Nicoletta Romanoff, 45 anni, parla per la prima della scomparsa prematura del fratello Enzo Manfredi morto suicida a 21 anni il 26 maggio 1997. “Qualcosa in me si è spezzato per sempre – confessa in un’intervista al “Corriere della Sera” – Quando litigavamo, poi ci scrivevamo lunghe lettere per fare pace, ce le infilavamo sotto la porta. Le ho conservate. Eravamo complici. Durante un viaggio in Africa, io avevo 10 anni, lui 13. Le sistemazioni a quel tempo erano molto spartane. Dormivamo insieme in un lettone, rimboccandoci con cura la zanzariera. Di notte mi svegliai con un grande fastidio a un occhio. Accesi la luce. ‘Che cos’ho?’, gli chiesi. ‘Non ti guardare allo specchio’. Un ragno enorme mi aveva punto sulla palpebra. Mio fratello non sapeva come dirlo ai miei, che si sarebbero spaventati, così andò a cercare un dentista italiano che alloggiava nello stesso hotel. Feci la prima comunione con la benda sull’occhio viola”.
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Nicoletta Romanoff: “Mio fratello si è portato via una parte di me”
La scomparsa di Enzo Manfredi ha travolto come un uragano la famiglia dell’attrice romana, discendente degli zar di tutte le Russie. “Non ci sono risposte, non esiste una spiegazione – dice – Con la sua morte per me si è capovolto il mondo e ho avuto ancora più bisogno di Dio nella mia vita. Ho trovato la mia pace nel percorso di fede. Avevo 18 anni e 12 giorni, per molto tempo mi sono sentita mutilata e divisa in due. Enzo Manfredi si è portato via una parte di me e io ho dovuto sviluppare una parte di lui per fare sopravvivere i miei genitori. La fede è parte integrante della mia esistenza, come mangiare bene e allenarmi. La vita spirituale va di pari passo con il resto. La mia è una storia quotidiana di amicizia con Dio. Ci parli, gli confidi i tuoi problemi”. Il 20 luglio 2024 Nicoletta Romanoff ha perso il padre Giuseppe Consolo morto dopo un tuffo in mare. “E la mia solidità spirituale si è sgretolata – conferma – Credevo di essere altamente vaccinata dal dolore, non lo ero. Ha rinnovato quello per la mancanza di mio fratello. Lo sto ancora elaborando. Lo strazio è l’amore che provi e non puoi più dare”.


L’attrice romana ha quattro figli da tre uomini diversi
Nicoletta Romanoff ha quattro figli. Francesco e Gabriele sono nati dal suo primo matrimonio con il produttore cinematografico Federico Scardamaglia. Maria venuta al mondo nel 2010 è frutto del suo amore per il collega Giorgio Pasotti al quale è stata legata sino al 2016. I due attori si conobbero nel 2004 sul set della fiction “Un anno a primavera”. “Da poco è mancato il regista Angelo Longoni, che ci ha unito come coppia sul set – racconta – Gli rivolgo un pensiero affettuoso. Ha reso possibile la nascita di mia figlia Maria. Non mi va di parlarne. È stata una storia importante, perciò voglio proteggerla. Siamo in ottimi rapporti, cresciamo nostra figlia”. Dal suo attuale marito, l’allenatore di rugby Federico Alverà, ha avuto Anna. Insieme dal 2017, i due sono convolati a nozze a Bolgheri, in Toscana. Una settimana dopo hanno rinnovato le promesse alle Maldive. “Lo conoscevo da sempre, i nostri nonni abitavano nella stessa palazzina – ricorda – lo scoprimmo trent’anni dopo. Per noi è stato più un rincontrarsi, un’amicizia che si è consolidata con la persona che ho scelto per tutta la vita”.
L’attrice aveva 19 anni quando è diventata mamma per la prima volta e 21 quando è nato il suo secondo figlio. “Diventare madre così giovane ha cambiato la mia vita, è stata una scelta decisiva, che mi ha rimesso al mondo, mi ha ridato speranza”, rivela. Per i suoi quattro figli Nicoletta Romanoff ha fatto tante rinunce. “E non me ne sono mai pentita – confessa – Mi costa fatica stare lontana da loro. A 25 anni ho detto tanti no e questo mi ha portato a lunghi periodi in cui non ho lavorato. I registi non ti aspettano, a parte Quentin Tarantino con Uma Thurman”.
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“Muccino? Per ottenere quello che ha in testa ti sbatte come un polpo sugli scogli”
Nicoletta Romanoff deve la popolarità al film “Ricordati di me” di Gabriele Muccino. “Mi recai al provino di nascosto, con un’amica. Non avevo nulla da perdere. C’erano 600 ragazze – ricorda – Sono perfezionista, che è anche un difetto, perché non ti godi le cose. Concentratissima, sapevo la parte a memoria, avrei potuto dire le battute pure al contrario. Gabriele mi fece urlare tante volte per scaricare la tensione. Laura Morante e Monica Bellucci sono state meravigliose, mi hanno insegnato tanto, con delicatezza. In una scena dovevo dare uno schiaffo a Laura. Alzavo la mano e mi bloccavo. Non ci riuscivo. Muccino esasperato gridò: ‘Dai, le devi dare un vero ceffone!’. E alla fine mi è partito uno sganassone tremendo. Ho fatto tanto sport, avevo molta forza nel braccio. Abbiamo dovuto interrompere. Ero mortificatissima. Muccino era emotivo, istintivo, cerca di tirare fuori dagli attori quello che ha in testa, per ottenerlo ti sbatte come un polpo sugli scogli”. Anni dopo, il regista l’ha voluta anche ne “Gli anni più belli”.