“Paura di morire? Un po’ sì. Non sono un ipocondriaco, è che si tratta di una malattia ancora misteriosa e […]
“Paura di morire? Un po’ sì. Non sono un ipocondriaco, è che si tratta di una malattia ancora misteriosa e letale. Mi turbava parecchio la raccomandazione di stare attentissimo ai problemi respiratori: se li avessi avuti, allora il virus stava vincendo… Per fortuna qui brutti sintomi non sono mai arrivati. L’ansia più grande era per mio figlio, tredicenne. Anche mia moglie ha preso il virus. Avevamo il terrore di aggravarci e finire in ospedale. Cosa ne sarebbe stato di Emanuele?”. A parlare così in un’intervista a “Oggi” è Giacomo Poretti.
Il settimanale l’ha intervistato a Bergamo dove il comico del trio “Aldo Giovanni e Giacomo” è tornato in scena con il monologo “Chiedimi se sono di turno” dove ripercorre anche i suoi 11 anni di lavoro come infermiere. “La mia missione era diventare calciatore e vincere la Coppa dei Campioni – confessa – Poi, si sa, nella vita ci sono i compromessi. Anche perché c’erano una cinquantina di mestieri che non ho potuto intraprendere a causa della mia statura”.
Giacomo Poretti: “Ho passato 8 giorni a controllare il respiro”
In un’intervista rilasciata lo scorso maggio al “Corriere della Sera”, Giacomo Poretti aveva raccontato come e quando ha scoperto di aver contratto il coronavirus: “Sono tornato da una settimana bianca il 7 marzo. Il giorno dopo avevo dolori alle ossa e una profonda debolezza. Ho avuto 8-9 giorni di febbre altissima, vicino ai 39. Così forte non l’ho mai avuta”.
Il comico aveva ammesso di avere avuto paura: “Mi sono letteralmente cag**o addosso, perché mai come in questa situazione evocare l’ospedale era come evocare il cimitero. Ho passato 8 giorni a controllare il respiro. Quando è finita la febbre è iniziato un periodo di spossatezza, come se avessi fatto 5 maratone di New York… Ricordo che una mattina non sono riuscito nemmeno ad aprire la caffettiera per quanto ero debole. Adesso grazie a Dio è finita”.
Anche la moglie di Poretti, Daniela Cristofori, si è ammalata: “A lei la febbre è durata solo due giorni. Ha perso però olfatto e gusto. Le donne reagiscono meglio, sono davvero sempre più forti di noi”.