Momenti di paura ieri sera nella casa del “Grande Fratello”. Il concorrente Giuseppe Garibaldi ha accusato un malore mentre si trovava in bagno ed è stato trasportato d’urgenza in un ospedale romano. Da un video che circola sui social, sembra che il giovane bidello calabrese abbia perso i sensi. Nella clip Sergio e Vittorio si sfidano ad un gioco da tavolo quando nel loft di Cinecittà si scatena il caos. “Ani, vieni…corri…corri”, dice qualcuno con tono concitato. “Chiamate il GF”, urla Anita Olivieri. Tutti i concorrenti corrono verso la zona bagno in preda al panico. “Ragazzi, non toccategli il cuore”, consiglia Marco Maddaloni.
Giuseppe Garibaldi portato via in ambulanza
La produzione ha prontamente chiamato un’ambulanza che ha raggiunto la casa in pochi minuti. Giuseppe Garibaldi è stato prelevato e portato in un ospedale della Capitale dove sarebbe tuttora sottoposto ad accertamenti. La regia ha subito staccato le immagini della diretta riprendendo la piscina. Nel loft è calato il silenzio e, a quanto pare, un’autrice del programma avrebbe chiamato i concorrenti a turno in confessionale.
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Paolo Masella: “Questa casa senza di lui non ha senso”
Dalla produzione non trapelano informazioni sulle condizioni di salute di Giuseppe Garibaldi che, nelle ore precedenti al malore, non aveva manifestato nessun problema. “Questa casa senza di lui non ha senso”, ha commentato Paolo Masella. Il macellaio romano ha stretto un solido rapporto d’amicizia con il bidello calabrese. “Rientrerà domani o al massimo lunedì”, ha ipotizzato Anita Olivieri.
Chi è Giuseppe Garibaldi
Giuseppe Garibaldi, concorrente nip del “Grande Fratello” è recluso nella casa di Cinecittà dallo scorso settembre. “Vengo da Santa Cristina d’Aspromonte, in provincia di Reggio Calabria e nella vita sono un collaboratore scolastico, ovvero il semplice bidello – ha detto nella clip di presentazione – La mia è una famiglia semplice composta da mia madre, mio padre e quattro fratelli maschi ma il vero uomo a casa è stata sempre la mamma. Quando ho iniziato a fare il collaboratore scolastico, mi sono dovuto spostare in Veneto. Non era il lavoro che volevo fare ma mia madre mi ha detto: ‘Vai perché puntiamo al posto fisso’. E’ comunque un lavoro dignitoso, mi piace farlo perché mi rapporto con i ragazzi e con i professori e imparare fa sempre bene”.
