Ex poliziotto sopravvissuto all'alluvione in cui morirono la compagna e la figlia cambia sesso - Perizona Magazine

Ex poliziotto sopravvissuto all’alluvione in cui morirono la compagna e la figlia cambia sesso

Daniela Vitello

Ex poliziotto sopravvissuto all’alluvione in cui morirono la compagna e la figlia cambia sesso

| 14/01/2021

All’anagrafe è ancora Enzo Giagoni ma, una volta completato il complesso percorso di transizione iniziato un anno fa, anche per […]

All’anagrafe è ancora Enzo Giagoni ma, una volta completato il complesso percorso di transizione iniziato un anno fa, anche per la legge sarà Carla Baffi. 55 anni, romana, ex poliziotto con 30 anni di servizio alle spalle, Carla racconta in un’intervista a “La Nuova Sardegna” di essersi sempre sentita donna ma di aver represso il suo vero io per non far soffrire gli altri. Cinque anni fa, ha detto basta e ha deciso di uscire allo scoperto.

“Sono Carla. E ora sono quella che sono sempre stata. Non potevo più continuare a farmi del male costringendomi a vivere una vita che non sentivo mia – spiega – Ho dovuto far morire Carla mille volte rinnegando me stessa, il mio vero essere, per non far soffrire gli altri. Ora è tempo di essere liberamente, fisicamente e totalmente Carla”.

La compagna e la figlia di 23 mesi morte nell’alluvione del 2013

Alle spalle Carla ha una tragedia che l’ha segnata ma che, tiene a precisare, non ha influenzato in alcun modo la scelta di cambiare sesso. Carla è sopravvissuta all’alluvione del 18 novembre 2013, a Olbia, ma ha visto morire sotto i suoi occhi la compagna Patrizia e Morgana, la bimba di 23 mesi nata dalla loro unione. Mamma e figlia furono trascinate via dalla piena.

“Quella che sono ora non è una conseguenza del trauma subito”

“Cinque anni dopo la loro morte ho deciso di dire basta: non potevo più continuare a nascondermi – racconta – Ho deciso di uscire allo scoperto. E di combattere per essere me stessa. Quasi tutti ormai sanno di Carla e io mi sento felice e libera di esserlo. Non indosso più abiti maschili, me ne sono disfatta. Racconto di me perché voglio che sia chiaro a tutti una cosa: quella che sono ora, non è un riflesso o una conseguenza del trauma subito nella tragedia di sette anni fa. Voglio demolire preconcetti o idee sbagliate: Carla è sempre esistita, è sempre stata dentro di me, ma non potevo farla vedere agli altri”.

“Ho avuto quattro donne nella mia vita e tutte sapevano”

“Ho avuto quattro donne nella mia vita, tutte importantissime – svela – E tutte sapevano. Alcune hanno accettato la mia parte femminile, altre no. E io per non perdere il loro amore, nascondevo Carla, la reprimevo. Spesso le persone con cui parlo mi chiedono se sono sicura di ciò che sto facendo, se sia la cosa che desidero. La mia risposta è sì, è ciò che ho sempre desiderato. Non rinnego nulla della vita di Enzo perché mi ha dato due splendide figlie, la più grande che ha 30 anni, nata dal mio matrimonio, e la piccola Morgana, avuta con Patrizia, ma col senno di poi, vedendo la serenità con cui vivo ora e la conflittualità che Enzo aveva dentro se stesso e nelle relazioni con le donne, mi dico che avrei dovuto cominciare il percorso molti anni fa. Avrei dovuto far nascere Carla prima anziché farla morire continuamente per non far soffrire gli altri”.

Smessa la divisa (Enzo fu riformato per “stress da trauma psicologico”, ndr.), Carla si augura di trovare un lavoro. “Per me affermare la mia vera identità è fondamentale – dice – Spero di realizzarmi presto anche sotto l’aspetto professionale, trovare un lavoro ora è molto difficile, molti non capiscono la natura di una transgender”.

“Mia madre mi ama e piano piano si abituerà”

Infine, Carla racconta la reazione di sua madre Teresa che oggi ha 90 anni: “Ho cercato prima di farglielo capire e poi gliel’ho detto chiaramente. ‘Ti ho partorito come Enzo, per me è difficile accettarlo’, mi ha detto. Ma, poi, un giorno l’ho vista che mi lavava un vestito, un altro giorno mi ha consigliato di usare la piastra per i capelli come fanno le mie sorelle perché mi lamentavo dei miei ricci… Mi ama e piano piano si abituerà. Ci vuole tempo per tutti. Ma io in questo tempo che serve agli altri, continuerò a percorrere la mia strada. Chi mi vuole bene, capirà”.

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