Patatine al posto dell’ostia, stop allo spot “blasfemo” di Amica Chips

Patatine al posto dell’ostia, stop allo spot “blasfemo” di Amica Chips

Daniela Vitello

Patatine al posto dell’ostia, stop allo spot “blasfemo” di Amica Chips

| 10/04/2024
Patatine al posto dell’ostia, stop allo spot “blasfemo” di Amica Chips

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Stop alla diffusione dell’ultimo spot di Amica Chips dopo le polemiche insorte per la scelta di sostituire una patatina all’ostia durante l’Eucaristia. A puntare il dito contro la campagna pubblicitaria ideata dall’agenzia Lorenzo Marini Group era stata l’Aiart,  l’Associazione Italiana Ascoltatori Radio e Televisione di ispirazione cattolica, che aveva chiesto l’immediata sospensione dello spot di trenta secondi in quanto “offende la sensibilità religiosa di milioni di cattolici praticanti oltre che oltraggioso nel banalizzare l’accostamento tra la patatina e la particola consacrata”. Per l’Aiart “è la spia di una sensibilità sociale ed indifferenza etica che non contraddistingue soltanto il comportamento di una azienda e di un pubblicitario. Ci si appella al politically correct e alla cancel colture, ma solo contro la religione cristiana (ma solo quella) ci si sente autorizzati a qualsiasi obbrobrio?”.

“Lo spot di Amica Chips è il tentativo di risollevare un’azienda ricorrendo alla blasfemia”

Giovanni Baggio, presidente nazionale dell’associazione di telespettatori, aveva definito in una nota “penoso” il messaggio pubblicitario: “Il tentativo di risollevare un’azienda ricorrendo alla blasfemia”. “Lo spot di Amica Chips è mancanza di rispetto e di creatività, oltre che spia dell’incapacità di fare marketing senza ricorrere a simboli che con il consumo e il croccante nulla hanno a che fare – aveva dichiarato Giovanni Baggio – L’offesa al sentimento religioso di qualunque confessione è la spia della mancanza di rispetto nei confronti degli utenti, della loro identità culturale e morale, della loro dignità di persona. Strappare, come fa il nuovo spot di Amica Chips, un applauso ad un pubblico compiacente con riferimenti blasfemi, è degradante per chi fa, o pretende di fare, pubblicità. Per la serie, ‘purché se ne parli’”.

Il Comitato di Controllo dell’Istituto di autodisciplina pubblicitaria (Iap) “ha ingiunto le parti coinvolte di desistere dalla diffusione di tale campagna ritenendola in contrasto con l’art. 10 (Convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona) del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale”. L’articolo prevede che “la comunicazione commerciale non deve offendere le convinzioni morali, civili e religiose”. 

Il comunicato del Comitato di Controllo dell’Istituto di autodisciplina pubblicitaria

La scelta, in particolare, è stata motivata dallo Iap con un comunicato. “Con riferimento alla campagna pubblicitaria relativa alle patatine Amica Chips, diffusa attraverso alcune emittenti televisive e via web  e per rispondere alle numerose richieste di chiarimenti nonché alle segnalazioni da parte di cittadini giunte alla segreteria dell’Istituto si precisa che la campagna pubblicitaria, ambientata in un convento e con sottofondo musicale l’Ave Maria di Schubert, mostra un gruppo di suore novizie dirigersi verso l’altare della chiesa per prendere la comunione”, si legge.

“Non appena la prima novizia della fila riceve dal sacerdote l’ostia (nella versione web una patatina) si sente un sonoro scrocchio riecheggiare nella chiesa. Stupita e imbarazzata di poter essere la causa di quell’imprevista emissione, la novizia si volta verso la sagrestia dove una altra suora sta sgranocchiando le croccanti patatine pubblicizzate, prendendole dal sacchetto. Il video si conclude con le immagini del prodotto e il claim ‘Amica chips il divino quotidiano'”.

“Il senso profondo del sacramento dell’Eucaristia viene deriso”

Da qui la decisione dello Iap che “ha ingiunto le parti coinvolte di desistere dalla diffusione di tale campagna”. Infatti, secondo il “Comitato il parallelismo che il messaggio instaura tra la patatina, descritta come ‘il divino quotidiano’, e l’ostia, che rappresenta evidentemente il divino, si sostanzia nella derisione del senso profondo del sacramento dell’Eucaristia, rendendo più che ragionevole che il credente e non solo si senta offeso”. Il provvedimento del Comitato di Controllo, viene spiegato in conclusione, “potrà essere opposto dalle parti ingiunte con motivata opposizione al Comitato di Controllo nel termine non prorogabile di sette giorni”. 
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Lorenzo Marini: “Volevo fare qualcosa di leggero, ironico, un po’ alla ‘Sister Act’”

Nelle scorse ore, Lorenzo Marini, pubblicitario di fama internazionale e ideatore dello spot, ha rotto il silenzio in un’intervista a “Il Gazzettino”. “Io sono cattolico, come tanti in Italia, e rispetto tutti i consumatori – ha spiegato – In qualche modo lo avevo previsto. Come si dice, “Scherza coi fanti, ma lascia stare i santi”. Il fatto è che oggi tutto è sdoganato. Alcuni amici mi hanno detto che sono stato il primo al mondo a fare una pubblicità incentrata sul sacramento della Comunione, ma io descrivo come divino anche un bel piatto di “risi e bisi” fatti bene. Volevo fare qualcosa di leggero, ironico, un po’ alla ‘Sister Act’”.

“Per questo ho pensato a un contesto opposto a quello di Siffredi, ma con leggerezza – ha aggiunto – Le novizie sono creature pure, il sacerdote ha gli occhiali spessi e non vede niente e la madre superiora mangia le patatine noncurante di tutto. Il consumatore cerca quello, è un cibo divertente amato dai ventenni scatenati che fanno aperitivo. Poi, man mano che si invecchia, si tende un po’ a evitarle”.

Pubblicato il 10/04/2024 15:43

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