Luca Argentero festeggia i 20 anni di carriera a “Che tempo che fa”. Fabio Fazio lo presenta come “una delle persone più gentili che io conosca”. Durante l’intervista, l’attore piemontese afferma più volte di sentirsi grato per aver svolto una professione che non era nei suoi piani. “Ho sempre vissuto questo lavoro con grande modestia e rispetto verso chi lo fa con una preparazione anche più profonda della mia”, afferma. Il suo primo ruolo è stato in “Carabinieri”. Luca Argentero ammette di essere stato preso per via della popolarità regalatagli dal “Grande Fratello”. “Facevo colazione insieme a Paolo Villaggio – ricorda – Io col cappuccino, lui con pane e mortadella. Lo tenevano tanto sotto controllo perché era un grande goloso”.
Per quanto riguarda il medical drama “Doc – Nelle tue mani”, Luca Argentero non sente di correre il rischio di rimanere incastrato nel personaggio di Andrea Fanti che interpreta da tre stagioni e che interpreterà anche nella quarta. “Io sarò eternamente grato a Doc – rivela – È un privilegio nella vita di un attore incontrare un personaggio che entra così nel cuore delle persone. Altrimenti diventa un mestiere che uno fa un po’ per vanità, un po’ per sé stesso. Tutti i giorni, per strada, raccolgo testimonianze di persone che si sono sentite in qualche modo toccare non da me ma da questo progetto”.
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“Che tempo che fa”, Luca Argentero e l’aneddoto su Michele Placido
Luca Argentero non ha frequentato nessuna accademia ma ha imparato a recitare facendo pratica sul set. A tal proposito, racconta un aneddoto: “Lavorare con Michele Placido è stata un’esperienza intensa. Lo ricordo sempre come il regista che mi ha tolto ogni paura. Dopo l’esperienza con lui non mi spaventa più nulla. Ha un’attitudine aggressiva nel dirigere l’attore. Dopo una prova, ti dice: ‘E’ una me*da’. E tu dici: ‘Peggio di così non può andare’. O scappi in camerino a piangere oppure tiri fuori quello che c’è da tirar fuori per farlo bene”.
La svolta è arrivata con il film “Saturno contro” per la regia di Ferzan Özpetek. “Non dovevo essere io a fare quel film, doveva essere Claudio Santamaria – confida – Dopo i primi provini, mi chiamò per dirmi: ‘Non prendo te, prendo Claudio’. Mi rammarico ma la vita va avanti. Dopo un paio di giorni, risquilla il telefono e mi dice: ‘Sei tu. Prendo te, non Claudio. Ho sognato che Lorenzo sei tu’. Con Ferzan ho avuto la fortuna di frequentare un vero artista, qualcuno che si muove attraverso le emozioni, non attraverso le scelte più razionali. Anche perché in quel momento tutti gli sconsigliavano di prendere me, anche in virtù del mio scarsissimo background attoriale. Tutti invece gli consigliavano di scegliere Claudio che invece era un attore più che affermato. La prima volta che sono entrato a casa di Ferzan a fare le letture c’erano Pierfrancesco Favino, Isabella Ferrari, Filippo Timi, Ennio Fantastichini… C’erano una ventina di David di Donatello e di Nastri d’Argento tutti seduti attorno allo stesso tavolo e poi c’eravamo io e Ambra”.
“Sono in un momento felice della mia vita, la mia vera fortuna è Cristina”
Appassionato di natura, Luca Argentero vive in campagna, in Umbria, con la moglie Cristina Marino e i loro due figli, Nina Speranza che compirà 5 anni tra qualche giorno e Noé Roberto, 2 anni. L’attore ama coltivare il suo orto. “Sono in un momento felice della mia vita – confessa – Ma io una fortuna vera ho avuto nella vita: Cristina. Per fare questo lungo percorso ci vuole qualcuno al tuo fianco che vada nella stessa direzione”. Luca Argentero tranquillizza tutti: “Non mi ritiro dalle scene. Io sono molto riconoscente verso questo lavoro anche perché mi permette di vivere una vita agiata, mi diverte profondamente e amo farlo. Negli ultimi 20 anni l’ho fatto ad un ritmo molto serrato e avere dei bimbi piccoli ti porta ad avere il desiderio di passare più tempo con loro. Tra i miei amici, sono quello che ha fatto figli più tardi. Hanno tutti figli adolescenti e mi dicono: ‘Goditela perché poi non ti ca*ano più’. Continuerà ma mi piacerebbe soltanto avere più tempo possibile a disposizione per loro”. “Se è vero che voglio presentare Sanremo? Beh, chi è che non vorrebbe farlo – conclude – L’unico merito che mi riconosco è una sana dose di coraggio, di non essermi mai tirato indietro di fronte a delle sfide anche un po’ improbabili”.
