Stalking e flatulenze al Tg1, 5 dirigenti Rai rischiano il processo

Stalking e flatulenze al Tg1, cinque dirigenti Rai rischiano il processo

Daniela Vitello

Stalking e flatulenze al Tg1, cinque dirigenti Rai rischiano il processo

| 05/05/2023
Stalking e flatulenze al Tg1, cinque dirigenti Rai rischiano il processo

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Sono state chiuse le indagini nei confronti di cinque dirigenti Rai accusati di stalking, lesioni e tentativo di violenza privata ai danni della giornalista del Tg1 Dania Mondini. Tutti e cinque adesso rischiano il processo. La giornalista ha denunciato i suoi superiori accusandoli di averla emarginata, ridimensionata e punita mettendola in stanza “con un collega che non riusciva a trattenere flatulenze ed eruttazioni”. Dania Mondini sarebbe stata vittima di aggressioni verbali e sarebbe stata penalizzata attraverso la realizzazione di servizi brevi e banali. Tutti comportamenti discriminatori messi in atto, secondo l’accusa, con lo scopo di spingerla ad abbandonare il lavoro.

Dania Mondini (Foto da video)

“Un anno fa, tentarono di minimizzare l’accaduto”

“Ci sentiamo di anticipare questa notizia per prevenire eventuali tentativi, come quello accaduto esattamente un anno fa, di sminuire gli avvenimenti oggetto del delicato procedimento penale – dichiarano in una nota Ruggero Panzieri, Francesco Falvo D’Urso e Claudio Loiodice, avvocati di Dania Mondini – Infatti, qualcuno, non certamente noi, aveva divulgato notizie circa una situazione giudicata semplicemente sgradevole, che si stava verificando nella redazione del Tg1 mattina, cercando di minimizzare quello che realmente stava accandendo”.
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Dania Mondini (Foto da video)

“Fatti gravissimi per i quali aspettiamo giustizia da anni”

Non si trattava solo di incresciose e maleodoranti flatulenze – continuano i legali – bensì di fatti gravissimi per i quali da anni aspettiamo giustizia. È l’inizio di questa vicenda processuale, che ci vedrà impegnati nel processo, solo al termine del quale si potrà stabilire la responsabilità degli indagati, ma confidiamo nella giustizia e nell’operato della Procura Generale di Roma”. I fatti risalgono al 2018.


Pubblicato il 05/05/2023 11:31

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