Un operaio spagnolo che stava lavorando ad una ristrutturazione si è trovato davanti un tesoro inaspettato. E’ successo a Valencia e la storia è stata raccontata dal “Daily Star”. Toño Piñeiro, questo il suo nome, era impegnato nella ristrutturazione di una casa acquistata a Lugo, nel nord-ovest delle Spagna, quando a un certo punto si è accorto di uno strano luccicchio proveniente da uno dei muri. A quel punto ha deciso di prendere il martello e rompere il muro per vedere di cosa si trattava, ma quello che ha scoperto lo ha lasciato a bocca aperta. Dentro il muro infatti l’operaio ha scorto alcune vecchie confezioni di Nesquik, le ha aperte e all’interno ha trovato centinaia di banconote. Un tesoro dal valore stimato di almeno 40mila euro.
Le pesetas spagnole non sono più convertibili in euro
La gioia dell’uomo però ha dovuto presto lasciare posto alla rabbia e all’amarezza. Il denaro infatti era in pesetas spagnole, una valuta oramai non più in uso dal 2002, dopo l’introduzione dell’euro. Un colpo per il povero operaio che in un attimo si è visto sfuggire dalle mani il tesoretto che aveva ritrovato con un grande colpo di fortuna. La Banca di Spagna ha oramai ritirato le pesetas spagnole, quindi le vecchie banconote non sono più né utilizzabili né convertibili in euro. Ma l’operaio non si è perso d’animo ed è riuscito a vendere le preziose banconote ad alcuni collezionisti, ricavandoci quasi 20mila euro.
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Per il Ministero dell’Economia e Finanza i buoni fruttiferi scadono dopo 30 anni dall’emissione
La storia ricorda quella di un 61enne di Firenze il quale, rimettendo a posto la casa dell’anziana madre deceduta, aveva ritrovato in una cassapanca due buoni fruttiferi postali del lontano 1941. L’uomo aveva scoperto che il valore attuale di questi due buoni postali di 100 lire l’uno ammontava complessivamente a una cifra pari a 39 mila 870 euro. Il Ministero dell’Economia e Finanza, aveva però comunicato all’uomo ché i buoni risultavano scaduti in quanto erano passati più di 30 anni dall’emissione. La direzione del Tesoro ha sostenuto quindi che i buoni non si potevano riscuotere perché prescritti. Ma un’associazione che si occupa dei diritti dei consumatori, specializzata nel recupero di titoli di Stato mai riscossi, aveva invece affermato che la prescrizione sopravviene dopo 10 anni dal ritrovamento. L’uomo li aveva ritrovati lo scorso agosto.