Alessandro Borghese: "Rischiai la vita sull’Achille Lauro, rimasi 3 giorni in mezzo al mare" - Perizona Magazine

Alessandro Borghese: “Rischiai la vita sull’Achille Lauro, rimasi 3 giorni in mezzo al mare”

Daniela Vitello

Alessandro Borghese: “Rischiai la vita sull’Achille Lauro, rimasi 3 giorni in mezzo al mare”

| 24/03/2019

Ospite di Silvia Toffanin a “Verissimo”, Alessandro Borghese si racconta con la consueta simpatia. Il volto buono della cucina, come […]

Ospite di Silvia Toffanin a “Verissimo”, Alessandro Borghese si racconta con la consueta simpatia. Il volto buono della cucina, come viene definito dalla conduttrice, ricorda il padre, l’imprenditore e produttore cinematografico napoletano Luigi Borghese da cui ha ereditato l’amore per la cucina. Nel corso dell’intervista, lo chef parla anche della sua “mamma un po’ eccentrica”, l’attrice Barbara Bouchet, icona sexy del cinema anni ’70.

“Papà è stato un esempio di vita – esordisce – Ha fatto mille mestieri, motori, assicurazioni, cinema (dove ha conosciuto mia madre), poi vendeva aspirapolveri. Io facevo le dimostrazioni con lui porta a porta. Se qualcosa andava male, si rimboccava le maniche e faceva qualcos’altro. Mi ha insegnato a interagire con le persone e a essere umile, perchè qualsiasi mestiere, se fatto bene, è un buon mestiere. Era un cuoco della domenica, mi ha trasmesso lui l’amore per la cucina. Era un uomo d’altri tempi. Mi piaceva viaggiare in macchina con lui. Veniva da una famiglia di piloti, a 9 anni mi ha insegnato a guidare. Era un maestro di vita, il mio super eroe. Se n’è andato per il male del secolo, una malattia lunga: dopo sette anni si è stancato e se n’è andato. Mamma gli è sempre stata accanto. Papà e mamma si compensavano. Lui era più ‘terra terra’, lei era più ‘nuvole nuvole’. Mia madre mangia perché il corpo ha bisogno di essere nutrito che è diverso dal mangiare”.

Negli anni ‘70 la famiglia ricevette delle minacce di rapimento. “Mio padre decise di mettere me e mia madre su un aereo e spedirci negli Stati Uniti, a San Francisco, a casa di mia nonna Ingrid – racconta – Solo tanti anni dopo mi hanno raccontato che c’erano state queste minacce di rapimenti e che mio padre si era fatto persino il porto d’armi. Sono stato in America per 4-5 mesi. Lì andavo a scuola. La famiglia di mia mamma è un po’ particolare, li ho soprannominati i “Bouchetbaum”, da “I Tenenbaum”. Mio zio era un po’ eccentrico, la mattina sorseggiava il caffè completamente nudo e leggeva il giornale”.

Dopo essersi diplomato in una scuola americana, a soli 17 anni, Alessandro Borghese decide di andare a lavorare sulle navi da crociera. “Mio padre faceva delle aste di tappeti sulle navi da crociera e con le sue amicizie mi ha fatto salire a bordo – spiega – Perché ero il figlio di Barbara Bouchet ho faticato il doppio. Mi guardavano come un alieno, come il classico figlio di papà che dura una settimana. Ci sono rimasto tre anni”. Nel 1994 rischia la vita a bordo dell’Achille Lauro. Il transatlantico prese fuoco e affondò nelle acque somale.

“La nave si è incendiata – ricorda – C’erano circa 800 passeggeri a bordo. La regola vuole che lo staff scende per ultimo prima di abbandonare la nave. Ho rischiato la vita perché sono tornato in cabina per recuperare il walkman che mi avevano regalato mamma e papà, che costava 300mila lire. Siamo stati a mollo tre giorni. Eravamo al largo della Somalia e c’è voluto tempo per recuperare 900 persone in mezzo al mare. Non avevo paura: ero un esaltato 18enne. Mia madre aveva chiamato tutti, Presidente della Repubblica compreso, per sapere che fine avevo fatto”.

Infine, il popolare chef tv racconta come per un equivoco, nonostante ci fosse la volontà, abbia chiesto alla moglie Wilma Oliverio ( ex valletta di ‘Ok il prezzo è giusto’, ndr.) di sposarlo: “Eravamo partiti per un viaggio, c’eravamo appena conosciuti. Durante il volo in aereo c’era un po’ di turbolenza. C’erano alcuni posti liberi e le ho detto: ‘Wilma, ci spostiamo?’. E lei ha capito: ‘Ci sposiamo’. Mi è saltata al collo e mi ha detto: ‘Sìì’. Abbiamo due figlie, Arizona e Alexandra. Finchè sono femmine, decido io il nome. Quindi con la ‘A’. Altri figli? Basta, ho appeso il testosterone al chiodo. Vivo circondato da donne: la moglie, le figlie, la suocera, il gatto castrato. Sono ostaggio delle donne. A casa non ho un’opinione”.

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