Celebrità

Lino Banfi: “Mia moglie Lucia mi sta preparando l’aldilà”

di

18 Settembre 2023, 15:39

7' DI LETTURA

Lino Banfi si confessa a cuore aperto in un’intervista rilasciata ad Aldo Cazzullo per il “Corriere della Sera”. L’attore pugliese ripercorre la sua vita, dall’infanzia agli esordi nel mondo dello spettacolo, dall’incontro con la moglie Lucia Zagaria fino alla sua scomparsa avvenuto lo scorso febbraio. Lino Banfi parla dei suoi genitori: “Mio padre faceva l’ortolano. Coltivava cipolle e porri. Si chiamava Riccardo. Lo adoravo, e non sono mai riuscito a dirglielo. Aveva la terza elementare. Mia madre non era andata a scuola proprio. Quando doveva firmare le dicevano: Nunzia, fa’ la cruoce. Ma lei rispondeva: “Mi chiamo Nunzia Colia”, e di croci ne faceva due: una per il nome e una per il cognome. Mamma me la sono goduta più a lungo. Quando si ammalò, cercai per lei il miglior chirurgo. Dopo l’intervento il luminare volle incontrarmi, mi portò in uno sgabuzzino, chiuse a chiave. Pensai dovesse darmi notizie gravi. Si inginocchiò, mi baciò la mano, e disse: ‘Ho sempre sognato di baciare la mano che ha toccato il cu*o a Nadia Cassini’. Avevo affidato la vita di mia madre a un pazzo”. L’attore originario di Andria ha due fratelli: “Giuseppe ha passato la vita in galera: agente di custodia alle Nuove di Torino. Nicola è assicuratore”. E poi c’è Sabina. “Sarebbe mia cugina – spiega – ma è cresciuta con noi e l’ho amata più di una sorella”.

Lucia Zagaria (Foto da video)

“Ogni 11 luglio Silvio Berlusconi mi telefonava per gli auguri di compleanno”

Lino Banfi racconta come conobbe Silvio Berlusconi scomparso lo scorso 12 giugno: “A una festa del padrone della Simac, macchine per gelati, dove ero andato pensando che potesse scapparci uno spot, una pubblicità. Vidi Berlusconi e pensai che fosse il pianista, perché suonava e cantava una canzone di Gilbert Becaud, la storia di un prigioniero innamorato. Poi mi dissero: sai chi è quello? Il padrone di Telemilano. Finì che mi scritturò. Berlusconi aveva due mesi meno di me; così mi chiamava ‘vecchio’. Ogni 11 luglio mi telefonava per gli auguri di compleanno: ciao vecchio! Una volta mi chiese di rifare un monologo di Risatissima in cui lo prendevo in giro. Berlusconi mi ha deluso, pensavo fosse alto tre metri… Lui vide la registrazione e mi chiamò: ‘Sei stato bravissimo, ma eri in maniche di camicia. Ti pregherei di rifarlo. Non cambiare una parola; ma mettiti il frac, o almeno la giacca. Ricorda che noi il sabato sera entriamo nelle case degli italiani’”.
CLICCA E SEGUICI SU FACEBOOK

Lucia Zagaria e Lino Banfi (Foto da video)

“Paolo Villaggio era un cialtrone, non è vero che Sordi era avaro”

Aldo Cazzullo invita l’attore a dire la sua su alcuni celebri colleghi: “Franco e Ciccio? Grandissimi. Ogni tanto litigavano e ognuno minacciava l’altro: ti lascio e mi metto con Lino Banfi! Una volta accadde davvero: nel 1979 a Ciccio venne un’ulcera e io partii al suo posto con Franco per l’America, c’erano anche Rosanna Fratello e Bobby Solo. Di notte mi svegliavo per andare a vedere il mio nome che lampeggiava sull’insegna del Madison Square Garden”. “Se è vero che Villaggio era cattivo? No. Semmai, cialtrone – svela – Giravamo i Pompieri con Boldi e De Sica, lui diceva: offriamo la cena pure a quelli del tavolo vicino, poi se ne andava. E dovevamo pagare noi, per lui e per i vicini. Però, a differenza di altri comici, non era geloso dei colleghi che facevano ridere (…) Sordi non era avaro; Sordi aveva il senso dell’importanza del denaro, che è una cosa del tutto diversa. Se noi davamo cento lire al mendicante, lui gliene dava mille. Se noi davamo mille lire di mancia al portiere d’albergo, lui gliene dava diecimila. Una volta gli chiesi: perché lo fai? E lui: perché io so’ Alberto Sordi, e da me s’aspettano questo”.

Lucia Zagaria e Lino Banfi con i figli (Foto da video)

“Edwige Fenech era meravigliosa, Nadia Cassini era una creatura splendida ma fragile”

“Nadia Cassini me la fece ritrovare Chiambretti in una trasmissione – ricorda – c’era anche Annamaria Rizzoli. Nadia era ingrassata, aveva bevuto, era una creatura splendida ma fragile. Edwige Fenech? Sempre meravigliosa. Nata in Algeria in un paese che si chiama Bona, ora vive a Lis-bona. Cosa vuole di più’”. Lino Banfi non si pente di nulla e rifarebbe anche le cosiddette commedie sexy all’italiana. “Un critico di sinistra mi confidò che andava di nascosto a vederli e piangeva dalla risate – racconta – Gli dissi: perché non lo scrivi? E lui: sei matto, poi mi licenziano. I figli di Dino Risi rievocano volentieri tutti i film del padre, tranne ‘Il commissario Lo Gatto’: perché? Carlo ed Enrico Vanzina invece hanno sempre ricordato che Steno mi diresse in ‘Dio li fa e poi li accoppia’. Ero un salumiere omosessuale che chiedeva al prete, Johnny Dorelli, di sposarlo con un uomo”. L’attore parla anche della sua amicizia con Papa Francesco: “Ogni tanto mi chiama. E io gli racconto gli episodi più divertenti della mia vita, e pure quelli tristi: il mio sogno è sempre stato far ridere e piangere insieme. Come prova d’amicizia gli ho chiesto questa foto. Lui ha messo via il bastone, e si è appoggiato a me”.

Lino Banfi e Lucia Zagaria (Foto da video)

“Io e Lucia abbiamo fatto in tempo a festeggiare i sessant’anni di matrimonio”

A casa, in una cornice, c’è la lettera che il Pontefice gli ha inviato dopo la morte dell’adorata moglie Lucia Zagaria. “Abbiamo fatto in tempo a festeggiare i sessant’anni di matrimonio”, sottolinea. Lino Banfi torna indietro con la memoria al loro primo incontro: “Mi avevano espulso dal seminario, avevo saltato l’adolescenza, e cercavo una fidanzata. Così noto questa ragazza, carina, molto timida, che fa la rammendatrice. La fermo: ‘Signorì, te devo parlare…’. ‘Che vvuoi? Vattinne!’. Per fortuna ho insistito: le devo tutto. La sua famiglia non mi voleva; così facemmo la fuitina. Ci sposammo alle sei del mattino, in sacrestia. Un freddo tremendo. Il testimone tardava, e il prete si innervosì: ‘Sbrighiamoci, che dopo ho un matrimonio!’. Ci rimasi malissimo: padre, e il nostro cos’è? Così promisi a mia moglie che un giorno avrebbe avuto una festa da principi. E ho mantenuto. Per le nozze d’oro diedi un ricevimento all’hotel Parco dei Principi. Volevo un principe vero, e mi dissero: ci sarebbe il principe Giovannelli, viene a tutte le feste. Lo invitai. Venne. Con Mara Venier, Nancy Brilli, Scarpati, Arbore…”.

Lucia Zagaria e Lino Banfi (Foto da video)

“Abbiamo anche concordato un segnale per riconoscerci nell’altra vita, tra tante anime”

L’attore pugliese spiega perché deve tutto alla moglie: “Era nata Rosanna. Non avevamo una lira, solo debiti coi cravattari. All’asilo mi dicevano: la bambina deve mangiare la carne, se no diventa rachitica. Questa parola — rachitica — mi rigira ancora dentro. Così andai dal senatore Iannuzzi. Il senatore di Canosa. Mi trovò un posto da fattorino in banca, con la prospettiva di essere promosso usciere. Basta con l’avanspettacolo, da domani si lavora seriamente. Non ci dormii tutta la notte. All’alba Lucia mi disse: ‘Tu oggi non vai. Non voglio vivere con un uomo infelice. Tu devi fare l’attore. E io sarò sempre al tuo fianco’. Fino all’ultimo giorno l’ho baciata, l’ho chiamata amore, e l’ho amata veramente. Abbiamo anche concordato un segnale, un fischio, per riconoscerci nell’altra vita, tra tante anime”. “Come immagino l’aldilà? Spero abbia ragione Dino Verde, l’umorista – conclude – che diceva: il Padreterno parla napoletano, lingua universale. San Pietro parla romanaccio. La Madonna invece è veneta: ‘Comandi…’. Poi c’è uno che racconta barzellette e fa ridere tutti, e quando Dio gli chiede ‘chi sei?’, risponde: ‘Sono Antonio, ma voi chiamatemi Totò’. Me lo immagino un posto tranquillo e accogliente, perché così Lucia me lo sta preparando”.

Pubblicato il

18 Settembre 2023, 15:39

Condividi sui social