Minacciata e perseguitata dalla madre di un’allieva: Eleonora Abbagnato tira un sospiro di sollievo dopo la condanna di G.D.S., una 67enne che nel 2016 la prese di mira con lettere, offensive e minatorie, provocandole uno stato di forte stress oltre che paura per la propria incolumità e quella della sua famiglia. Dal 2015 la ballerina palermitana dirige il corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma. La madre della ballerina, insoddisfatta dei ruoli a suo dire “marginali” affidati alla figlia, è passata all’azione inviando lettere a firma di tre ballerini (che si sono poi costituiti parte civile nel processo, ndr) in cui l’étoile veniva accusata di usare “l’ente a suo uso e consumo”.
Eleonora Abbagnato: “Mi sono sentita minacciata, parlava dei miei figli”
“Quando leggo la prima lettera, dove mi si accusa di voler distruggere il corpo di ballo, rimango molto scossa”, ha riferito Eleonora Abbagnato, come riporta il giudice. La seconda lettera è “assai più aggressiva e grave”. “Mi sono sentita minacciata, e lo stesso vale per la mia famiglia – ha spiegato la ballerina palermitana – Parlava della mia vita personale, dei miei figli, parlava di Dio. Ho chiesto a mio marito di tornare più spesso a casa. Ero stata male, mi sentivo sola, soprattutto quando uscivo dal teatro”. Le missive erano state inviate anche a quotidiani e a cariche istituzionali, oltre che alle forze dell’ordine e alla direzione del teatro. Le stesse accuse erano rivolte ad un produttore teatrale, anche lui parte civile nel processo, che collaborava da anni con la direttrice. Il primo a sospettare dell’imputata era stato proprio lui.
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La madre della ballerina incastrata da un barattolo di marmellata
Il coup de théâtre di quest’assurda vicenda ha a che fare con la modalità con cui si è risaliti all’identità della donna, ex insegnante di scienze motorie e anche di danza. I sospetti del produttore teatrale, racconta “Il Messaggero”, “hanno trovato un primo riscontro in un post pubblicato su Facebook sul profilo dell’imputata. Una delle figlie l’aveva menzionata in una foto con tre barattoli di marmellata con un’etichetta scritta a mano: ‘marmellata di ciliegie’. La figlia la ringraziava ‘per aver portato un po’ di Basilicata a Milano’. Il produttore aveva così riconosciuto la grafia della lettera, praticamente uguale a due delle missive inviate sotto falso nome che erano state scritte a mano”. Secondo i periti, la grafia corrisponde perfettamente a quella di G.D.S.
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L’imputata è stata condannata a 2 anni per calunnia
La donna, che si è sempre professata innocente, è stata condannata a 2 anni per calunnia, dovrà farsi carico delle spese processuali e anche risarcire l’étoile in sede civile. Il movente è riportato nella sentenza emessa dal Tribunale di Roma e va ricercato nella “mancata attribuzione di ruoli rilevanti alla figlia ballerina, peraltro selezionata da precedente direttore”. “Evidente nelle missive – si legge nelle carte – la portata offensiva dell’altrui reputazione dei fatti attribuiti alle persone offese, comunicati a più destinatari”.