Corona fa lo sciopero della fame e della sete, l’avvocato lancia una petizione

Corona fa lo sciopero della fame e della sete, l’avvocato lancia una petizione

Daniela Vitello

Corona fa lo sciopero della fame e della sete, l’avvocato lancia una petizione

| 12/03/2021
Corona fa lo sciopero della fame e della sete, l’avvocato lancia una petizione

4' DI LETTURA

Le ultime notizie su Fabrizio Corona, ricoverato nel reparto di Psichiatria 2 dell’ospedale Niguarda, arrivano dal suo profilo Instagram. L’ex re dei paparazzi, si scopre attraverso un comunicato, “sta facendo lo sciopero della fame e della sete e lo continuerà fino a quando non gli verrà data la possibilità di parlare con il presidente del Tribunale di Sorveglianza di Milano”.

Nel frattempo, sempre su Instagram, Ivano Chiesa – avvocato di Corona – rompe il silenzio. Il legale chiede il sostegno di quanti credono che il suo assistito sia vittima di un’ingiustizia e promette battaglia assicurando che farà di tutto per tirarlo fuori dal carcere per la quarta volta.

Fabrizio Corona (Foto Instagram)

Ivano Chiesa: “E’ il punto più basso della storia giudiziaria di Fabrizio”

“Adesso basta! – tuona Chiesa in una clip – Ieri il Tribunale di Sorveglianza ha stabilito che Fabrizio Corona deve tornare in carcere perché ha revocato il provvedimento di detenzione domiciliare. A distanza di 14 anni, dico 14 anni, dai fatti che avrebbe commesso, dunque Fabrizio deve tornare in carcere. Perché ha commesso qualche reato? Ma va! Perché ha ucciso qualcuno? Perché ha spacciato cocaina? Ma no! Perché ha violato le norme anti-Covid, perché avrebbe usato i social e perché sarebbe andato in televisione. Questo provvedimento, probabilmente, è il punto più basso della storia giudiziaria di quest’uomo”.

Fabrizio Corona con l’avvocato Ivano Chiesa (Foto Instagram)

“Corona è in ospedale perché devono cucirlo e tenerlo d’occhio”

“L’altra volta quando hanno revocato l’affidamento a Fabrizio sono stato il primo a dire che era stato stupido – prosegue l’avvocato – Questa volta, veramente, è un provvedimento incomprensibile, inaccettabile perché intriso di tutto il pregiudizio che c’è contro quest’uomo e perché non tiene minimamente conto dei pareri del Sert e di tutti gli esperti che hanno detto ‘Fabrizio deve restare dov’è e non deve assolutamente tornare in carcere’. Quando ha saputo la notizia da me, l’ha presa molto male e per rabbia, per protesta e per disperazione si è tagliato le vene riempendo di sangue la casa. Adesso è al Niguarda perché devono cucirlo e tenerlo d’occhio. E con questo rispondo agli imbecilli che hanno insinuato che fosse tutto inventato e che non ci fosse niente di vero”.

Fabrizio Corona con la madre Gabriella (Foto Instagram)

“Farò di tutto per tirarlo fuori dal carcere per la quarta volta”

“A quelli che esultano per questo risultato incredibilmente sbagliato rispondo che la loro esultanza è il metro della loro pochezza – conclude Chiesa – A quelli che invece piangono per quello che sta accadendo dico ‘fate sentire la vostra voce’ perché Fabrizio vi ascolta, vi legge, ha bisogno di sentirvi per tenersi su e così si sentirà meno solo nella sua battaglia. Per quanto riguarda me, ovviamente, non ho nessuna intenzione di acquetarmi di fronte ad un provvedimento così profondamente ingiusto e farò tutto quello che posso per tirarlo fuori per la quarta volta. La battaglia è appena cominciata”.

Barbara D’Urso e Ivano Chiesa (Foto da video)

La petizione e le polemiche

Nella battaglia preannunciata da Ivano Chiesa rientra una petizione lanciata su Change.org contro la presunta ingiustizia di cui sarebbe vittima Fabrizio Corona. In un video, il legale chiede ai sostenitori dell’ex re dei paparazzi di sottoscriverla.

“Fatelo in tanti che Fabrizio ha bisogno di voi e ne ho bisogno anch’io”, è l’appello lanciato da Chiesa e raccolto in poche ore da oltre 16mila persone rispetto ad un obiettivo finale di 25mila. Qualcuno però storce il naso dinanzi a questa iniziativa invitando l’avvocato a combattere la sua battaglia in tribunale, invece che sui social network. Anche perché, essendo le carte processuali sconosciute ai più, il rischio è quello di screditare la magistratura.

Fabrizio Corona (Foto Instagram)

“Nei suoi video potrebbe anche specificare per quali motivi il suo assistito si trova ristretto nella sua libertà personale. Ad esempio, i capi d’imputazione, le eventuali pene da scontare, eventuali indicazioni sulle modalità di svolgimento della misura cautelare. Non è possibile farsi un’idea completa sulla questione in questo modo e si finisce solo per screditare la magistratura che, a Milano, ogni giorno cerca di prendere decisioni giuste ed eque nelle sedi opportune e non sui social network. Faccia le sue istanze e se c’è stata una violazione le vedrà accolte”, “In questo modo si perde di vista il punto della questione, sta diventando una cosa solo ed esclusivamente mediatica, senza nessun riscontro oggettivo che abbia un filo diretto con le carte del processo. Potrebbe anche esserci davvero un ‘errore’ (dubito) o comunque un accanimento, ma senza una base non è moralmente corretto” giudicare chi giudica”, recitano alcuni commenti.

E poi ancora: “Mi sembra offensivo anche nei confronti dello stesso ordine degli avvocati di Milano una strumentalizzazione di questo tipo. In questo modo si screditano anche tutti gli avvocati che con passione e umiltà ogni giorno fanno valere le proprie ragioni nelle aule di Tribunale”, “La petizione giusta da fare dovrebbe essere quella per vietare che si discuta dei casi giudiziari al di fuori dei palazzi di giustizia”, “Assolutamente deludente questa richiesta dell’avvocato”, “Ora la giustizia, anzi le pene definitive, vengono decise con le petizioni”, “Ma come fate a sottoscrivere una petizione (di dubbia rilevanza ai fini processuali) senza aver letto le carte? Follia”.

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Ivano Chiesa, legale di Fabrizio Corona (Foto da video)
Pubblicato il 12/03/2021 17:52

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