Sophie Codegoni è stata protagonista di un monologo a “Le Iene”. L’influencer 24enne ha parlato della sua vicenda personale che la vede vittima di violenza di genere. Dopo la sua denuncia, il suo ex compagno Alessandro Basciano, anche lui un personaggio della tv, è indagato per stalking aggravato con divieto di avvicinamento a meno di 500 metri e il divieto di comunicazione nei confronti della ex e della figlia nata due anni fa dalla loro relazione. Da fine aprile, Alessandro Basciano è a Miami ma al suo rientro in Italia dovrà indossare il braccialetto elettronico. Nel caso in cui si rifiutasse, per lui scatterebbero gli arresti domiciliari.

La donna in questi mesi ha raccontato di una gelosia patologica, del tentativo di un controllo capillare sulla sua vita.  Una situazione che giorno dopo giorno è diventata insostenibile. Alla conduttrice, Veronica Ruggeri, Sophie Codegoni ha raccontato la fine di una storia che lei stessa ha chiamato tossica. Occhi lucidi e voce rotta, ma un messaggio chiaro che possa essere d’aiuto a chi non ha ancora trovato come lei la forza di reagire.
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Il monologo di Sophie Codegoni a “Le Iene”: “Mi diceva ‘Lì non ci vai, con quello non ci parli’”

Il monologo di Sophie Codegoni inizia così: “Mi ha fatto a pezzi, con le parole, con lo sguardo, con il controllo, con quel modo di farti sentire sbagliato o colpevole. Io lo amavo, così tanto da restare anche quando stavo male, da credere alle sue promesse sempre uguali, perché piangeva, si inginocchiava, diceva ‘cambierò’ e io speravo. Arrivavano momenti belli, un weekend tranquillo, una vacanza, uno sguardo con gli occhi lucidi e io mi aggrappavo a quei gesti e dimenticavo il resto”. Poi l’ammissione: “Negavo, minimizzavo, allontanavo chiunque provasse ad aprirmi gli occhi e mentre cercavo di salvare il ‘noi’, perdevo me stessa. ‘Lì non ci vai, con quello non ci parli, al primo squillo mi devi rispondere’: era geloso perfino della mia libertà e io lo chiamavo ancora amore”.

“Poi ha cominciato a controllarmi, mi spiava e minacciava chi mi stava vicino e quando ha capito che non poteva più tenermi ha provato a distruggere chi mi proteggeva – continua – È lì che ho avuto paura, sì, perché il male sugli altri lo vedi meglio che su te stessa. Così ho trovato il coraggio di fare la cosa giusta, l’ho denunciato e da lì è iniziato il calvario”.

“Quando ti convinceranno che sia colpa tua, sappi che non lo è!”

La 24enne ricorda quel periodo di grande difficoltà e fragilità. “Fuori sorridevo ma dentro cadevo a pezzi. Mi dicevano ‘sei troppo magra, ti stai rovinando’, ma nessuno chiedeva: ‘Sophie, come stai davvero?’ Perché il dolore se non si vede non esiste, se non lo gridi non ti credono, ma ci sono ferite che ti svuotano ogni giorno e tu impari a sopravvivere con il silenzio negli occhi e il dolore che ti logora dentro”. Infine, Sophie Codegoni si rivolge a tutte le donne che, nonostante abbiano paura, trovano il coraggio di denunciare: “Io vorrei maggiore rispetto non solo per me ma per tutte quelle donne che hanno il coraggio di dire basta, per chi ancora subisce ed ogni giorno sceglie di combattere, per chi si è persa e ha bisogno di una carezza per ricominciare”.

“Questa è la mia verità e se ti riconosci in queste parole sappi che non sei sola, nemmeno quando ti sembrerà di non avere più voce, nemmeno quando ti convinceranno che sia colpa tua. Sappi che non lo è. Perché poi arriva il giorno in cui torni a vivere, a testa alta e senza più paura di dire: ‘Mi ha fatto male, sì, ma sono ancora qui'”, conclude.