Manuela Blanchard, semplicemente “Manu” per chi negli anni ’80 è cresciuto a pane e “Bim Bum Bam”, ha compiuto da […]
Manuela Blanchard, semplicemente “Manu” per chi negli anni ’80 è cresciuto a pane e “Bim Bum Bam”, ha compiuto da poco 60 anni. Eppure nell’immaginario collettivo è sempre quella ragazza col fiocco che dal 1985 ha condotto sulle reti del Biscione il programma che ha lanciato Paolo Bonolis, il pupazzo Uan e cartoni animati quali “Lady Oscar”, “Pollon” e “Hello Spank”.
Davanti alla tv, come ricorda lei stessa in un’intervista al “Corriere della Sera”, c’era una generazione “disimpegnata ma non superficiale, allegra ma con intelligenza”. Se avesse potuto, “Manu” avrebbe fatto volentieri a meno di quel fiocco che è poi apparso tra i capelli di tante ragazzine dell’epoca. “Era d’obbligo e non sapevo come fare per nasconderlo”, spiega. Altre regole ferree? “Niente abiti discinti e bisognava stare attenti alle parole”.
Quasi nessuno sa che nell’anno del debutto, la Blanchard era in dolce attesa. “Se ne sono accorti in pochi – racconta – Nell’85 feci il provino per sostituire Licia Colò. Mi presero ma poi mi accorsi di aspettare un figlio. Figurarsi, in una trasmissione per bambini! Allora raccolsi l’ energia, girai tutte le puntate possibili. Poi al sesto mese mi ammalai di broncopolmonite: l’ aria condizionata negli studi tv dell’ epoca era letale”.
Il rapporto con Bonolis? “Ci volle un anno di rodaggio. Io non ho un carattere docile. Buoni rapporti ma negli ultimi anni lui è letteralmente sparito”. Sul finire degli anni ’90, “Manu” dice addio alla tv. “Volevano ridimensionare le trasmissioni per ragazzi e cambiarne lo spirito – spiega – Io dissi di no e proposi nuovi format. Per esempio mi sarebbe piaciuto fare programmi sulla natura. Niente da fare. Però rifiutai di fare le telepromozioni: in quel modo non sarei mai cresciuta professionalmente”.
Oggi la Blanchard è una naturopata, vive sulle colline della Brianza e la tv non le manca. “Mi occupo di cose che mi interessano, come, ad esempio, lo yoga – dice – Ho una scuola di Tai Chi, sto benissimo anche senza la tv”. E nemmeno la guarda. “Non ce l’ho da almeno dieci anni”, chiosa.
