Sono uscite le motivazioni della sospensione inflitta all’avvocata Alessandra Demichelis. La professionista nota ai più per la sua partecipazione al reality di Rai2 “Pechino Express”. Alessandra Demichelis è stata raggiunta nei mesi scorsi da un provvedimento di sospensione di 15 mesi preso nei suoi confronti dall’Ordine degli Avvocati del Piemonte. Il motivo? Le foto hot pubblicate su Instagram dove l’avvocata ha aperto una pagina, “Dc Legal Show”, per raccontare sui social il mondo legale tra lavoro e mondanità. Le osservazioni sono contenute nelle 50 pagine redatte dal Consiglio distrettuale di disciplina dell’Ordine di Torino e pubblicate in stralci sul “Corriere della Sera”. “Lo show non si addice alla professione legale, ma a una fiction, come la serie tv americana ‘Suits’, cui l’avvocato pare essersi ispirata” scrivono i giudici.
“Sovraesposizione bulimica dell’immagine appropriata per un format di taglio erotico”
Nelle immagini pubblicate si riscontra una “sovraesposizione bulimica dell’immagine e dell’aspetto fisico appropriata per un format di taglio erotico”. I cinque giudici del collegio hanno giudicato la condotta della legale lontana dai principi di “serietà e sobrietà” ai quali dovrebbe ispirarsi l’esercizio della professione. Le accuse? L’avvocata è “responsabile di accaparramento di clientela con tecniche non lecite per farsi conoscere e per ricavare notorietà”. E con il suo comportamento ha compromesso “modo rilevantissimo l’immagine della professione forense, tenendo un comportamento complessivo particolarmente sprezzante, gravissimamente irrispettoso delle istituzioni forensi”.
“Inginocchiata sotto la scrivania: una foto davvero inqualificabile e svilente”
Alessandra Demichelis è rea di aver pubblicato sul suo profilo Instagram “immagini sue e di una collega inizialmente all’insegna di eleganza ricercata e lussuosa, onde fornire al pubblico immagini di professioniste di elevato successo, accattivando il pubblico social con l’esposizione di due belle donne, raffinatamente abbigliate e agghindate e sempre accompagnate da accessori di lusso in bella mostra e non in posizioni ‘naturali’, in un misto di ‘pubblicità occulta’ (ai marchi) e/o autoreferenzialità del lusso”. Poi, spiega la sentenza, “si è virato verso immagini del tempo libero atte a destare attrazione fisica, con generosa esposizione delle forme”. Tre in particolare le foto attenzionate dal collegio: quella in cui la legale è “inginocchiata sotto la scrivania dell’attuale collega di studio, seduto a gambe aperte: una foto davvero inqualificabile e svilente”. Un’altra in cui “Demichelis è in bagno, in nudo quasi integrale” e ancora “un’immagine con pretenziosità erotiche, che la ritrae da tergo, a schiena nuda e con la toga reclinata all’altezza dei fianchi”. La commissione parla apertamente di violazione dei capisaldi della professione: “I parametri di probità, dignità e decoro che permeano chi svolge la professione di avvocato nel suo essere, a tutto tondo, anche nel privato; a differenza di lealtà e correttezza, che vincolano l’avvocato nel suo fare”.
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“Gravemente compromessa l’immagine della professione forense”
Citata anche la foto in cui Alessandra Demichelis indossa la toga ai fianchi e con la schiena nuda definita come “l’apice della gravità deontologica poiché la toga è simbolo in qualche misura, laicamente, sacrale per l’avvocatura”. “Un dispregio ancora più accentuato in rapporto all’avvocatura femminile – stigmatizza il collegio – Da una parte fatiche e grandi sforzi quotidiani, per portare con orgoglio la toga, dall’altra indossata per suscitare pulsioni ed emozioni erotiche”. “Con i propri comportamenti nella vita privata – si legge – l’incolpata ha incrinato non solo la propria reputazione, ma ha gravemente compromesso l’immagine della professione forense”. E ancora: “Vi è stato strepitus fori, perché la vicenda ha creato allarme e perplessità non solo nell’ambiente professionale, ma anche e soprattutto nella collettività generale, con lesione del prestigio, decoro, credibilità e immagine della classe forense”. Infine: “Reputa questo collegio che anche le numerosissime immagini dell’incolpata correlate all’alcol (assaporando calici di vino anche durante interfaccia con terzi) non siano esattamente commendevoli per il decoro della categoria”. I giudici aggiungono che il movente del comportamente della legale è da ricercare nella “notevole dose di egocentrismo e narcisismo”. Sarebbero quindi ritenuti ragionevoli i 15 mesi di sospensione, pena che risulta addirittura attenuata “per la giovane età e l’inesperienza e dall’assenza di precedenti disciplinari”.
La reazione di Alessandra Demichelis
Alessandra Demichelis non ha perso tempo e ha commentato sui social le motivazioni esposte dal collegio. “Finalmente siete arrivate – ha detto su Instagram – Ma non sarete stati magnanimi e indulgenti? Ma che bell’agosto che mi attende”. L’avvocata adesso dovrà preparare il ricorso al consiglio nazionale forense “senza poter beneficiare dello stop estivo”. “Hanno scritto una cosa giusta – si sfoga – che banalizzo questo procedimento. Trovo assurdo che mi abbiano fatto un disciplinare per delle foto pubblicate su Instagram”. E aggiunge: “Alt. Il primo esposto mi è stato fatto quando non era stata pubblicata alcuna foto sconveniente. Quelle furono la risposta alla gogna mediatica e l’esposto del consiglio. Le condotte sono state gravissimamente lesive dei doveri di dignità e decoro, scrivono i giudici: avere aperto una pagina Instagram e aver postato delle foto vestita con tailleur e con borse griffate? Perché, ripeto, le foto cosiddette sexy non c’erano”.
“Se non avessi una quarta di reggiseno e non avessi il sedere che ho, andrebbe tutto bene?”
La legale contesta: “Hanno scritto ‘generosa esposizione delle forme’: se non avessi una quarta di reggiseno e non avessi il sedere che ho, andrebbe tutto bene? A una che ha una prima non le avrebbero dato 15 mesi? Nella foto in cui ero alle terme di Torino avevamo entrambe l’accappatoio super chiuso. Ma vorrà dire che invece che a Saint Tropez, la prossima volta andrò in una fattoria a dare da mangiare agli animali”. Riguardo alla foto incriminata che la ritrae in ginocchio sotto il tavolo del collega dice: “Ah. E sa cos’ha detto il professor Carlo Taormina quando l’ha vista: è chiaramente ironica e goliardica”. Lo sfogo si conclude cosi: “Dicono: invece che fare foto e video, lavorasse. Io lo faccio, dovrebbero farlo anche quelli che commentano sotto le immagini, perché a ognuna ce ne sono decine, sempre. Ogni tanto, nei week-end esco, e vado anche nei ristoranti stellati: è un problema? Dicono che conducono una vita di questo livello? Non so cosa dire: lavorate di più, impegnatevi di più, così vi toglierete delle soddisfazioni. Io non giudico chi la sera va a casa a mangiare pasta e fagioli, così non vorrei essere giudicata io”.