Claudio Bisio, 66 anni, parla di quella che definisce “la terza parte della mia vita” in una lunga intervista al “Corriere della Sera”. Il prossimo 16 ottobre uscirà nelle sale “L’ultima volta che siamo stati bambini”, un film sulla Shoah tratto dal libro omonimo di Fabio Bartolomei che segna il suo debutto da regista dopo 58 film e 6 serie tv che lo hanno visto nelle vesti di attore.
“Mi sono detto: prima che mi propongano ruoli da nonno, devo trovare un’alternativa”
“Da attore ho cominciato da un po’ a recitare ruoli da padre – sottolinea – Mi sono detto: prima che mi propongano ruoli da nonno, devo trovare qualche alternativa. Non pensavo alla regia ma alla produzione, visto che ho fondato, con mia moglie, Sandra Bonzi (giornalista e scrittrice, ndr.), una società, Solea. Cercavo storie per realizzare documentari, fiction, lungometraggi. Sandra ha letto il libro di Fabio Bartolomei che ha lo stesso titolo del film. Me l’ha consigliato, mi ha fulminato. La leggerezza dei bambini, abbinata ad un tema tragico: Seconda Guerra mondiale, Shoah. Ho acquisito i diritti con l’idea di produrre il film. Ho cercato a lungo un regista. Dopo due o tre risposte interlocutorie, i coproduttori, Massimo Di Rocco per Bartleby e Giampaolo Letta per Medusa, mi hanno proposto la regia”.
“Un comico di Zelig che fa un film sulla Shoah? Può suonare male”
“Non so come verrà accolto il film, dalla critica, dal mondo del cinema, dal quale sono sempre rimasto un po’ defilato, anche perché vivo a Milano – spiega – Spero semplicemente che venga intesa la mia sincerità. Un comico di Zelig che fa un film sulla Shoah? Può suonare male. Per questo non vedo l’ora che le persone lo vedano, magari apprezzando il coraggio, la voglia di affrontare un capitolo nuovo del mio percorso. Non c’è altro, nessuna strategia. Solo una bella favola che, per me, valeva la pena di raccontare e, spero, di ascoltare”.
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“I miei due figli Alice e Federico sono fuori Italia ma la loro base resta questa”
“L’ultima volta che sono stato bambino? Forse quando i miei genitori si separarono – confessa – Ero un bimbo ventenne, un po’ troppo cresciuto. Avevo capito che stava accadendo qualcosa di serio in famiglia, decisi di anticipare il servizio militare per poi uscire di casa, mantenendomi lavorando. Del resto i miei due figli, Alice e Federico, anni 25 e 27, sono fuori Italia ma la loro base resta questa, il luogo dove sono cresciuti”. I suoi figli sono “diversi tra loro”. “Alice sta lavorando a Berlino, uno stage – confida – Ha studiato scienze politiche come la sua mamma. Federico si è specializzato in elaborazioni in 3D, si occupa di effetti speciali e postproduzioni video. In qualche modo si è avvicinato al mio mondo. Consigli? Aiuti? Neanche a parlarne”.
“La scelta di farmi operare è stata deliberata, mi ha permesso di dire qualche no”
Claudio Bisio ha da poco ripreso a camminare dopo un’operazione all’anca sinistra. Quest’intervento gli ha consentito di rallentare il ritmo. Una condizione che non gli dispiace. “Ho girato l’ultimo film da attore due anni fa. Sono più tranquillo e più sereno – ammette – Ho fatto domanda per la pensione. Un umarell pronto per i lavori stradali. Poi, qualche progetto con Sandra, dopo vent’anni di matrimonio. Viaggi, più lunghi delle solite vacanze”. Per Claudio Bisio è arrivato il tempo di “fare a meno, andare in profondità”. “Non rinnego nulla di ciò che ho fatto in passato – conclude – oggi mi propongono solo commedie e fatico persino a leggere i copioni. Vabbè. Bellocchio non mi ha mai chiamato e mai mi chiamerà, pazienza, ma ripetere cose che in qualche modo ho già detto non mi attrae granché. La scelta di farmi operare è stata deliberata, avrei potuto aspettare. Ma intanto mi ha permesso di dire qualche no”.