Roberto Vecchioni in lacrime per il figlio che non c'è più

Roberto Vecchioni in lacrime ricorda il figlio che non c’è più: “Il mondo non lo meritava”

Germana Bevilacqua

Roberto Vecchioni in lacrime ricorda il figlio che non c’è più: “Il mondo non lo meritava”

| 27/02/2024
Roberto Vecchioni in lacrime ricorda il figlio che non c’è più: “Il mondo non lo meritava”

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Roberto Vecchioni, intervistato da Massimo Gramellini nella trasmissione “In altre parole” su La7, si racconta senza filtri. L’amore per la musica, la poesia, l’arte e poi l’amore più grande, quello per la famiglia e i suoi quattro figli. Un’intervista toccante dove il cantautore ha voluto mettere al centro la figura di Arrigo, il figlio morto nell’aprile del 2023, all’età di 36 anni. Un evento che è stato uno spartiacque per il professore che per la prima volta parla apertamente del suo dolore per una perdita che lui definisce un passaggio, in una visione poetica della vita e dell’esistenza. Dinanzi ad una foto dei suoi quattro figli, il cantautore dice: “Guardate che belli che sono. Sono tutti e quattro vivi, anche se uno non c’è più”. Poi sottolinea: “Qui non facciamo televisione del pianto e del rimorso, lasciamola agli altri, che non me ne frega niente di quelle cose. Dico cose serie, vere. Questo meraviglioso ragazzo, che è veramente un meraviglioso ragazzo, è un poeta straordinario. Però c’è stato un problema, che il mondo non si meritava uno bello come lui, se lo doveva meritare. Non era lui che doveva meritarsi il mondo, era il mondo che doveva meritarsi lui”.

Roberto Vecchioni e Massimo Gramellini (Foto da video)

“Arrigo è il mio dolce inverno, è un inverno con la neve che sta su, ma sotto la neve c’è sempre qualcosa”

Roberto Vecchioni parla dalla scomparsa di Arrigo e del dolore suo e della moglie. “Un certo giorno se n’è andato. Se n’è andato perché il mondo non era roba sua, ma per me è sempre qui”, spiega. “Lo strazio è per sua madre – aggiunge – lo strazio continua perché una madre è sempre dimezzata, più della metà del suo cuore è per i figli. Noi padri siamo un pochino meno, così. La cosa più brutta che possa esistere al mondo è perdere un figlio, la più brutta”. Roberto Vecchioni paragona i suoi quattro figli alle quattro stagioni e svela: “Arrigo è il mio dolce inverno, è un inverno con la neve che sta su, ma sotto la neve c’è sempre qualcosa, no? L’erba continua a crescere, la vita è eterna, è meravigliosa. Io lo penso tutte le notti. E non lo penso, lo vedo, lo vivo. Nessuno se ne va”.

Per il professore, l’amore in tutte le sue forme non ha limite né di tempo né di spazio. “Il cuore è una cosa stranissima – afferma – più cose gli metti dentro più si allarga. Non ha mai un confine. Tutti gli amori che hai ci stanno dentro. Alcuni più grossi, alcuni piccolini nell’angolo. Ma io potrei averne anche 100 di amori e io amo tutta l’umanità. Tutta l’umanità potrebbe starci nel mio cuore. Poi lo spazio più grande è per loro”.

Roberto Vecchioni e Massimo Gramellini (Foto da video)

“Sono stato contento di questa apparizione a Sanremo”

Roberto Vecchioni ha regalato uno dei momenti più toccanti del Festival di Sanremo, interpretando insieme ad Alfa la sua canzone “Sogna, ragazzo, sogna”. Parlando di Sanremo in un’intervista rilasciata a “La Repubblica” ha detto: “Sono stato contento di questa apparizione. È veramente un esempio del come l’umanità si propaghi da una generazione all’altra, portandosi dietro sempre queste piccole cose che sono fondamentali per sopravvivere”. Un’esibizione che è stata come fosse una metafora del suo ultimo libro che è anch’esso una sorta di dialogo tra un ragazzo e il nonno. Martedì 27 febbraio arriva in libreria “Tra il silenzio e il tuono”, il nuovo libro del professore edito da Einaudi. Un libro intenso e intimo composto da lettere. Roberto Vecchioni racconta a un fantomatico nonno, alcuni degli episodi più significativi della sua vita.
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Roberto Vecchioni (Foto da video)

“Ho scritto questo libro in soli tre mesi lavorando dieci ore al giorno”

Nel romanzo, come spiega l’autore stesso “c’è probabilmente, dentro questa storia, un po’ tutto il mio carattere cioè l’allegria, la voglia di fare e l’entusiasmo che sono sempre però toccati dal momento di crudeltà del destino, di sconfitta e, anche se io sono un entusiasta della vita, beh, la vita comunque viene sempre a romperti le palle a un certo punto! Ma comunque non perdo mai la fiducia e ho sempre voglia di fare, adesso persino di più di un tempo”. C’è spazio anche per il dolore: “C’è la morte del figlio: solo che uno la descrive in maniera surreale, l’altro in maniera oggettiva: l’ospedale con le piastrelle, i ragni. Ho scritto questo libro in soli tre mesi lavorando dieci ore al giorno: è una confessione, c’è solo verità, impietosa ma coerente”.

Roberto e Arrigo Vecchioni (Foto Instagram)

“Mio figlio era realmente bipolare. Lo sono astrusamente in qualche modo anch’io”

Il riferimento è ancora alla perdita del figlio Arrigo. “È la rappresentazione del mio senso di colpa tremendo verso mio figlio – spiega ancora il professore -. La paura di averlo ucciso per il lavoro che facevo per cui ero spesso lontano. E poi c’è un’altra visione, quella di un nostro viaggio in macchina attenti all’autovelox in cui anche se la velocità non è mai stata superata vengono gli angeli vestiti da poliziotti a prenderlo. E poi, ancora, e a quella ci tenevo tanto, una lettera per mia moglie che ovviamente non ha ancora assorbito niente: ogni giorno piange. Ma è giusto così, non deve avere timore di farlo. Non deve fermarsi”.

Infine svela: “Mio figlio era realmente bipolare. Lo sono astrusamente in qualche modo anch’io ma so di esserlo, lui era malato. Dovevo ricordarlo. Ma senza sdolcinamenti, mai. Non parlo mai del mio dolore, che invece è tanto, c’è solo una confessione di inadeguatezza”.


Pubblicato il 27/02/2024 10:58

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