Ospite di Caterina Balivo a “Vieni da me”, Annalisa Minetti è protagonista dello spazio ribattezzato ”Il Cassetto” nell’ambito del quale […]
Ospite di Caterina Balivo a “Vieni da me”, Annalisa Minetti è protagonista dello spazio ribattezzato ”Il Cassetto” nell’ambito del quale l’ospite della puntata tira fuori da un cassetto un ricordo. Si parte da un body rosa associato agli studi di danza classica intrapresi da bambina dalla cantante e atleta paralimpica.
“Quando ero piccola mi divertivo a imitare Lorella Cuccarini e a ballare nella mia stanza ‘La notte vola’ – racconta – Ho fatto danza classica per 12 anni. Ho vissuto un’infanzia felice avendo vissuto in una famiglia che si è rivelata un insieme di gag improvvisate, come i Robinson. Oggi sono una mamma e credo che i figli abbiano troppi compiti. Preferirei lasciare il mio bambino fino alle 4 a scuola e vorrei più spazio per l’educazione motoria”.
La Minetti ricorda come ha scoperto di non vedere: “Avevo 18 anni quando sono andata a fare la visita dall’oculista e ho scoperto della mia malattia. Ero andata a fare un controllo e il medico mi ha detto: ‘Ma lei le stelle le ha mai viste?’. Effettivamente non le avevo mai viste. Certe volte fingevo di vedere per non sentirmi diversa dagli altri. Quando nasci con un’ipovisione, pensi che gli altri vedano come te. Cresci pensando di essere distratta, disorientata, confusa. Vedi l’insieme, ma non vedi i dettagli. E nei dettagli ci sono le stelle. Quando mi hanno detto che avevo questa malattia e che sarei diventata cieca, ho provato una sorta di sollievo. Ho detto ‘allora non sono rimbambita, non sono distratta. Io non ci vedo’. A casa nessuno ne ha fatto un dramma, tranne mio padre che ha subito il colpo. I miei genitori sono stati tra le mie più grandi fortune”.
Il momento più toccante dell’intervista arriva quando Annalisa, mamma di Elena Francesca e Fabio, confida in lacrime di vivere con dolore il fatto di non poter vedere i propri figli. ”Sono innamorata persa dei mi figli – dice – Non mi lamento di nulla ma mi fa male non poter vedere crescere i miei figli, non poterli vedere, non poter vedere le loro trasformazioni”.
