Sopravvissuta alla ferocia della Uno bianca: "Vivo con sei pallini nel cranio"

Sopravvissuta alla ferocia della Uno bianca: “Vivo con sei pallini nel cranio”

Daniela Vitello

Sopravvissuta alla ferocia della Uno bianca: “Vivo con sei pallini nel cranio”

| 25/06/2021
Sopravvissuta alla ferocia della Uno bianca: “Vivo con sei pallini nel cranio”

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La testimonianza di Francesca Gengotti, tra le vittime della temutissima banda

  • All’epoca la donna aveva 9 anni e si trovò per caso sul luogo dell’assalto
  • “Ricordo un fortissimo fischio all’orecchio e le urla di mia madre”
  • Oggi Francesca fa la psicologa ed è diventata mamma esattamente 24 anni dopo l’agguato

Tra le vittime della banda della Uno bianca, che tra il 1987 e il 1994 terrorizzò l’Italia, in particolare l’Emilia-Romagna, con rapine, azioni violente da vendicatori della notte e omicidi, c’è Francesca Gengotti. Rimasta ferita in un agguato il 30 gennaio 1988, la donna – che all’epoca aveva 9 anni – è riuscita a sopravvivere ma ancora oggi porta sul corpo i segni di quel feroce assalto armato.

Immagini tratte dal documentario sulla banda della Uno bianca (Foto da video)

“Sono stata colpita da sette proiettili, me ne hanno tolto solo uno”

“Ricordo un fortissimo fischio all’orecchio e la voce di mia madre che grida il mio nome a ripetizione – racconta in un’intervista al “Corriere della Sera” – Poi ho in mente la scena successiva: le cassiere che con tantissimi rotoli di carta mi tamponano le ferite e l’immagine del mio riflesso nella vetrina della Coop. Avevo il viso tutto ricoperto di sangue. Quel fischio era uno dei proiettili che mi è entrato dall’orecchio e si è fermato sotto l’occhio sinistro, è ancora lì. Io sono stata colpita da 7 proiettili e me ne hanno tolto soltanto uno, quello nella schiena”.

Immagini tratte dal documentario sulla banda della Uno bianca (Foto da video)

La banda commise 103 azioni criminali

Da allora Francesca Gengotti vive con 6 pallini sparati con fucili a pompa conficcati nel cranio. L’obiettivo dell’attacco non era Francesca ma la guardia giurata Giampiero Picello. Era la 19esima delle 103 azioni criminali firmate dalla banda composta dai fratelli Savi: Roberto e Alberto erano poliziotti, Fabio aveva provato a entrare in polizia senza successo. Complessivamente i morti furono 24, i feriti 102.

Immagini tratte dal documentario sulla banda della Uno bianca (Foto da video)

“I pallini che raggiunsero mio padre rimasero intrappolati sul montone”

 “Ero andata a fare la spesa con mio padre, mia madre e mia sorella di 3 anni, tutti insieme – ricorda Francesca Gengotti – Sentimmo degli scoppi alle nostre spalle e mia madre disse: ‘Ma sparano ancora i petardi?’ Mi sa che uno mi ha preso al collo. Mio padre era a pochi centimetri dalla guardia giurata che venne assassinata, ma la sua fortuna fu quella di indossare un montone di quelli che si usavano negli anni Ottanta: tutti i pallini rimasero intrappolati nello spesso giaccone”.

IL DOCUMENTARIO SULLA BANDA DELLA UNO BIANCA (VIDEO)

La banda della Uno bianca

Francesca è diventata mamma 24 anni dopo l’agguato

Mentre era ricoverata in ospedale, Francesca decise che da grande avrebbe “studiato la mente delle persone cattive”. Oggi fa psicologa e esattamente 24 anni dopo la sparatoria, per una curiosa coincidenza, è diventata mamma. “Mia figlia è nata proprio il 30 gennaio, a 24 anni dall’agguato in cui sono stata gravemente ferita. Oggi per me quello è solo il giorno del suo compleanno”, confessa.

Pubblicato il 25/06/2021 19:19

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