Ferzan Ozpetek: "Andavo con una donna e le parlavo di un uomo"

Ferzan Ozpetek: “Negli anni ’70 andavo a letto con la mia fidanzata e le parlavo di un uomo”

Germana Bevilacqua

Ferzan Ozpetek: “Negli anni ’70 andavo a letto con la mia fidanzata e le parlavo di un uomo”

| 16/10/2023
Ferzan Ozpetek: “Negli anni ’70 andavo a letto con la mia fidanzata e le parlavo di un uomo”

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Ferzan Ozpetek ha raccontato in un’intervista al “Corriere della Sera” della sua vita e della sua carriera. Dall’arrivo a Roma, a diciassettenne alla fine degli anni ‘70, per seguire la sua passione per il cinema ad oggi. Di quegli anni il regista ammette di avere una grande nostalgia. Il suo quattordicesimo film, “Nuovo Olimpo”, uscirà il 1° novembre su Netflix, dopo l’anteprima alla XVIII Festa di Roma. Una pellicola che parla di una storia d’amore nell’arco di oltre trent’anni, dal 1978 al 2015. Il regista ammette che c’è molto di autobiografico in questo lavoro: “Alla base di tutto c’è una vicenda che mi è successa davvero in quei miei primi anni romani. Un incontro mancato, ci aspettavamo in due luoghi diversi. Da tempo lo volevo usare come spunto, così come, pur avendo sempre dato molta rilevanza ai sentimenti non avevo mai raccontato una vera e propria storia d’amore, più interessato a storie corali. Però scrivendo con Gianni mi sono reso conto che parlando di Enea e Pietro, quei miei ricordi si mescolano a quelli di altri. Ne è uscito un film sulla memoria come unica fedeltà possibile”.
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Stefano Accorsi e Ferzan Ozpetek (Foto Instagram)

“Mina è una persona molto importante per me, il suo giudizio conta moltissimo”

“Nuovo Olimpo” è un film dove è forte il sentimento malinconico: “C’è anche quello, sì. Ho nostalgia di quell’Italia, di quella Roma che io ho amato, in cui ho scelto di vivere. Io andavo veramente a vedere tre film al giorno, cercavo di fare il regista, sognavo di fare del cinema la mia vita, come poi è accaduto. Mi mancano quei luoghi e quelle persone, alcuni dei personaggi ne sono il ritratto fedele”. Poi svela: “Ho dedicato il film a Titti la cassiera del Nuovo Olimpio, un cinema immaginario, e a Alice, la figlia di una mia amica che non c’è più. Titti lavorava come maschera in un cinema dove andavo spesso, mi faceva entrare gratuitamente. Siamo diventati amici, poi è stata male e nel frattempo abitava molto vicino a casa mia, nel quartiere Ostiense. Le ho reso omaggio così”. Ferzan Ozpetek racconta anche del suo stretto legame con Mina: “In quegli anni il suo stile dettava legge, con sopracciglia sottilissime o addirittura senza, gli occhi truccati come lei. Mi è venuto in mente di ispirarci a lei per la cassiera. Mina è una persona molto importante per me. Il suo giudizio conta moltissimo: legge le mie sceneggiature, i miei romanzi, mi consiglia per gli attori. Quando succede qualcosa la chiamo e chiedere a lei. È una donna talmente intelligente, ha un sesto senso che la rende unica”.

Ferzan Ozpetek e Luca Argentero (Foto Instagram)

“Nel 1978 era molto più facile conoscere le persone, al bar, al cinema”

Parlando delle sue opere cinematografiche il regista ammette: “Con il senno di poi, credo di aver precorso i tempi. Ho sempre raccontato la vita com’è. Fin dai tempi de ‘Il bagno turco’ che fece scandalo ma andò benissimo”. Anche in “Nuovo Olimpo” ci sono scene di sesso molto esplicite tra Enea e Pietro. “Anche qui con grande naturalezza, e attenzione per gli attori – sottolinea – che avevano chiaro che stavano interpretando dei personaggi. Come anche Enea e Alice. Non è una forzatura io facevo sesso con la mia amica, andavamo al cinema, poi scappavamo a casa, e io le parlavo del ragazzo che avevo incontrato”. Si era più liberi nel 1978? “Per tanti versi sì. Era molto più facile conoscere le persone, al bar, al cinema, si organizzavano cene all’ultimo momento, un piatto di pasta al sugo e tu magari portavi una bottiglia di rosé Mateus. Nascevano amicizie. Anche lasciate al caso: non c’erano i telefonini, a volte era impossibile ritrovare qualcuno”.

Andrea Camilleri e Ferzan Ozpetek (Foto Instagram)

“Allora la vita si sperimentava, si coglieva l’attimo. Non stavi a dire sono bisessuale”

“Non c’erano i gay bar oppure le chat – continua Ferzan Ozpetek – anche i cinema erano luoghi di incontro. Mi piaceva molto perché vedevo il film, poi rimanevo a rivederlo e magari ti poteva capitare di rimorchiare”.  Poi ammette: “Io all’epoca avevo una fidanzata, appunto, uscivo con lei e le raccontavo del mio incontro con qualche ragazzo. Si mescolavano molto i rapporti, senza preoccuparsi di dare definizioni precise. Allora la vita era così, si sperimentava, si coglieva l’attimo. Non stavi a dire io sono bisessuale. Era una mentalità aperta che poi è cambiata con l’arrivo dell’Hiv, quando si è chiuso tutto”. Il regista ha la capacità di far convivere i vivi e i morti. Nella sua ultima pellicola, tra gli omaggi c’è anche quello a Anna Magnani: “Un’attrice che amo moltissimo. Solo un caso che capiti nel cinquantesimo anno dalla scomparsa, non era detto che sarebbe uscito proprio adesso. Mostro due film suoi, ‘’Mamma Roma’ e ‘Nella città l’inferno’, l’avrò visto almeno 30 volte. È una presenza viva per me. Io vivo tra di chi c’è e chi non c’è più. Mi vengono in mente tutte le persone che ho perso in questi anni, sento la perdita ma anche la presenza, le porto sempre con me”.

Ferzan Özpetek e Margherita Buy (Foto Instagram)

“Tutte le piattaforme mi cercano, mi offrono di tutto”

La scelta questa volta è di far uscire il suo film in piattaforma anziché in sala: “È la prima volta che mi capita – ammette – e sono onorato che prima passi alla ‘Festa di Roma’. È una strana sensazione anche molto bella, nel senso che l’idea di uscire contemporaneamente in 190 Paesi, dalla Thailandia all’ Australia, è una bella soddisfazione”. Inoltre “Le fate ignoranti” sono diventate una serie: “Mi ha incuriosito parecchio. Mi sono divertito anche perché a me piace molto stare sul set. E il successo della serie mi ha portato tante cose, tra cui un’agente americana, per cui ora tutte le piattaforme mi cercano. Mi offrono di tutto. Praticamente una volta a settimana sono su Zoom a parlare con i produttori. Ma per ora nulla che veramente mi convinca”.

Ferzan Özpetek e Kasia Smutniak (Foto Instagram)

“L’immigrazione non si può fermare. I processi umani vanno governati non negati”

Tra i progetti del regista c’è quello di riprendere la tournée di ‘Ferzainede’. “Uno spettacolo nato per caso – racconta – l’ho fatto per aiutare al teatro Ambra Jovinelli all’epoca del Covid. E poi l’hanno voluto in tutta Italia, ovunque sold out, con il pubblico sempre molto caldo. È una sensazione bizzarra: ti metti al posto dell’attore esci sul palco e vedi davanti a te questa folla. È un’emozione rara, sensazioni pazzesche. Ma è il riflesso della mia doppia personalità di regista che si mischia sempre con lo spettatore. Il premio per me più importante di tutti è il fatto di avere questo rapporto con il pubblico. Un affetto ricambiato”. “Qui ho ritrovato Jasmine Trinca per un cameo omaggio a Gena Rowlands e Greta Scarano, bravissima, che è stata una vera scoperta – aggiunge – Il mio prossimo film sarà tutto al femminile, sulle donne. In questo momento di incertezza sono le uniche luci. Sarà anche un tributo alle mie attrici”. L’amore per la sala non passa mai e Ferzan Ozpetek confida di andare ancora spesso al cinema: “Ho amato ‘Io capitano’ di Matteo Garrone, l’ho trovato molto forte, così come ‘Green Border’ di Agnieszka Holland. Viviamo in un mondo in fase di grande confusione e cambiamenti, questi film raccontano in modo diverso una realtà: l’immigrazione non si può fermare. I processi umani vanno governati non negati”.

Pubblicato il 16/10/2023 20:25

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