Marco Liorni lascia “Reazione a Catena”, non senza dispiacere, dopo 5 anni. In virtù dei numeri che riesce a portare a casa, la Rai ha puntato su di lui affidandogli “L’Eredità” scippandola a Pino Insegno. Quest’ultimo, finito nell’occhio del ciclone per via dell’amicizia con Giorgia Meloni, paga i bassi ascolti de “Il Mercante in Fiera” che hanno allarmato la Banijay, la società che produce il programma, che avrebbe chiesto la testa di Pino Insegno. Quest’ultimo, alla fine, prenderà in mano le redini di “Reazione a Catena”. In un’intervista al “Corriere della Sera”, Marco Liorni confessa di aver pianto “nello studio di ‘Reazione a Catena’ per l’ultima puntata. Non c’era nessuno, tutti via: tecnici, pubblico, squadre, autori. Le luci spente, solo neon accesi e qualche carta per terra. Mi è passato davanti un pezzo di vita, sono stati cinque anni intensi. Ho pianto come una fontana, è stato liberatorio”.
“Stavo benissimo a ‘Reazione a Catena’, ma un giorno mi hanno proposto ‘L’Eredità'”
“Ha tolto il posto a Pino Insegno che è amico di Giorgia Meloni. Di chi è amico lei?”, chiede il giornalista Renato Franco. “Di nessuno. E il mio game ce l’avevo: Reazione a Catena, da cinque anni – replica Marco Liorni – Finché farò il conduttore starò lontano dalla politica (…) Non so se qualcuno ha fregato qualcosa. Diciamo che stavo benissimo a ‘Reazione a Catena’, ma un giorno mi hanno proposto ‘L’Eredità’. Poi magari ci cambieranno di nuovo… Ma sono onorato per avere l’opportunità di programma storico, condotto da grandi come Fabrizio Frizzi”. Il conduttore assicura di non frequentare le serate mondane della grande bellezza romana. “Me le immagino decadenti – afferma – il film di Sorrentino mi è entrato nell’immaginario. Nella grande bellezza di Roma invece ogni tanto mi immergo, anche da solo, lì in via dei Fori Imperiali ci sono delle grandi mappe con l’espansione di Roma, ma finiscono nel punto di massimo splendore, poi… Ti dà proprio netto il senso della caducità di ogni gloria”.
“La svolta quando mi scelsero per sostituire Cristina Parodi”
Marco Liorni ripercorre la sua carriera. Il conduttore deve tutto a Cristina Parodi. “Si è dovuta assentare per qualche mese (era in dolce attesa, ndr.) e nessuno voleva condurre Verissimo per così poco tempo – racconta – Era il ’97. Io l’anno prima ero l’inviato e così Giorgio Gori e Gregorio Paolini mi hanno scelto per la supplenza”. Il momento più difficile fu “dopo 7 anni di Grande Fratello”. “Niente tv per 4 anni – ricorda – Mi ero dato come deadline il dicembre 2011, dopo aver portato per tutto quel tempo i miei progetti di programmi a tutte le persone che conoscevo. Ma la risposta era sempre la stessa: mi vedevano come quello del ‘Grande Fratello’. Mi ero dato quel limite perché ormai era una situazione molto frustrante (…) Poi a novembre arrivò l’occasione di un numero zero per la Rai, ‘Perfetti innamorati’”.
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“Occorre cogliere l’anima di ogni programma e dare il meglio di sé per esaltarla”
Marco Liorni ammette di sognare la prima serata: “Mi è capitato di fare programmi piccolissimi, magari su Rai Premium, oppure programmi importanti e prime serate da 16 milioni ai tempi del ‘Grande Fratello’, oppure ‘ItaliaSì!’, che seguo da cima a fondo… mi sono reso conto che alla fine, qualunque sia la dimensione nella quale ti trovi, la cosa da fare è sempre la stessa: cogliere l’anima di quel programma e dare il meglio di te per esaltarla”. “Con certi numeri non le si è nemmeno mai gonfiato l’ego?”, chiede il giornalista. “No guardi, c’ho l’ego bucato”, ribatte il conduttore.