23 Giugno 2022, 19:41
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Fulco Pratesi, 87 anni, decano dell’ambientalismo italiano e fondatore del WWF di cui oggi è presidente onorario, illustra al “Corriere della Sera” la sua personalissima “ricetta” per non sprecare l’acqua. Di fronte all’emergenza siccità, le Regioni stanno valutando l’ipotesi razionamento. A casa di Fulco Pratesi il razionamento è in atto da anni come confessa lui stesso ad Elvira Serra. E la doccia la usa solo sua moglie.
“Vale la regola che l’acqua non si spreca, bisogna consumarne poca. Lo sanno anche la filippina che ci aiuta in casa e sua figlia sedicenne, che vive con noi pure lei”, dice. “L’ultima volta che ho fatto la doccia? Quando ero giovane e giocavo ancora a rugby – confida – Ha presente quelli che dicono: ‘Ah, se non faccio la doccia tutti i giorni mi sento sporco’? Ecco, io no. E la mia vita sociale non ne ha mai risentito. Piuttosto, avendo viaggiato tanto in nave e in barca, so quanto sia preziosa l’acqua e come sia possibile non sprecarla”.
Tutti i giorni, però, si lava a pezzi: “La faccia e le ascelle e i punti critici mattina e sera, con una spugna e i barattoli, in modo da non sprecare l’acqua quando scende dal rubinetto. Mani e piedi, rapidissimamente. Quando lavo i denti chiudo subito il rubinetto e uso sempre lo stesso bicchiere: l’acqua la uso per risciacquarmi la bocca, prima di buttarla via. La barba non la faccio con il rasoio elettrico, perché anche l’energia è importante. Pure lì, faccio cadere l’acqua in un recipiente e poi quando ho fatto la uso per ripassarla sul viso. Non uso mai il phon”.
Anche lo sciacquone viene premuto con moderazione: “Solo per una pipì non si usa, nemmeno con il bottone più piccolo. Dopo due o tre volte va bene. Ma anche quando premo il bottone piccolo penso a quanto servirebbe quell’acqua ai bambini del Burkina Faso o alle donne del Centr’Africa che la vanno a prendere nei pozzi e la riportano indietro sulla testa”. “Le mutande me le cambio in maniera molto ecologica, ogni due-tre giorni, ma a volte di più – prosegue – Comunque controllo: si capisce quando è arrivato il momento. E poi d’estate dormo senza pigiama, così non devo lavarlo”. Stesso discorso per i vestiti: “Lavare i panni non significa solo usare l’acqua, ma anche la corrente per stirarli. La lavatrice da noi si fa solo quando è piena”. Per la lavastoviglie viene applicato lo stesso criterio. “E poi direi di evitare di usare il forno, che consuma il gas. In questo momento, poi…”, consiglia.
Tra l’acqua del rubinetto e quello imbottigliata, neanche a dirlo, sceglie la prima: “Io bevevo anche quella del Tevere, quando uscivo in canoa con gli amici! E non mi è mai successo nulla, anzi, mi ha creato gli anticorpi, come diceva il mio professore. Mia moglie mi sfotte ancora perché in Madagascar i frutti che compravamo al mercato li lavavo nel ruscello che correva lungo la strada. A Roma abbiamo l’acqua di sorgente, non c’è motivo di acquistare le bottiglie al supermercato, che inquinano e basta. Anche al ristorante chiedo sempre l’acqua del rubinetto”.
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23 Giugno 2022, 19:41