Franca Leosini: "La donna che accetta la violenza dell'uomo è complice" - Perizona Magazine

Franca Leosini: “La donna che accetta la violenza dell’uomo è complice”

Daniela Vitello

Franca Leosini: “La donna che accetta la violenza dell’uomo è complice”

| 07/09/2020

Lo scorso luglio Franca Leosini finì nell’occhio del ciclone per aver detto, durante una puntata del suo seguitissimo programma “Storie […]

Lo scorso luglio Franca Leosini finì nell’occhio del ciclone per aver detto, durante una puntata del suo seguitissimo programma “Storie Maledette”, a Sonia Bracciale accusata di essere mandante dell’assassinio dell’ex marito: “Lei ha un quoziente di responsabilità come lo hanno tutte le donne che al primo omaggio di uno schiaffone non mollano l’uomo che si è permesso di darglielo”.

In un’intervista rilasciata a Maria Berlinguer per il quotidiano torinese “La Stampa”, la giornalista dice che “la frase è stata volutamente falsata”. “Se una accetta di subire una situazione diventa non dico responsabile, ma complice del suo carnefice – spiega – Se una donna, una ragazza, ha vissuto in una famiglia dove il padre, come si dice a Roma, corcava regolarmente la madre e la madre subiva e non era capace di reagire è matematico che possa introiettare questi comportamenti. Trovarli normali e quindi accettare un maschio che si comporti così con lei. Per questo dico a tutte le donne che al primo schiaffone devono scappare”.

La Leosini aggiunge che anche dietro un maschio violento spesso c’è l’ambiente in cui è cresciuto e da cui proviene. “Nella mia esperienza ho visto che la violenza è sempre figlia di comportamenti violenti, di uno stile di vita dove c’è il dominio dell’uomo e la rassegnazione delle donne – dichiara – Ci sono famiglie drammatiche. Genitori che sono un modello sbagliato. Se un ragazzino vive in un ambiente di camorra o di mafia avrà molte più possibilità di diventare camorrista o mafioso. La coazione a ripetere è in ogni manuale di psicologi, anche nel più banale. Un ragazzo che ha visto il padre menare la madre lo rifarà. E le donne che non reagiscono, che non riescono a lasciare e prendere le distanze da un compagno violento non hanno alcuna autostima. Spesso c’è dietro anche un vuoto culturale”.

E alla giornalista che sottolinea come la violenza sulle donne non sia solo nei ceti disagiati replica: “I maneschi sono più dove la cultura è meno frequentata, in altre situazioni magari non c’è bisogno di arrivare a esserlo. La violenza e l’umiliazione non è detto che debbano passare per un gesto fisico. Il dominio può essere esercitato in altri modi altrettanti violenti. Umiliando le donne in modo più subdolo. Ma ribadisco che al primo schiaffo te ne devi andare perché altrimenti dai un lasciapassare, poi diventa uso di vita. Io comando tu obbedisci. Purtroppo succede molto più di quanto sia raccontato. Magari finisce nei trafiletti di cronaca fino alla tragedia. E mi dispiace dirlo ma accade più al Sud”.

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