24 Novembre 2021, 12:17
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Ad un anno dalla scomparsa di Stefano D’Orazio, la moglie Tiziana Giardoni lo ricorda a “Verissimo”. Venti giorni dopo il marito, la donna ha perso anche il padre. A portarsi via i due uomini più importanti della sua vita è stato il Covid.
“E’ passato un anno e sto cercando in qualche modo di reagire – confida a Silvia Toffanin – Sto ancora male, non posso dire di averlo metabolizzato questo dolore. Sto cercando in tutti i modi di reagire, sto facendo tante cose, però è un dolore che non riesco a farmi passare perché c’è qualcosa dentro di me che ancora mi fa tanta rabbia. Non ho potuto salutare mio marito, non ho potuto salutare mio padre. Questo mi fa male come immagino faccia male a tante altre persone che hanno vissuto questo dolore”.
“Stefano non era malato di leucemia, non aveva malattie gravi – svela – Da due anni aveva una malattia autoimmune infiammatoria e stavamo cercando di trovare una cura. Tante persone soffrono di queste malattie le cui origini sono ignote. Eravamo riusciti a trovare la cura e Stefano stava molto meglio. Però purtroppo le sue difese immunitarie erano basse. Questo era il problema di Stefano”.
Tiziana Giardoni si porta dentro un grande rimorso. “In quel periodo mio papà era sotto controllo medico perché sei anni fa gli era stato diagnosticato un cancro e ne era uscito – racconta – Ad ottobre del 2020 fece una Tac e gli dissero ‘Mauro, vai a festeggiare con la tua famiglia perché ormai sei guarito’. Mio padre voleva che festeggiassimo quella sua vittoria e Stefano mi disse di andare. A cena eravamo solo io, mia sorella e i miei genitori. Lui amava molto i miei genitori e quel giorno per lui era importante. Così, io andai. Non avrei mai immaginato che potesse succedere qualcosa. Abbiamo mangiato una cosa insieme e sono tornata a casa. Dopo un paio di giorni mia sorella Marzia accusò mal di testa e febbre. Pur non avendo sintomi, feci un tampone e risultai positiva, così come Stefano. Anche mio padre e mia madre erano positivi. Stefano si preoccupava di loro”.
“Io lì ho finito di vivere perché mi sono sentita in colpa – dice con la voce rotta dal pianto – Capisci perché ancora sto così? Non riesco a dimenticare questa cosa. E’ stato tutto così terribile! All’inizio Stefano non aveva nulla. Poi una notte ha cominciato ad avere la febbre. Ho chiamato subito il medico e lui mi ha detto che non poteva stare in casa. Stefano mi guardava e diceva che non voleva andare in ospedale. La notte successiva, la febbre è salita a 40, non capiva nulla di quello che gli dicevo. Lì mi sono veramente preoccupata. Il medico mi ha detto di chiamare l’ambulanza. Quando è arrivata, li ho pregati in ginocchio di farmi salire. Ho detto ‘Vi prego, portatemi con voi. Ho il Covid anch’io, non può stare senza di me’. Mi hanno detto di no e non l’ho più rivisto”.
“Ma la cosa più brutta è che non solo non l’ho più rivisto ma non me l’hanno fatto neanche sentire al telefono. Niente! – aggiunge – Non me l’hanno fatto neanche vedere nella cassa da morto. Sai cosa ho visto? Quando è uscito nella bara già sigillata, fuori dall’ospedale. Era una persona meravigliosa e tutti quelli che lo hanno conosciuto e che hanno avuto modo di apprezzarlo per quello che era sanno che non meritava di morire in questo modo. E’ per questo che io oggi non riesco a stare bene con me stessa e non riesco ad accettare quello che è successo. Perché quello che è successo a mio marito e a mio padre è veramente drammatico. Non è accettabile!”.
“Io sono morta insieme a Stefano il 6 novembre – conclude tra le lacrime – Papà se ne è andato 20 giorni dopo di lui. Pensa che Stefano è morto il 6 novembre e mio papà mi chiamava al telefono dall’ospedale e mi diceva ‘vi prego portatemi via di qua perché io qua ci muoio’. L’hanno intubato! Mio padre stava bene, aveva 74 anni. Ho perso gli uomini più importanti della mia vita. Adesso cerco di fare quello che posso per tramandare quello che di bello mi hanno dato”.
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24 Novembre 2021, 12:17