Stefano Ricucci dopo il carcere: “Da 14 anni non faccio altro che difendermi"

Stefano Ricucci dopo il carcere: “Da 14 anni non faccio altro che difendermi”

Daniela Vitello

Stefano Ricucci dopo il carcere: “Da 14 anni non faccio altro che difendermi”

| 21/06/2019

Stefano Ricucci ha trascorso gli ultimi 14 anni tra carcere e aule di tribunale. Nell’intervista a “La Verità” (“la prima […]

Stefano Ricucci ha trascorso gli ultimi 14 anni tra carcere e aule di tribunale. Nell’intervista a “La Verità” (“la prima che concedo da oltre dieci anni”), l’immobiliarista romano ripercorre i suoi guai giudiziari che lo hanno portato anche in carcere.

Stefano Ricucci: “Non sono un bancarottiere”

Ricucci inizia dall’assoluzione piena dall’accusa di una bancarotta fraudolenta da un miliardo: “Lo volete capire che non sono un bancarottiere? Non ho fatto nessuna bancarotta e non ho fregato i soldi di nessuno. Sono stato assolto dall’accusa di bancarotta il 2 gennaio 2018 con la formula più ampia: il fatto non sussiste. Punto. Ho risarcito i creditori al 100%, collaborando con commissari e curatori per la vendita degli immobili, per un totale di 700 milioni di euro. Di cui ben 119 versati all’Agenzia delle Entrate (…) Anzi, ho crediti fiscali per circa 30 milioni di euro e oggi posso affermare che il Gruppo Magiste (la sua holding, ndr.) è in bonis. Poi però se chiedo a una banca italiana di aprirmi un conto, non me lo aprono. Dicono che la compliance non glielo consente, per la mia reputazione”.

E poi c’è il calvario legato alla presunta corruzione in atti giudiziari. Sulla sua testa pende una condanna in primo grado. “Per questa fanta-storia della presunta corruzione mi sono fatto undici mesi tra carcere e arresti domiciliari”, ricorda. La vicenda della tentata scalata Rcs nell’estate del 2006 per la quale fu arrestato si è invece conclusa con un patteggiamento “col senno di poi ho sbagliato ad accettare ma in tre mesi di carcere persi 13 chili”.

La “dolce vita” è un lontano ricordo

“Da 14 anni non faccio altro che difendermi. Ti fermano la vita, ti bloccano l’azienda, la famiglia, le fidanzate, la moglie”, si sfoga. La “dolce vita” di Stefano Ricucci, che in passato è stato sposato con Anna Falchi ed è stato legato all’ex gieffina Patrizia Bonetti e a Natasha Tozzi (figlia del cantante Umberto Tozzi, ndr.), è solo un lontano ricordo.

“La mia vita privata sono mia mamma Gina, che a 82 anni viene con me ai processi ed è stata perquisita alle 5 di mattina da 10 persone perché chissà quali reati commetteva con un telefonino che a stento sa usare – svela – La mia vita privata è che mio padre Matteo è morto cinque anni fa di crepacuore per colpa di questa odissea giudiziaria. E mio figlio Edoardo, che ha 26 anni, per fortuna ha studiato e lavora all’estero”.

“Ecco perchè non posso avere un rapporto serio con una donna”

“Ad agosto andrò a casa a Porto Cervo, con mia madre, come faccio da vent’anni – aggiunge – Se vuol sapere se ho la fidanzata, le dico che con questa vita che faccio non mi metto in un rapporto serio con una donna alla quale devi anche dare le giuste attenzioni, visto che passo la giornata qua dentro con le carte che vede, e negli studi dei miei avvocati. I danni collaterali di queste vicende, chi non c’è passato, non li può immaginare”.

Quanto ha speso? “A occhio non meno di 40 milioni fra spese legali e spese di giustizia, ma la vita non me la risarcisce nessuno. E mi sono perso la crescita di mio figlio nel periodo adolescenziale”.

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