Alvaro Vitali dopo 50 anni di cinema è stato dimenticato e messo da parte. In un’intervista rilasciata a Hoara Borselli per “Il Giornale”, l’attore 75enne racconta come affronta l’oblio. Nella sua carriera vanta un Leone d’Oro alla Carriera dopo 50 anni di cinema. Poi è arrivata la depressione, ma adesso rivela che ad andare in pensione non ci pensa proprio. Alvaro Vitali, nel suo racconto, parte dall’infanzia. “Quando sono nato la guerra era finita da pochi anni. A casa mia c’era molta miseria: eravamo quattro fratelli. Sono nato settimino, minuto”. Poi aggiunge: “Un giorno stavo nel negozio dell’elettricista dove lavoravo, arrivò un mio amico che aveva un impiego nel cinema e mi disse: Alvà, Federico Fellini sta cercando un ragazzetto minutino, piccoletto, un po’ come te, per una parte in un film. Ci vieni a fare il provino? Fellini non sapevo proprio chi fosse. Però dissi di sì e andai a Cinecittà, studio cinque. Era pieno di gente, tutti a provà, gente strana, alti, bassi, circensi, mister, c’era di tutto”.
“Mi ero messo in un angoletto con un ragazzetto di Napoli, piccoletto anche lui – racconta ancora -. Alle sette di sera esce il capogruppo e chiede: Siete entrati tutti? Io dissi: Noi due no. Okay, dai, entrate. C’era tanta luce, una grande scala, e poi vidi questo signore, ma io vedevo solo un cappello e una sciarpetta. E chiese: Chi sa fare il verso del merlo?. Io, capirai, ero specialista: mi misi a fare il verso e non la finivo più. E allora sciarpetta si mise a ridere e disse: Prendete lui che l’altro ancora aspetta il merlo”.
CLICCA E SEGUICI SU FACEBOOK

Alvaro Vitali, dopo quattro film con Federico Fellini il cinema lo ha dimenticato
La collaborazione con Federico Fellini è durata a lungo. “Quattro film – spiega Alvaro Vitali -. L’ultimo Amarcord. Eravamo diventati amici. Lo chiamavo Federico. Si divertiva con me. Raccontavo barzellette, lo facevo ridere. Quando andava a cena spesso mi mandava la macchina a prendere…”. Poi il passaggio al cinema anni ’80. “Un altro colpo di fortuna – ammette -. Era, credo, il 1974, avevo 24 anni ed ebbi una particina nel film La poliziotta, di Steno. C’era una scena nella quale dovevo sparare e io inizio a sparare a caso colpendo tutto meno che l’obiettivo. Un giorno al cinema c’era Luciano Martino, produttore. E quando arrivò la mia scena il cinema scoppiò dalle risate. Così Martino mi segnalò alla Medusa. E iniziò la mia seconda carriera”. Ma il suo personaggio più famoso è senza dubbio quello di Pierino. “La Medusa doveva fare l’ultimo film dell’anno e non c’era un’idea – ricorda -. Allora fu il regista Marino Girolami a suggerirla. Disse: Tutti usano il personaggio di Pierino ma nessuno lo ha mai rappresentato. Facciamo un film su Pierino. E usiamo l’attore più adatto: Alvaro Vitali. Nasce così”.

“Pierino è stata una soddisfazione pazzesca. Mi conoscono pure in Australia”
I film di Pierino sono stati la vera fortuna di Alvaro Vitali ma anche la sua condanna. L’attore racconta un aneddoto: “Non ci credeva nessuno. Alla fine stavamo quasi per lasciarlo a metà. Poi la Medusa decise di finirlo. Tanto così, per non buttare la pellicola. Un giorno stavo in sala di doppiaggio per un altro film, a un certo punto entrano Martino, il regista, tutti i dirigenti della Medusa, si accendono tutte le luci e parte un applauso fragoroso. Chiedo: Che è successo? Dicono: Pierino è uscito in sala a Ravenna e c’è la fila fuori, la gente non riesce ad entrare”. “Pierino è stata una soddisfazione pazzesca -afferma – Mi conoscono pure in Australia però nessuno mi dava più altri ruoli. Ero troppo riconoscibile come Pierino. Sono stato dieci anni fermo. Anni durissimi. Ho fatto un po’ di teatro. Ma io amo il cinema, non il teatro. Fellini mi diceva ‘A te nelle vene non ti scorre il sangue, scorre la pellicola’”.

“Ho recitato con Carlo Verdone, è stato un amico vero. Ha un lato umano straordinario”
L’attore racconta come negli anni dell’oblio sia caduto in depressione: “Non volevo vedere nessuno, non volevo sentire nessuno. Stavo chiuso a casa. Non rispondevo al telefono. Sono stati anni veramente bui. Poi un colpo di fulmine con Stefania Corona. La mia attuale moglie. Mi ha salvato”. L’attore ammette di avere avuto problemi economici: “Il cinema allora non era pagato come oggi. Non sono mai diventato ricco. Però non mi lamento. A nonna dicevo: A no’, tranquilla che mo’ si mangia l’abbacchio tutti i giorni”. Di recente ha recitato nella serie tv di Carlo Verdone, “Vita da Carlo”. “Sì, ho finito l’altro ieri. Carlo è stato fantastico. Ha creduto in me. È stato un amico vero. Ha un lato umano straordinario”, svela.