Sanremo 2024, le pagelle di Selvaggia Lucarelli

Sanremo, le pagelle di Selvaggia Lucarelli: “Per Mahmood quest’anno né soldi né brividi”

Daniela Vitello

Sanremo, le pagelle di Selvaggia Lucarelli: “Per Mahmood quest’anno né soldi né brividi”

| 07/02/2024
Sanremo, le pagelle di Selvaggia Lucarelli: “Per Mahmood quest’anno né soldi né brividi”

7' DI LETTURA

All’indomani della serata inaugurale del 74esimo “Festival di Sanremo” arrivano le pagelle di Selvaggia Lucarelli. La penna de “Il Fatto Quotidiano” promuove a pieni voti Marco Mengoni nelle inedite vesti di co-conduttore. Il cantante di Ronciglione, a cui va un 10 +, è riuscito “ad essere spontaneo e divertito di sé giocandosela bene (…) dando l’idea di non prendersi troppo sul serio quando tutti sanno che invece si prende moltissimo sul serio. Potremmo dire che è nato uno showman, uno che canta vestito Valentino con voce virtuosa ed elegante e un attimo dopo è Pippo Franco ai tempi del Bagaglino”. 

Marco Mengoni (Foto Instagram)

“Federica Brignone? Ecco cosa avrebbe fatto pur di non salutare Sofia Goggia”

La campionessa di sci Federica Brignone, invitata come ospite, si becca un “non classificata”. Il motivo è presto detto: “Le sue uniche parole sono state ‘gli sci erano ingombranti, ho portato il casco con cui scio ma non entrava per via dei capelli’ (anche perché piuttosto che salutare Sofia Goggia si limonerebbe i due di Poltrone e sofà). Mengoni ha commentato che non ha mai sciato in vita sua, Amadeus ha riferito che per lei sciare è come musica, infine le dà il cartoncino in mano per annunciare Bertè e la molla sul palco con Mengoni. Poi uno si chiede perchè Sinner ha detto ‘scusate ma i giorni di Sanremo ho pilates’”. 

Amadeus (Foto da video)

“Irama è l’unico a non piegarsi alla demenza del Fantasanremo”

Selvaggia Lucarelli passa poi in rassegna ai cantanti in gara. Il voto più alto, 11, va ai Santi Francesi: “Raffinati, sensuali, diversi da tutti su un palco inutilmente affollato. Non so se sono santi ma propongo la loro beatificazione in vita”. Segue, con 10 +, Diodato: “In un paese giusto il suo monumentale talento meriterebbe gli articoli che negli ultimi 12 mesi sono stati dedicati al generale Vannacci”. La scrittrice premia Irama con un 10 nonostante abbia “il look di Cassano degli anni d’oro”. “È l’unico – spiega – a non piegarsi alla demenza del fantasanremo, che porta gente di qualsiasi età e spessore a abbracciare Amadeus, regalare i fiori al maestro, toccare il c*lo al flautista per guadagnare punti al gioco virtuale, in un turbine di fastidiosa omologazione anche un po’ umiliante per i destinatari di quelle finte attenzioni. Fosse anche solo per questo, meriterebbe dieci. Invece ha pure un bel pezzo e lo canta bene”.

Diodato (Foto Instagram)

“Ghali è l’unico artista in gara a fare riferimento a Gaza”

10 anche a Ghali: “Canzone, outfit che valorizza la sua fisicità verticale e dinoccolata, scelta di accompagnarsi con un alieno che però lo guarda dalla platea come fosse su un altro pianeta e non occupa il palco per evitare l’effetto scimmia/Gabbani, è tutto incredibilmente giusto. Infine, è l’unico artista in gara a fare riferimento a Gaza nel testo della sua canzone, in un festival in cui coraggio, al massimo, è la cresta punk o il conduttore con la gonna”. In cima alle preferenze di Selvaggia Lucarelli figura Fiorella Mannoia: “Mentre lei cantava una canzone colta, femminista e liberamente ispirata alle cose migliori di De Andrè (cioè tutte), noi commentavamo il suo abito in pizzo bianco di Luisa Spagnoli. Che alla fine è l’ulteriore atto di rottura e liberazione femminista. In un mondo di organza e brand sofisticati che gli stylist si litigano a colpi di ‘se non mi vesti Cristina D’Avena non ti do Elodie!’ il pizzo foderato da damigella al matrimonio a Riva del Garda è la liberazione finale di cui avevamo bisogno”.

Ghali (Foto Instagram)

“Il talento di Angelina Mango deve stupire, non confondere”

10 al talento di Angelina Mango, 5 nel complesso: “Un portentoso talento che va dosato come gli aromi più potenti. Tutto troppo. La cumbia, la sonorità, il trucco, la coda, le zeppe, il calzino bianco, la corda che penzola dall’abito che sembra quello della statuina del presepe della tizia che vende il pesce. Bisognerebbe togliere anziché aggiungere, perchè il rischio è l’effetto ridondanza. Il suo talento deve stupire, non confondere”.

Angelina Mango (Foto video)

“Annalisa? È praticamente impossibile trovarle un difetto”

Selvaggia Lucarelli dà 9 ad Annalisa (“È praticamente impossibile trovarle un difetto se non, forse, il fatto che ormai è essa stessa un tormentone. Ennesima canzone destinata a trapanarci il cervello in tutti i luoghi e in tutti i laghi da Tiktok alle giostre di Buccinasco”) e a Gazzelle (“Pezzo romantico, ispirato, urbano, ed è incredibile che tutto ciò provenga da un tizio con gli occhiali da sole e la camicia sotto alla felpa. Scherzo, ovviamente: gli Oasis fanno tutto ciò dal 1991”).

I The Kolors (Foto Instagram)

“I Ricchi e Poveri si sono sottratti con grande classe al topos del ‘dinosauro da Sanremo’”

I Ricchi e Poveri si beccano un 8: “Arrivano col fiocco, già in formato meme, archiviando in un secondo la stola di ‘Pensati libera’. Però il pezzo è interessante, un po’ come quello dei Cugini di Campagna dell’anno scorso, sottraendosi così con grande classe al topos del ‘dinosauro da Sanremo’ chiamato solo per coprire la sempre più sottorappresentata quota over 70. Bravi”. Stesso voto ai The Kolors: “‘Un ragazzo incontra una ragazza le labbra sulle labbra… Un ragazzo incontra una ragazza la notte poi non passa’. Il tormentone di Annalisa ‘quando quando quando’ scricchiola rumorosamente. Vedremo chi tra i due vincerà la gara del pezzo stracciapa*le 2024”.

I Ricchi e Poveri (Foto Facebook)

“La canzone dei Negramaro è una canzone dei Negramaro”

Selvaggia Lucarelli dà 7 ai Negramaro: “Si presentano elegantissimi, effetto organza, nel miglior look da centrosinistra parlamentare del ventunesimo secolo. La canzone è una canzone dei Negramaro, che è un po’ quello che si dice di tutte le canzoni degli U2 dal 2000 in poi: è bella, è brutta? Boh, ma sicuramente è una canzone degli U2. In un secolo in cui l’identità è merce rara, è un bel complimento”. Stesso voto a Sangiovanni: “La canzone è bella, anche se mancano dei pezzi: per la precisione, i finali delle parole. E allora il titolo ‘Finiscimi’ diventa un invito all’interazione, un po’ come fosse un Gioca Jouer: finiscimi le strofe”.
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Giuliano Sangiorgi dei Negramaro (Foto Instagram)

“La Sad sono gli eroi di cui non sapevamo di avere bisogno”

Mahmood raggiunge la sufficienza: “Canta la periferia, di cui riesce a trasmettere perfettamente l’incomunicabilità: non si capisce una parola. Nonostante il pezzo sia accattivante, l’impressione è che dopo le vittorie con ‘Soldi’ e ‘Brividi’, per Mahmood questo non sia l’anno né dei soldi né dei brividi”. 6 anche al trio emo-trap La Sad: “Sul red carpet sfilano conciati come uno dei più celebri cattivi di Batman, Bane, che era una specie di nerboruto bolscevico intenzionato a radere al suolo la corrottissima Gotham City. Poi però, vestiti da scheletri-paninari fuori da un Burghy nel 1986, cantano un pezzo acerbo ma importante sul suicidio, trasformandosi negli eroi di cui non sapevamo di avere bisogno”.

Geolier (Foto Instagram)

“Il primo posto di Loredana Bertè nella classifica della sala stampa sa un po’ di tributo”

Selvaggia Lucarelli dà 5 a Emma (“Non c’è continuità musicale ed estetica, è ora di capire chi sia Emma”), Geolier (“Arriva a Sanremo con un jet privato. Come ha detto qualcuno, ‘è al suo secondo disco e inquina già più di Taylor Swift’”), Clara (“Apre la serata con un geniale tributo ai festival degli anni d’oro, di cui tutti abbiamo grande nostalgia: l’intonazione. Purtroppo è l’unica cosa che si ricorda della sua performance”) e Loredana Bertè (“Il primo posto nella classifica della sala stampa sa un po’ di tributo all’artista, che certamente Loredana merita, ma la canzone non somiglia né al suo titolo (Pazza) né alla sua interprete. Più alla sala stampa. Peccato”).

Loredana Bertè (Foto Instagram)

“Dargen D’Amico ha mescolato gli orsetti Trudi al messaggio sociale sulla guerra”

I Bnkr44 devono accontentarsi di un 4 (“Portano sul palco un grande manifesto, anche estetico, di disagio generazionale. Ma di un’altra generazione: quella di Trainspotting”) come Il Volo (“La cosa più interessante della loro esibizione è la lenta metamorfosi di Gianluca Ginoble in Timothèe Chalamet”). Voto sospeso a Dargen D’Amico: “Ha mescolato gli orsetti Trudi al messaggio sociale sulla guerra. Farò un’inchiesta su di lui”. Un capitolo a parte merita a Lazza invitato al Festival dopo il secondo posto dello scorso anno: “Inaugura il palco esterno del Festival con effetto fuori sincrono e problemi tecnici. Abbiamo visto inaugurazioni migliori: tipo quella del Titanic. Mancava solo la bottiglia che non si rompe sulla prua della nave. Voto boh”.

Pubblicato il 07/02/2024 18:57

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