Matteo Mariotti, il 20enne di Parma che ha subito l’amputazione di metà gamba dopo essere stato attaccato da uno squalo in Australia, ha replicato duramente a Selvaggia Lucarelli che aveva sollevato alcune perplessità sulla raccolta fondi avviata dagli amici del giovane. L’incidente si è verificato lo scorso 9 dicembre sulla Gold Coast. Nei giorni scorsi Matteo Mariotti è rientrato in Italia e sarà curato all’Istituto Rizzoli di Bologna. Il professor Cesare Fialdini tenterà di costruire una protesi che consenta al 20enne di tornare a camminare. Nel corso di una conferenza stampa tenuta al Rizzoli, Matteo Mariotti ha raccontato la grande paura.
“Ho salutato tutti perché non pensavo veramente di sopravvivere”
“Ho pensato che sarei morto, che non ce l’avrei fatta a sfuggire allo squalo – ha confessato – Sono riuscito a sfilare quello che restava della mia gamba dalla bocca del pescecane e nuotare più velocemente che potevo fino a riva. Qui mi ha salvato Tommaso, amico, infermiere e istruttore sub. Non ero in acque profonde, ero vicino alla riva quando ho sentito il morso. Forse era uno squalo tigre. In un momento mi ha portato lontano dalla riva ed ho veramente pensato che era finita. La telecamera che avevo addosso ha continuato a filmare e ho salutato tutti perché non pensavo veramente di sopravvivere. Adesso devo pensare a guarire, sono in ottime mani e vorrei tornare alla mia vita, al mio sport e tornare anche in Australia, una terra bellissima”.
“Selvaggia, sei una gran brutta persona”
Matteo Mariotti ha speso parole durissime nei confronti di Selvaggia Lucarelli. “Tante menzogne vengono dette in questa storia, solo a scopo di lucro – ha affermato – A Selvaggia Lucarelli dico: ‘Selvaggia, hai fatto un grande errore con me’. Il male che mi hai fatto non puoi neanche immaginartelo. Paragonata ad uno squalo, tu sei veramente molto più forte e molto più pericolosa. Voglio dire ciò che penso di lei…persona terribile… perché mi ha portato un male in un momento della mia vita in cui non ne avevo bisogno. È stato veramente qualcosa di pessimo, io non ho fatto nulla per dover ricevere tutto ciò. È una cosa che tocca tanto e voglio proprio dirlo: sei una gran brutta persona. Farò in modo che tutti lo sappiano perché quello che mi hai fatto non è giusto. Mi hai scaraventato addosso in tutti i modi possibili tante persone. Voglio essere sincero”.
Selvaggia Lucarelli: “Dall’Australia mi ha detto che me l’avrebbe fatta pagare”
Immediata la replica di Selvaggia Lucarelli. “Mentre Matteo era ancora in ospedale a Brisbane – ha dichiarato in un’intervista a “La Stampa” – ho visto la raccolta fondi dei suoi amici per le spese mediche e ne ho chiesto il motivo, dal momento che erano coperte da assicurazione sanitaria in Australia e in Italia sono gratuite. Un’amica sua mi ha risposto che non lo sapevano”. La scrittrice ha affermato di aver ricevuto insulti e minacce: “Lo stesso Matteo ha detto che quando sarebbe tornato me l’avrebbe fatta pagare”. “Resta la grande domanda: a cosa servono quei soldi? Perché se vogliono fargli un regalo va benissimo, ma allora non si parli di spese mediche”, ha puntualizzato.
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“Chi dubita è una guastafeste e la vittima va creduta in modo insindacabile”
Durante la conferenza stampa all’Istituto Rizzoli, il 20enne ha precisato che i soldi raccolti grazie alla generosità dei donatori serviranno “per la mia vita futura in cui avrò bisogno di aiuto”. “Anche per far arrivare la mia famiglia in Australia sono serviti tanti soldi”, ha aggiunto. Ma davvero non era possibile evitare di arrivare allo scontro? “Questa dei social è una dinamica malata – ha spiegato Selvaggia Lucarelli – cui dobbiamo rassegnarci soprattutto quando si mette il naso nella beneficenza, per cui si pensa sempre che chi cerca di fare chiarezza sia un guastafeste che vuole per forza rovinare qualcosa fatta con intenzione positiva. Se fai domande in casi come questi la reazione è ‘ma come ti permetti? Come osi?’. La vittima va creduta in modo insindacabile”.
Dall’ospedale di Brisbane mi ha scritto: “Con me hai sbagliato, vai a rifarti gli zigomi”
Selvaggia Lucarelli ha illustrato meglio i fatti in un articolo pubblicato sul “Fatto Quotidiano”: “A dicembre, siccome ho osato esprimere perplessità su una raccolta fondi a lui destinata, mi aveva scritto in privato, mentre era ancora in ospedale a Brisbane: ‘Dammi il tempo di mettermi in forza e spiegherò a tutta l’Italia il male che mi hai fatto. (…) Con me hai sbagliato, vai a rifarti gli zigomi’. E così ha fatto: non appena è tornato, fiumi di interviste con accuse a me di essere la cattiva che gli ha buttato odio addosso”.
Dopo l’amputazione di metà gamba, ha ricordato la scrittrice, Matteo Mariotti aveva ammesso di avere una assicurazione medica che copriva le spese mediche. “I suoi amici però aprono subito una raccolta fondi il cui scopo scritto sul sito è ‘per spese mediche’ – ha fatto sapere – L’obiettivo sono 20 000 euro. Appena raggiuntala cifra alzano il tetto a 50 000. Nel frattempo parte un’altra raccolta parallela in cui viene fornito l’iban della zia di Matteo. Io denuncio pubblicamente la poca trasparenza di questa raccolta, visto che in Australia l’assicurazione copre le spese e in Italia, quando Matteo arriverà, abbiamo la sanità pubblica”.
“Ho preteso trasparenza laddove trasparenza non c’era”
“L’amica che ha organizzato la raccolta fondi mi contatta e ammette di non sapere bene di quanti soldi avrà bisogno il suo amico – ha proseguito Selvaggia Lucarelli – Ma tanto, dice lei, la gente mica è obbligata a donare. Insomma, confonde il concetto di colletta tra amici e raccolta fondi. Alla fine gli amici, dopo le mie domande, chiudono la colletta a 62 000 euro e nel loro gruppo whatsapp si lamentano perché ‘mica è giusto darla vinta a quella tr*ia”’ Molti mi scrivono insultandomi e minacciandomi. Matteo, come già detto, mi scrive prima che vuole tanto incontrarmi, poi che me la farà pagare raccontando all’Italia cosa gli ho fatto. Già, cosa gli ho fatto? Ho preteso trasparenza laddove trasparenza non c’era. Migliaia di donatori avevano già donato ‘per spese mediche’ convinte che senza i loro soldi questo ragazzo il cui padre possiede uno dei locali più noti di Parma (ragazzo che nel 2023 aveva già fatto avanti e indietro in l’Italia due volte dall’Australia), non possa essere curato”.
“Nessuno ha da ridire su di lui, i titoloni sono per la cattiva giornalista che fa domande”
“In Italia ci sono circa 3.000 persone all’anno che subiscono un’amputazione in seguito a ischemie, incidenti, malattie oncologiche, infezioni – ha concluso la scrittrice – Persone che non aprono raccolte fondi, che contano sul servizio sanitario nazionale, che affrontano le difficoltà senza la stampa a dedicargli titoloni, che devono spesso battersi per avere ciò che gli spetta. Matteo ieri sorrideva posando tra assessori regionali e il direttore generale dell’ospedale Rizzoli Anselmo Campagna come se si trattasse di un paziente speciale, con una copertura stampa inspiegabile, accusando chi ha osato criticare la finalità opaca della raccolta fondi a lui destinata di essere più feroce dello squalo. E ovviamente, nessun giornalista ha da ridire sulla furbata della raccolta fondi “per spese mediche”, ma i titoloni sono per la cattiva giornalista che fa domande”.
