Checco Zalone e la cena ad Arcore: "Torno dal bagno, sento delle voci e trovo Berlusconi con...." - Perizona Magazine

Checco Zalone e la cena ad Arcore: “Torno dal bagno, sento delle voci e trovo Berlusconi con….”

Daniela Vitello

Checco Zalone e la cena ad Arcore: “Torno dal bagno, sento delle voci e trovo Berlusconi con….”

| 23/12/2019

Il suo nuovo film “Tolo Tolo” non è ancora uscito e Checco Zalone è già nell’occhio del ciclone per via […]

Il suo nuovo film “Tolo Tolo” non è ancora uscito e Checco Zalone è già nell’occhio del ciclone per via di “Immigrato”, la canzone che fa da colonna sonora alla pellicola e che ha anticipato il suo arrivo nelle sale.

“Purtroppo non si può dire più nulla – commenta il regista e attore barese in un’esilarante intervista al “Corriere della Sera” – Se riproponessi certe imitazioni di dieci anni fa, tipo quella di Giuliano dei Negramaro, mi arresterebbero. Oggi non potrei scherzare come facevo, che so, su Tiziano Ferro, o sugli uomini sessuali”.

Come ricorda il giornalista Aldo Cazzullo, qualcuno ha detto che Zalone è diventato razzista. “Escludo che qualcuno possa essere così stupido da pensarlo davvero – replica- Non sono razzista neanche verso i salentini, che per noi baresi sono i veri terroni. E neppure con i foggiani, anche se molti di loro si sono risentiti per una canzone che ho cantato da Fiorello. Ne approfitto per chiedere scusa ai foggiani: lo giuro, non penso che appartengano a una razza inferiore… E chiedo scusa pure ai calabresi: nel nuovo film c’è una battuta terribile su Vibo Valentia”.

La conversazione si sposta sulla politica. “Sono del 1977 – dice Zalone – Ho votato per la prima volta nel 1996: Berlusconi secco. Perse. Per un po’ mi sono astenuto. L’ ultima volta ho votato Renzi. E ha perso pure lui”. A Cazzullo che gli chiede se abbia mai conosciuto Berlusconi replica così: “Sono stato una volta ad Arcore, a cena con lui, il figlio Piersilvio, il mio produttore Pietro Valsecchi, Giampaolo Letta e la mia compagna Mariangela. Era nata nostra figlia Gaia, e per festeggiare bevemmo solo vino di Gaja, il migliore del mondo. Alle dieci di sera Berlusconi si alza sospirando: ‘Scusate, ma devo andare a scrivere le memorie difensive del processo. Cosa mi tocca, a quasi ottant’ anni…’. Un’ora dopo, completamente ubriaco, mi faccio accompagnare al bagno. Ma al ritorno mi perdo nei meandri della villa. Mi oriento ascoltando una voce familiare entro in una stanza, e trovo Berlusconi con sette donne: la Pascale e le sue amiche. Tutte vestite. Lui recitava la parte del prete, che ascolta in confessione i peccati. Mi indignai. Berlusconi con sette donne, tutte vestite!? E le tradizioni? I valori di una volta?”.

Nel corso della lunga intervista, il comico pugliese parla anche dei suoi due fratelli: “Fabio è uguale a me, solo che è povero. E ancora più cinico. Ogni volta che esce un nuovo film e cado in preda all’ansia, alla paura, alla depressione, mi canta balbettando la sigla di Meteore, il programma su quelli che hanno avuto successo una volta sola. Quando parla con me, balbetta. Con le ragazze invece è spigliatissimo. Fa lo steward. Prima Ryan Air. Ora è stato promosso alla Norwegian. Capocabina. Una pacchia: dopo ogni volo transoceanico, per legge deve stare tre giorni a Manhattan. Gli hanno offerto 40 mila euro per andare all’Isola dei Famosi come fratello di Checco Zalone. Mi ha telefonato: ‘Se me ne dai tu 45 mila, non vado’. Non è andato”.

E poi c’è Francesco. “E’ il piccolo di famiglia, anche se è enorme – racconta – Ha dieci anni meno di me e lavora nel cinema: attrezzista. Ruolo fondamentale. Se devi girare trenta volte la scena di una porta che sbatte con la maniglia che si stacca, devi riattaccare trenta volta la maniglia. Se servono due ore per girare una scena con il caminetto acceso, il fuoco va tenuto acceso con la stessa intensità. Una grande seccatura”.

Zalone ammette di essere laureato in Legge ma di “non ricordarsi niente”. “Ho anche dato un concorso da ispettore di polizia – confessa – Per fortuna non mi hanno preso. Zia Lina tentò di farmi assumere da un avvocato: sarei dovuto andare a fare le fotocopie nello studio di Francesco Paolo Sisto, l’onorevole di Forza Italia. L’ altro giorno l’ ho incontrato in aereo e gli ho chiesto: ‘Fammi ‘na fotocopia, dai’”.

Checco definisce “orribile” il periodo in cui faceva il rappresentante di medicinali. “Piazzavo molta amuchina, che a Bari andava forte per paura del colera. E i cerotti per non russare, che però restarono invenduti”, racconta. Suonare ai matrimoni, invece, “era un mestiere redditizio, perché in Puglia il matrimonio va molto”. “Settanta euro a serata – svela – La cantante, serissima, annunciava: ‘Dopo questa canzone saranno serviti gli antipasti’”.

Il pubblico era variegato: “C’era di tutto. Anche pregiudicati con amici e parenti in galera. Presi l’abitudine di esordire così: ‘Il concerto è dedicato ai reclusi della casa circondariale di Taranto, con augurio di presta libertà’. Al Nord scoppiavano a ridere. Al Sud scoppiava un applauso sincero: mi prendevano sul serio”.

Sul fronte sentimentale, Zalone confida di aver avuto soltanto due storie: “La prima è durata dieci anni. La seconda (con Mariangela Eboli, ndr.) dura ancora adesso. E sa qual è il segreto? Me l’ ha fatta sudare per una vita. Mariangela cantava in un piano bar della provincia barese, un posto un po’ triste. Io ero con un’ amica che non mi considerava, e per ingelosirla vado da questa cantante, bella, prosperosa, a dirle: ‘Io suono ai matrimoni, se ti interessa…’. Le interessava. Sono innamoratissimo. Dopo Gaia è arrivata un’altra bimba, Greta”.

Checco racconta anche di quella volta che non lo vollero a Sanremo: “Volevo prendere in giro Povia, che aveva fatto una canzone agghiacciante, ‘Luca era gay e adesso sta con lei’; come se l’omosessualità fosse una malattia da curare. L’ idea era salire sul palco dell’ Ariston con una medicina in mano, il Frociadil 600, ovviamente una supposta. Gli autori mi fecero capire che non era il caso”.

“L’unico amico vero che ho nel mondo dello spettacolo è il mio quasi omonimo, Kekko dei Modà – chiosa – Siamo anche stati in vacanza in Sardegna insieme, le nostre figlie sono coetanee. A raccontare le barzellette è molto più bravo di me. Sono affezionato anche a Gigi D’ Alessio. Non l’ho mai visto in vita mia. Ma quando i critici stroncarono il mio secondo film, ‘Che bella giornata’, mi chiamò per consolarmi e mi tenne ore al telefono. Ho visto invece la Tatangelo, e questo mi ha reso ancora più solidale con Gigi D’Alessio”.

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