“Quell’anno non sapevo a cosa sarei andato incontro, né che mi avrebbe cambiato la vita. Avevo 19 anni e una vespa blu tutta scassata. Uscivo la mattina presto e rientravo la sera tardi…Finivo di costruire una storia e me ne appioppavano subito un’altra: un poliziotto ammazzato, un mafioso arrestato, un giudice inquisito…”.
Inizia così il commovente monologo sul 1992, anno delle stragi di Capaci e via D’Amelio, andato in onda su Rai Uno a “Domenica In“. Il siparietto ha preceduto la presentazione di “Cruel“, il nuovo romanzo di Salvo Sottile.
Con la voce rotta dall’emozione, il giornalista, esperto di cronaca nera, parla di quell’“anno crudele” ma anche dell’inizio della sua carriera professionale decollata in concomitanza con le stragi di mafia. “Fare il cronista di nera a Palermo nel ’92 – racconta – voleva dire nuotare tra i pescecani, destreggiarsi tra cadaveri e macerie, fare il bollettino di una guerra. La mafia era forte e lo Stato debole. La città era un campo di battaglia e io un soldatino alle prime armi“.
Ma Sottile non poteva fare altrimenti, avendo questo mestiere nel Dna: “Tutto ciò che sapevo era che volevo fare il giornalista, anzi il cronista, come mio padre (il direttore di Livesicilia Giuseppe Sottile, ndr.). Anche lui da giovane aveva girato per le stesse strade, ma lui era stato più bravo di me, perchè non aveva una vespa, nemmeno una scassata, solo un paio di scarpe consumate e un po’ di talento e tanti gettoni per dettare al giornale un pezzo scritto a braccio da una cabina sperduta in una campagna della Sicilia più profonda“.
“Certe volte ci si emoziona a parlare dei propri inizi – scrive l’ex giornalista del Tg5 su Facebook – ancora di più a parlare di uomini, di eroi che hai conosciuto e che hanno segnato la storia, anche la tua…. Mi sono emozionato tanto e spero che ascoltandolo emozioni anche voi”.
GUARDA IL MONOLOGO COMPLETO AL SEGUENTE LINK: https://m.facebook.com/video.php?v=10153055939025775
