Nelle scorse ore, Nando Dalla Chiesa – fratello di Rita – ha affidato al proprio blog un ricordo davvero toccante […]
Nelle scorse ore, Nando Dalla Chiesa – fratello di Rita – ha affidato al proprio blog un ricordo davvero toccante dell’ex cognato Fabrizio Frizzi. Il popolare conduttore, scomparso a 60 anni il 26 marzo, e la sorella di Nando Dalla Chiesa hanno condiviso 16 anni di vita. E’ normale dunque che i ricordi siano tanti.
Nel giorno dei funerali del presentatore, Nando Dalla Chiesa ha omaggiato l’ex cognato ricordando come Frizzi, “per amore e per senso di giustizia”, avesse immediatamente sposato la battaglia dell’allora moglie contro Cosa nostra che le aveva strappato il padre. “Non voglio arruolare Fabrizio nell’antimafia – precisa – Voglio invece dire che aveva un istinto innocente, naturale, per le cause giuste. Le fiutava, le faceva sue senza tornaconti. Grandi e piccole, conosciute o destinate a restare ignote”.
Ma Nando Dalla Chiesa rievoca soprattutto “le tante estati passate insieme ora per ora, fino a notte fonda. Era una meraviglia sentirlo raccontare le barzellette. Per lui mica erano battute, macché, erano un’arte sociale, teatro puro. Nel villaggio (non turistico, ma di condomini) di Sellia Marina, sullo Ionio, teneva sveglie decine di famiglie, dai bambini ai nonni, tutti seduti intorno a lui, narrando, letteralmente narrando barzellette. Sapeva di regalare uno spettacolo ogni sera e lo faceva volentieri”.
Quindi racconta l’aneddoto della telefonata ricevuta inaspettatamente da Frizzi da Silvio Berlusconi. Per fedeltà alla Rai, il conduttore non cedette alla corte dell’ex Cavaliere. “Fabrizio era un uomo Rai, del servizio pubblico, orgoglioso di esserlo (anche se ne ebbe ingiuste e lunghe umiliazioni) – spiega Dalla Chiesa – Una di quelle estati, credo fosse l’86, lo vidi alzarsi in piedi per una telefonata ricevuta a casa di mia sorella Simona da Silvio Berlusconi. B. voleva convincerlo a passare alle sue tivù. Fabrizio era in imbarazzo ma resisteva. Si chinava sulla difensiva con la cornetta. L’interlocutore insistette per circa 40 minuti. Non ho mai saputo che cosa il grande persuasore gli stesse offrendo, ma certo molto. Lui spiegava di rimando che era affezionato alla Rai, che ringraziava molto ma non poteva. Finì estenuato, sudato, ma soddisfatto di se stesso”.
“E’ stato scritto che non era un genio – conclude – E’ vero, se il genio è solo quello scientifico, artistico, politico, militare, filosofico. Ma mettiamo che esista (e perché non dovrebbe?) anche il genio della comunicazione umana, di come usare la comunicazione per costruire relazioni, per fare sentire meglio le persone, per rendere un’atmosfera sociale (piccola o grande) più piacevole, per immettere il garbo nella vita altrui. Il genio, rarissimo, fatto di istinto, di studio duro e vocazione naturale, come tutte le forme di genio. Questo, Fabrizio lo ha avuto. E io qui, ricordando quel pazzesco colpo di testa, ve lo testimonio senza alcun dubbio. Proprio il classico genio che non si impara a scuola o all’università. Ma che ti nasce dalla vita e rende speciale la tua vita. Ciao Fabrizio”.