Ultimo a cuore aperto: "Pensavo di morire prima dei 27 anni"

Ultimo a cuore aperto: “Pensavo di morire prima dei 27 anni”

Daniela Vitello

Ultimo a cuore aperto: “Pensavo di morire prima dei 27 anni”

| 19/05/2024
Ultimo a cuore aperto: “Pensavo di morire prima dei 27 anni”

6' DI LETTURA

Ultimo, nome d’arte di Niccolò Moriconi, offre uno spaccato del mondo giovanile in un’intervista rilasciata ad Aldo Cazzullo per il “Corriere della Sera”. “Essere giovani oggi è tremendo. Perché sei senza punti di riferimento – esordisce – Non conosco nessun ragazzo della mia età che vada a votare, e nessuno che vada in chiesa. Io non ho mai votato in vita mia. Non dico sia giusto. Non me ne vanto, non me ne vergogno. Certo non è colpa dei giovani”. Il cantautore romano addossa ogni responsabilità alla politica che non esita a bollare come “scarsa”. “Non parla ai ragazzi e non ci prova neppure – spiega – Non parla a me che ho 28 anni; figuriamoci a un diciottenne. Siamo stufi di questa spaccatura tra destra e sinistra. Immagini quale effetto avrebbe un politico che dicesse: io non scelgo né la destra né la sinistra. Scelgo l’alto. Sono contrapposizioni che hanno stancato. Fascisti e comunisti: i giovani non ne possono più. Cos’è la sinistra? L’ipocrisia del buonismo? Cos’è la destra? Il cattivismo di chi chiude i porti a coloro che muoiono in mare?”.

Ultimo e Robbie Williams (Foto Instagram)

“Ma ci rendiamo conto di quale trauma sia stato per i ragazzi la pandemia?”

“L’immigrazione esiste da sempre e tutti siamo immigrati di qualcuno – continua Ultimo – nascere a Roma anziché a Bamako, dove con Unicef ho visto di persona come si vive, non è talento, è c*lo; chi nasce in zona di guerra e di terrorismo ha diritto a vivere la propria vita altrove. Questo è di sinistra? (…) E legalizzare le droghe leggere? È di destra o sinistra? Io non capisco perché uno può scolarsi una bottiglia di whisky fino a morirne, e un altro non può farsi una canna in pace (…) Su X già annunciano la prossima pandemia. Ma ci rendiamo conto di quale trauma sia stato per i ragazzi la pandemia?”.

Ultimo (Foto Instagram)

La psicoterapia e l’ipocondria

Ultimo ha trascorso la pandemia “a scrivere canzoni”. “Ho dovuto rinunciare a un tour con 15 stadi già organizzato – ricorda – Ma per carità, so benissimo che per altri è stato molto peggio. C’è una generazione che non ha fatto il viaggio della maturità, che si è vista bloccata in casa al momento di spiccare il volo, che ha perso per sempre opportunità che non tornano”. Il cantautore, originario del quartiere di San Basilio, non ha mai fatto mistero di essere seguito da una psicoterapeuta e di convivere da diverso tempo con l’ipocondria. “Da quando, per preparare l’esame di ammissione alla seconda liceo, mi scolai una caffettiera, e mi venne la tachicardia – racconta – Anche ora mi torna, perché quando parlo mi accaloro. E poi il reflusso gastrico: sono sette anni che prendo il gastroprotettore, ora ho dovuto smettere. Avevo scommesso con Mauro, il mio amico medico, che non sarei arrivato a compiere 27 anni. Ho perso”.

Ultimo e Jacqueline Luna Di Giacomo (Foto Instagram)

“I social ti anestetizzano. Ti stuprano il cervello. Stiamo diventando amebe”

Tornando ai giovani, Ultimo punta il dito contro i social. “Troppi ragazzi passano dieci, dodici ore al giorno a scrollare video su TikTok. I social ti anestetizzano. Ti stuprano il cervello – afferma – Nei social siamo dentro tutti. Ma un conto è postare una foto; un altro passarci la giornata. Qualche volta ci casco pure io; figurarsi un dodicenne. Guardi il video di uno che cucina, il video di uno che cade dal terzo piano, il video sulla tua squadra preferita, il video sul tuo cantante, il video di uno che cade in bicicletta… Ti dà dipendenza. Ci stiamo addormentando. Stiamo diventando amebe (…) Vedo che la gente non esce più di casa. Per strada ha paura, in periferia e non solo. I giovani sono anestetizzati. Fermi. Aspettano un domani che non arriva e non arriverà. Postano cose che non hanno. Mangiano a casa ma fingono di essere al ristorante”.
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Ultimo (Foto Instagram)

“Se ti rivolgi alla Chiesa per trovare un senso alle cose, puoi restarne deluso”

Dopo aver definito “incommentabile” il generale Vannacci, Ultimo parla di “un mondo al contrario”: “Lo Stato perseguita l’idraulico che ha evaso venti euro, e si disinteressa di quelli dei paradisi fiscali. Chi ha di più deve dare di più. Invece abbiamo costruito un mondo in cui più sei ricco, meno paghi”. Riguardo alla guerra Israele-Hamas dice: “La mia generazione è cresciuta vedendo bombe alla televisione. Non impugno la bandiera palestinese come non impugno quella di Israele, perché non è una partita di calcio”. Il cantante romano confida di ascoltare Papa Francesco “quando invoca la fine delle guerre”.

“Condivido, ovviamente – sottolinea – Non so se il Papa possa fare di più, certo non può andare al confine di Gaza. Sinceramente, non mi pare che neppure lui sia un punto di riferimento per i giovani. Ne conosco pochi che si dicono cristiani. Anche se in realtà lo siamo. Se sei fidanzato e tradisci, ti senti in colpa: e questo ti viene dalla cultura cristiana. Come l’attaccamento alla famiglia. Ma se ti rivolgi alla Chiesa per trovare un senso alle cose, puoi restarne deluso”. “Se credo in Dio? Sono sempre alla ricerca – confessa – Ho bisogno di credere, sento una grande fede dentro. Ma un conto è credere in un dio, in un’entità, nelle energie; e io credo nelle energie, in quelle che Jung chiamava le sincronicità: come incontrare la persona giusta al momento giusto. Un altro conto è credere nella Chiesa”.

Ultimo e Jacqueline Luna Di Giacomo (Foto Instagram)

“Non scrivo canzoni per farne un successo, ma per tirare fuori quello che ho dentro”

L’antidoto contro la realtà insensata e “tremenda” è la costruzione di un “altrove”. “Bere un buon vino con i miei amici. Guardare ‘Shameless’, una serie americana, con la mia fidanzata Jacqueline. Le canzoni – argomenta – Non è scappare dal mondo; è guardarlo con gli occhi dell’altrove. Da ragazzo l’altrove era il parchetto di San Basilio. Quello che il sindaco Gualtieri mi ha dedicato. Ne sono davvero orgoglioso”. Ultimo spiega così il suo successo: “Andrebbe chiesto a chi mi apprezza. Forse perché sono vero. Onesto. Trasparente al cento per cento. Perché non scrivo canzoni per farne un successo, ma per tirare fuori quello che ho dentro. Quando canto, io ci credo. Puoi dirmi quello che vuoi, anche che ti faccio cag*re, qualcuno me l’ha detto e gli ho stretto la mano; ma non puoi dirmi che non ci credo, che non sento quello che canto. E credo che la gente capisca quando una cosa è vera. Le persone si aggrappano a me, alle mie parole. Mi abbracciano per strada, piangono”. Riguardo ai rapper e ai trapper dice: “Se cantano quel che hanno visto e vissuto, bene. Sbagliano quando se ne fanno un vanto. Come la droga: ne puoi parlare; non dire quanto ti senti fico a drogarti”.

Ultimo (Foto Instagram)

“Non credo che tornerò al Festival di Sanremo”

Come già detto in altre precedenti occasioni, al momento Ultimo esclude di tornare a Sanremo. A suo dire, andrebbe rivisto il sistema delle giurie: “Forse possono anche essere tre. Ma gli esperti dovrebbero votare senza conoscere il voto popolare, e quindi senza potersi accordare per far perdere qualcuno. Come è accaduto anche a Geolier”.

Pubblicato il 19/05/2024 12:13

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