tornatore va al cinema almeno due volte a settimana. L’ultimo film visto è “Il ragazzo sul delfino” di Jean Negulesco: “Non un capolavoro ma una Sophia Loren così bella non l’avevo mai notata. Ogni film ha qualcosa che ne consolidi il ricordo. Una sequenza straordinaria. Una colonna sonora. Un attore. Un’idea”. Progetti per il futuro? “Ne ho un paio in cantiere ma non ne parlo. Porta troppa sfortuna. Ogni volta che accenno qualcosa, inevitabilmente succede chissà cosa e tutto si arena”.

Pubblicato il 23/07/2023 07:54

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