Chiara Ferragni, in mezzo a tanti detrattori, può vantare un ammiratore di un certo spessore. Si tratta di Gian Mario Anselmi, italianista dell’università di Bologna, che all’imprenditrice digitale ha dedicato la sua ultima fatica, “La rivoluzione gentile. Come Chiara Ferragni ha cambiato il nostro tempo”, pubblicato da Piemme, in uscita il 6 febbraio. Lo studioso è un estimatore accanito dell’intelligenza femminile ed è affascinato dall’astuzia e dalla professionalità di Chiara Ferragni. Poco importa che in questo momento l’imprenditrice stia facendo i conti con uno scandalo dietro l’altro. A tal proposito, intervistato dal “Corriere della Sera”, dice: “Chiara Ferragni credo sia in buona fede. Della storia del pandoro ho letto sui giornali. Credo si risolverà. Io comunque avevo cominciato a scrivere ben prima e con la casa editrice siamo andati avanti”.
“Ferragni è stata abilissima a usare fin dall’inizio Instagram come strumento autobiografico e narrativo”
La sua passione per le donne belle e capaci viene da lontano. “Da bimbo ero innamorato di Virna Lisi giovanissima in ‘Ottocento’, teleromanzo in bianco e nero di Anton Giulio Majano in Rai – racconta – Jane Austen è l’archetipo della letteratura sentimentale. Su Book Tok, il Tik Tok dei libri, è stato indicato ‘Orgoglio e Pregiudizio’ come riferimento dai ragazzi di adesso”. L’accademico ha 77 anni e svela come si è appassionato alle piattaforme: “Le scoprii nel 2012, quando morì mia moglie e non riuscivo più a tornare alle solite cose”. Viene a conoscenza di Chiara Ferragni attraverso le serie tv. Il suo libro cerca di raccontare l’importanza della cultura che cambia nel nostro Paese. “Come studioso delle forme narrative – dice il professore – non sopporto gli snob, le puzze sotto al naso. Ferragni è stata abilissima a usare fin dall’inizio Instagram come strumento autobiografico e narrativo. I social non sono cattivi, dipende come li usi. Per il resto si vedrà”.
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L’unico incontro in una profumeria: aveva vinto un buono per incontrarla
Nonostante le abbia dedicato un libro Gian Mario Anselmi non conosce Chiara Ferragni, di lei non ha neanche il numero di telefono. C’è stato un solo incontro tra i due in una profumeria bolognese che aveva distribuito dei buoni premio per assistere a un evento con Chiara Ferragni e avere l’opportunità di incontrarla. In quell’occasione il professore non aveva perso l’occasione di farsi scattare alcune foto con la sua beniamina. “È il mio idolo – dice senza troppi giri di parole – mia figlia ha vinto, io ci sono andato al suo posto”. Di Chiara Ferragni aveva già parlato in un altro suo saggio: “L’infinito narrare nel nuovo Millennio: il gioco della letteratura”. “Il sistema narrativo è complesso e multiforme – spiega il professore -. Proprio per le stupefacenti innovazioni informatiche e tecnologiche è in grado di ampliare a dismisura il nostro desiderio infantile e al tempo stesso adulto di storie. Il libro, tradizionalmente inteso è solo uno dei tanti attori in campo”.
“Il narrare, specie autobiografico – prosegue – è alla base del successo di molti social a partire da Instagram che è stata in questo senso la piattaforma di lancio di tanti influencer dei nostri giorni, prima fra tutti Chiara Ferragni”. “I ragazzi sono diversi da noi. La loro cultura si forma per molte strade”, conclude l’accademico.