Qualche giorno fa Francesco Selvi, inviato del programma Mediaset “Dritto e Rovescio”, è finito in ospedale con un trauma distorsivo […]
Qualche giorno fa Francesco Selvi, inviato del programma Mediaset “Dritto e Rovescio”, è finito in ospedale con un trauma distorsivo e un’escoriazione alle ginocchia e cinque giorni di prognosi dopo essere stato spintonato da Beppe Grillo. Il giornalista aveva intercettato il comico, tra i fondatori del M5S, sulla spiaggia davanti alla sua villa toscana per porgli una domanda su Giorgia Meloni. Selvi non si aspettava di certo una simile reazione.
“Lunedì 7 settembre, spiaggia di Marina di Bibbona. Mi trovavo lì, inviato per la trasmissione di Rete 4 “Dritto e Rovescio” per intervistare Beppe Grillo – racconta l’inviato di “Dritto e Rovescio” in una clip mandata in onda durante la prima puntata stagionale della trasmissione – Lo incrocio all’interno di un bar sulla spiaggia. Grillo mi sfila di mano immediatamente il telefonino, gli spiego che il telefonino è mio, lo riaccendo e succede questo. Mi spruzza addosso del gel sanificante e poi mi dà una spinta molto violenta che mi fa cadere su una struttura alla base di tre scalini di legno”.
Grillo, incalzato successivamente da un collega di Selvi, non ha voluto chiedere scusa.
Ieri sera il conduttore Paolo Del Debbio ha speso parole durissime nei confronti del comico.
“Siccome c’è un fatto personale, allora mi tocca intervenire – ha detto in un lungo editoriale – L’ho fatto solo un’altra volta a proposito del fascismo, ma qui ci siamo vicini. L’ambiente mentale è quello. Innanzitutto la nostra solidarietà va al nostro Francesco Selvi, un inviato che non si meritava di essere buttato giù dalle scale da un leader politico, da un fondatore del M5S che ha una piattaforma che si chiama Rousseau che penso l’abbiano presa da Jean-Jacques Rousseau. Infatti invierò a Grillo tutte le opere in francese e in italiano di Jean-Jacques Rousseau perché mi pare che gli debba dare una ripassatina. Rousseau elogiava il buon selvaggio, non il cattivo selvaggio. Cioè quello che sei stato tu in questa occasione. Il buon selvaggio di Rousseau era la persona che non era corrotta dai costumi, invece tu sei un corruttore di costumi perché un leader politico non tira giù da una scala un giornalista.
Perché ce l’hai con i giornalisti? Fattela con me. Io vengo da un quartiere popolare di Lucca, non so dove sei nato tu. A me non fai paura, caro Grillo. Non è che ti sto minacciando perché non meriti. Sei un poveretto. È proprio un problema di ignoranza tua. Il passaggio dall’essere comico all’essere tragico è un importantissimo passaggio nella storia della letteratura greca, se vai a dare un’occhiata, si compra anche a poco, so che sei particolarmente tirchio…quindi la trovi usata. E’ importantissimo perché si passava dal parlare di argomenti più bassi ad argomenti più alti. Ho l’impressione che il tuo sia un caso di senilità, il passaggio precoce dal comico al tragico. Senilità che come dice Italo Svevo in due opere importanti va curata perché uno che fa una cosa così bisogna che si interroghi su se stesso. Mi fai un baffo perché il problema non è mio ma è tutto tuo, della tua esistenza e della vita che fai che sono ca**i tuoi. Però quando vuoi attaccare qualcuno, se non c’hai sotto due noccioline ma due cogli***, attacca quelli tipo me che sono più forti. Non mi fai nulla perché se ti comporti così sei veramente un poveraccio. E ho speso anche troppe parole”.
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