“Un guerriero animato dalla fede, mandato tra noi dalla forza dello Spirito Santo”: così Al Bano Carrisi ha definito Papa Francesco dopo aver appreso della sua scomparsa. “E per chi non crede, rifletta sulla forza dello Spirito Santo. Grazie Papa Francesco”, ha aggiunto a corredo di uno scatto che lo ritrae insieme al Pontefice morto lo scorso 21 aprile a 88 anni. “Se un ateo guarda quello che ha fatto non può non credere. In lui, nella piazza gremita che lo piange, c’è la verità del vivere bene”, afferma in un’intervista al “Corriere della Sera” in cui svela di aver deciso di non partecipare al funerale del Santo Padre per un motivo ben preciso. “Per rispetto verso il Papa e la cerimonia – spiega – So che non potrei fare un passo senza che qualcuno mi chieda un autografo o un selfie. E, in un’occasione solenne come questa, mi dispiacerebbe molto. Quindi, preferisco evitare sia il funerale sia la visita nella Basilica di San Pietro”.

L’infarto durante le prove e l’intervento d’urgenza
La morte di Papa Francesco “è stata una botta per tutti, un grande choc”. Al Bano Carrisi lo ha incontrato svariate volte “ma due sono significative”. “Il 9 dicembre del 2016 stavo provando per il Concerto di Natale al quale avrei dovuto partecipare all’Auditorium della Conciliazione di Roma, non lontano dal Vaticano – racconta – Salendo sul palco, sentii un dolore fortissimo al petto, erano fitte lancinanti. Mi portarono d’urgenza all’ospedale Santo Spirito. Era un infarto. Chiesi se potevo farmi operare dal mio chirurgo di fiducia a Milano. E la risposta fu: ‘Se vuole fare la fine di Pino Daniele, vada pure….’. Non potevo aspettare. Firmai subito per l’intervento e mi operarono la notte stessa. Ho assistito a ogni passaggio dell’operazione che veniva eseguito con una freddezza che mi stupiva e che trovo ammirevole. Poi tornai in albergo”.

Al Bano e l’incontro con Papa Francesco dopo l’operazione
“Non ho potuto cantare, però quattro giorni dopo avevo l’appuntamento con il Papa e non volevo mancare – ricorda il cantante di Cellino San Marco – I medici mi suggerirono di stare a riposo, ma io risposi con una battuta: ‘Se devo morire, meglio che accada di fronte al Papa’. Quindi, andai all’incontro, il mio primo con Papa Francesco. Mi toccò il cuore il suo prodigarsi totalmente da Papa e da papà, il suo accarezzare gli ammalati, donare sorrisi. È impossibile da dimenticare. Mi impartì la benedizione e mi conquistò. Se la sua benedizione ha funzionato? Non sono morto. Sono sicuro che lo Spirito Santo, il 9 dicembre del 2016, fosse a due passi dall’Auditorium della Conciliazione”.
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“Francesco è stato un Papa vero, come Giovanni Paolo II”
Due anni fa, un altro incontro. “Avevo fissato un altro appuntamento con il Papa. Volevo portargli un ospite che arrivava dal Madagascar – confida Al Bano Carrisi – Ma mi chiamarono dal Vaticano dicendo che non sarebbe riuscito a riceverci. Non mi arresi e mi presentai alla gendarmeria, chiedendo udienza. Il Papa acconsentii. Parlammo di tutto. In particolare, di come era lui da piccolo. Diceva, sorridendo, che aveva imparato tutte le più brutte parole, ma che non le praticava. Gli parlai delle mie incisioni discografiche, del mio duetto con Caruso. Furono i 45 minuti più indimenticabili della mia vita. Lo trovai bene, il peso dell’età era evidente, ma anche il peso della volontà di farti capire che il Papa c’è e ti ascolta. Francesco è stato un Papa vero, come Giovanni Paolo II”.

Al Bano: “Non gli parlai di Ylenia, cerco sempre di evitare di farlo”
Il cantante non parlò con il Pontefice della scomparsa della sua primogenita Ylenia di cui non si hanno più notizie dal 1994 quando svanì nel nulla a New Orleans. “Non tratto mai l’argomento di Ylenia, cerco di evitarlo – confessa – Mi ero allontanato con rabbia dalla fede. Inveivo, mi sentivo abbandonato da Dio per il dolore stavo provando. Ma, proprio nella tragedia, ho scoperto la fede. Mi sono detto: da cristiano chi pensi di essere per non riuscire ad accettare quello che Dio ha provato, ovvero la morte di suo figlio in croce?”.