La seconda puntata di “Squadra Antimafia 7” fa luce sulla sorte di Domenico Calcaterra. Colpito da un proiettile alla nuca sparato da Graziano, il commissario arriva in ospedale in fin di vita. Per lui si aprono immediatamente le porte della sala operatoria. Mentre la Duomo, schierata al completo nella sala d’attesa, attende notizie, suor Rosalia apprende in convento del ferimento di Calcaterra.

La madre superiora le ricorda che non può lasciare il convento per nessuno motivo. A Rosy Abate non rimane dunque che inginocchiarsi e pregare. L’ex mafiosa si rivolge al Signore ricordando di essere stata privata nella vita degli affetti più cari. Ad un certo punto l’anima nera di Rosy riemerge e la sua preghiera si tramuta in minaccia: “Salvalo in modo che il mio odio ricada su tutti noi”.

L’intervento si conclude con una buona e una cattiva notizia: Calcaterra non è più in pericolo di vita ma potrebbe aver riportato danni irreversibili a causa di una scheggia che i medici non sono riusciti ad estrarre e che si trova in un punto nevralgico vicino al cervello. La prognosi resta dunque riservata.

Rosy apprende dalla radio che Domenico non è più in pericolo e , contravvenendo all’ordine della madre superiora, esce dal convento precipitandosi in ospedale. Per un po’ guarda il suo ex amante dal vetro. Quando sembra che stia per entrare, ci ripensa e viene assalita dai flashback che la riportano indietro alla morte del figlio Leonardino.

Alla scena più straziante della serata segue il risveglio di Calcaterra circondato dai colleghi della Duomo. A fine puntata, tuttavia, accusa un nuovo malore. Non c’è pace, in questa serie (l’ultima per Marco Bocci, ndr.), per il bel commissario.