A Paola Ferrari continua a non andare giù l’appellativo di “rosicona” appioppatole da Melissa Satta nel corso dell’intervista rilasciata a “Belve” nei giorni scorsi. In un’intervista rilasciata al “Corriere della Sera”, la giornalista – tornata al timone di “90° minuto”, storico programma sportivo della Rai – dice la sua. “Non sono per niente una rosicona. Non mi ci riconosco, ma in vita mia mi hanno detto di peggio, ci sono abituata e non me la prendo, anzi rifletto sulle critiche”. Paola Ferrari ha dichiarato che la presenza di Melissa Satta come opinionista a “Sky Calcio Club” rientrava in uno stereotipo trito e ritrito. “Non era un attacco a Melissa che è bellissima – si affretta a precisare – Quando l’hanno accusata di compromettere la carriera del compagno Matteo Berrettini l’ho sempre difesa, purtroppo l’ambiente dello sport, che ben conosco, è ancora maschilista e sessista. Non mi piaceva il ruolo che le avevano assegnato, sfruttando la sua fisicità prorompente. Quel momento del ‘leva-giacca’, in cui restava in top, tra le risatine degli uomini in studio, lo trovavo mortificante”. Poi aggiunge: “L’invidia non so cosa sia, grazie a Dio. La mia è una battaglia contro la spettacolarizzazione in senso estetico della figura femminile nel calcio”.
“Io non ho mai cambiato connotati o misure, ho puntato sulla professionalità”
La giornalista ne ha anche per Diletta Leotta. “E’ furba e fortunata – dichiara Paola Ferrari – fa un sacco di soldi, beata lei, però non si può mitizzare un’immagine di donna perfetta con il seno che sfida la forza di gravità, non è reale. Secondo me è molto brava, ma nessuno se ne accorge, nessuno ne parla”. Stiamo parlando di ritocchi estetici? “Sono assolutamente a favore – sottolinea – se una ha un problema o vuole rimettersi in forma, non per tramutarsi in oggetto dell’apprezzamento maschile. Io sono grata di come sono, non ho mai cambiato connotati o misure, ho puntato sulla professionalità”. In passato, la giornalista aveva definito Belen Rodriguez “furba, ricca e priva di talento”. “Era una battuta – si affretta a precisare – Non ci conosciamo ma la trovo molto simpatica. So che è una donna di grandissimo cuore, vera, che si innamora e ci sbatte la testa, prova sentimenti, soffre e ha il coraggio di mostrarsi da perdente”.
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“Alba Parietti è un mix prorompente di intelligenza e sensualità”
C’è una collega che le piace? “Simona Rolandi, ora alla Ds, bravissima. E Anna Billò, finché c’è stata. Se fossi invidiosa della bellezza altrui, non avrei da anni una carissima amica stupenda come Alba Parietti. Sono felice dei suoi successi, non c’è mai stata rivalità, le voglio bene”. Ricordiamo che Alba Parietti, a “Galagoal”, mostrava le gambe abbarbicata su uno sgabello. “Sì, certo – dice Paola Ferrari – ma è stata la sua grande personalità a farla emergere e durare nel tempo. Alba è un mix prorompente di intelligenza e sensualità, non è mai stata solo un bel paio di gambe, non viene ricordata per questo. Come spero che nessuno ricordi me per quel mio accavallamento di gambe agli Europei 2021. Qualcuno disse pure che lo avevo fatto apposta, le pare?”.
“A Diletta Leotta invidio il sorriso bellissimo e gli occhi da cerbiatto”
La giornalista sportiva ha esordito in tv molti anni fa con Enzo Tortora che la scelse come centralinista di “Portobello” proprio per la sua bellezza. “Però ci mandava in onda con dolcevita e gonne a fiori, come normali studentesse- precisa – L’avvenenza aiuta, certo, quando si entra nelle case degli italiani bisogna presentarsi sempre al meglio, l’ho imparato da Silvio Berlusconi. Ma le scorciatoie con la quinta di seno funzionano per poche fortunate, per la maggior parte no. Se sbagli strada poi è difficile tornare indietro”. Paola Ferrari ammette: “Se c’è una cosa che potrei invidiare è la fisicità di Melissa Satta, lei è così alta, io piccolina. A Diletta il sorriso bellissimo e gli occhi da cerbiatto. Anche Elodie è favolosa”. Poi conclude con un consiglio da donna a donna: “Ognuna segua la sua strada, in pace con se stessa. Ma senza mettere al primo posto il corpo. Le donne devono amarsi di più, perché valgono più di così”.
